Le telecamere private non possono essere puntate sui vicini o sulle strade pubbliche. E in ogni caso devono essere sempre segnalate con cartelli adeguati.
Lo ha ribadito il Garante per la protezione dei dati personali con il provvedimento n. 136 del 13 marzo 2025. Un albergatore ha posizionato delle telecamere di videosorveglianza all'esterno della struttura catturando immagini relative a soggetti terzi. Gli interessati hanno presentato un reclamo all'Autorità che ha avviato un'istruttoria che si è conclusa con l'applicazione di una pesante sanzione amministrativa. Specifica, infatti, il provvedimento che «il trattamento di dati personali mediante sistemi di videosorveglianza installati da privati può ritenersi lecito solo qualora sia limitato all'ambito strettamente personale o domestico», ai sensi dell'articolo 2, comma 2, lett. c), del Regolamento (UE) 2016/679. Nel caso concreto, la videosorveglianza posta in essere dall'albergatore superava di gran lunga i limiti del trattamento a fini personali, poiché le immagini raccolte riguardavano soggetti estranei, ripresi sia sulla pubblica via che nei pressi di abitazioni altrui, in assenza di una idonea informativa e di una base giuridica del trattamento. Il Garante ha inoltre sottolineato che «l'installazione di impianti idonei a riprendere persone identificabili all'esterno della proprietà privata richiede, in ogni caso, il rispetto dei principi di liceità, correttezza, trasparenza, minimizzazione dei dati e proporzionalità». L'assenza di misure tecniche idonee a limitare l'angolo visuale (quali mascheramenti o regolazioni delle ottiche) ha aggravato la posizione del titolare del trattamento, che non aveva provveduto né a notificare l'impianto ai soggetti potenzialmente interessati, né a documentare l'esistenza di una valutazione di impatto ex articolo 35 GDPR, nonostante la natura sistematica e potenzialmente intrusiva delle riprese. Alla luce delle violazioni accertate, l'Autorità ha irrogato una sanzione, ordinando l'adozione di misure correttive idonee a riportare il sistema di videosorveglianza nell'alveo della conformità normativa. Il provvedimento si inserisce in una linea interpretativa costante dell'Autorità, secondo cui il confine tra sicurezza e sorveglianza illecita non può essere superato neppure in ambito privato, pena la compromissione ingiustificata dei diritti fondamentali altrui.
Provvedimento del 13 marzo 2025, n. 136