La riforma della Corte dei Conti ha ottenuto il via libera alla Camera con 136 voti favorevoli, 75 contrari e un'astensione e ora passa al Senato. Il testo apre alla proroga dello scudo erariale, limitando le condanne per colpa grave ai soli casi di dolo, e punta a ridurre la responsabilità di amministratori e tecnici attraverso presunzioni di buona fede e limiti ai risarcimenti (massimo 30% del danno e doppio dello stipendio).
La riforma ha suscitato divisioni sia tra i partiti politici che all'interno della stessa Corte. L'Associazione nazionale dei magistrati contabili si è espressa contro le nuove regole, sostenendo che introducono «un’irragionevole e indistinta limitazione delle responsabilità di amministratori, funzionari e privati che gestiscono risorse pubbliche». L'obiettivo della riforma è trasformare la Corte da un organo che infligge condanne a uno che le prevenga, potenziando la sua funzione consultiva e introducendo una serie di “barriere” per ridurre il rischio di essere chiamati a risarcire un danno erariale. A far discutere è il “salva politici”, l’esimente che impone di presumere la «buona fede» degli amministratori pubblici quando adottano atti «proposti, vistati o sottoscritti» dai tecnici: dato che tutti gli atti nella Pubblica Amministrazione sono firmati dai tecnici, soltanto essi potranno essere ritenuti responsabili del danno, escludendo i casi di dolo. Le nuove regole offrono qualche rassicurazione anche ai dirigenti e ai funzionari: le sentenze non potranno superare il 30% del «pregiudizio accertato», quindi con uno sconto implicito del 70%, e più del doppio dello stipendio del dipendente pubblico, dell’indennità del titolare di incarico o del corrispettivo ricevuto dall’impresa che lavora nella Pa. Tra le novità vi è l’accelerazione della prescrizione dei reati contabili: i cinque anni che mandano in prescrizione l’eventuale reato scatteranno sempre dal momento del fatto, «indipendentemente dal momento in cui l’amministrazione o la Corte ne sono venuti a conoscenza». La riforma introduce la possibilità di sospendere i condannati dalla gestione delle risorse pubbliche per un periodo tra sei mesi e tre anni per i casi più gravi. Tuttavia, un emendamento della commissione prevede che «l’avvenuto spontaneo pagamento di tutti gli importi indicati nella sentenza definitiva di condanna determina la cessazione di ogni altro effetto della condanna medesima». In futuro, potrebbero essere eliminate le sezioni regionali della Corte: l’idea di eliminarle e sostituirle con sei articolazioni territoriali era stata proposta in un emendamento dei relatori, ma è stata successivamente ritirata a causa delle preoccupazioni sollevate dagli amministratori locali. Il tema è stato quindi affidato a una delega che chiede al Governo di riconsiderare i criteri di accesso, stabilire un divieto sul passaggio dalle funzioni requirenti a quelle giudicanti (e non viceversa), e introdurre una forma di controllo concomitante on demand : questa modalità di verifica in corso d'opera, precedentemente esclusa per decreto da Pnrr e Pnc, potrà essere attivata solo su richiesta del Governo, del Parlamento o della stessa Pubblica Amministrazione controllata, stabilendo anche un «regime di limitazione della pubblicità» degli atti.