Si intensifica la lotta all’evasione fiscale mediante l’introduzione di nuovi strumenti di data analysis. L’ultimo prende il nome di “evasometro” ed è indirizzato a tutti i soggetti cd. “a rischio” di condotte fiscalmente rilevanti.
Si punta ancora una volta all'analisi del rischio fiscale destinando i controlli verso contribuenti per i quali vi siano concreti indizi di una condotta fiscalmente rilevante (quest'ultima si configura ogniqualvolta la condotta sia adottata in violazione di norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o le finalità dell'ordinamento tributario, così come previsto dall'articolo 3 del decreto numero 128/2015). Ancora una volta lo strumento di indagine sarà supportato da appositi indicatori (rievocando gli indici sintetici di affidabilità), che facilitino l'amministrazione ad individuare le condotte a rischio . Le condotte sotto la lente di ingrandimento sono molteplici: dalle disponibilità patrimoniali detenute all'estero, all'utilizzo dei cd. crediti di imposta fino all'apertura e chiusura delle società. Si procederà, dunque, all'assegnazione di un punteggio fiscale che darà luogo ad una lista da trasmettere alla Guardia di Finanza per gli opportuni approfondimenti. Ciò consentirà di effettuare una prima scrematura, evitando così di sottoporre a controllo dei soggetti che non abbiano tenuto alcuna condotta fiscalmente rilevante. Le informazioni devono essere inviate periodicamente per attivare un vero e proprio monitoraggio. L'evasometro rientra a pieno nel processo di digitalizzazione dell'Amministrazione Finanziaria che già da diversi anni ha messo in campo strumenti tecnologici all'avanguardia (si pensi all'algoritmo Vera ovvero all'anonimetro). L'evasometro persegue una duplice finalità: combattere e ridurre l'evasione fiscale ed efficientare l'azione amministrativa. Al fine di perseguire l'obiettivo prefissato, il nuovo strumento di analisi del rischio si avvarrà dei controlli cd. incrociati (tra dati finanziari e dati fiscali) e del cd. scambio di informazioni tra i Paesi dell'Unione Europea in nome del principio di leale collaborazione tra gli Stati membri. Nel primo caso si incroceranno i dati provenienti dagli intermediari finanziari e quelli contenuti nell'Archivio dei rapporti finanziari. Nella seconda ipotesi si procederà mediante il Common Reporting Starting (strumento funzionale a facilitare i controlli anti evasione) che consentirà di attivare una condivisione di dati tra le Autorità Fiscali dei singoli Stati membri. Il reciproco trasferimento di informazioni è finalizzato a realizzare interessi pubblici tra cui quello alla corretta applicazione dei sistemi fiscali, basandosi su di un principio di reciprocità tra gli Stati. L'analisi del rischio fiscale è funzionale a combattere l'evasione, ma anche a stimolare l'adempimenti spontaneo nell'ottica di una tax compliance. Al fine di evitare la lesione dei diritti costituzionalmente garantiti è importante che il nuovo strumento sia improntato a maggiori garanzie difensive nei confronti dei contribuenti, mediante l'attivazione di un contraddittorio endoprocedimentale.