La CGUE, adita dalla Corte Costituzionale slovena, ha chiarito che il diritto dell’Unione non osta all’imposizione di un tetto massimo per le provvigioni delle agenzie immobiliari in misura pari al 4 % del prezzo di vendita o di locazione.
La Corte Costituzionale slovena ha adito la CGUE per sottoporle i dubbi emersi rispetto alla fissazione di un tetto massimo per i servizi di intermediazione relativi ad un edificio residenziale unifamiliare, ad un appartamento o ad un’unità abitativa, acquistati o presi in locazione da una persona fisica. Nella sua pronuncia, la Corte Ue ricorda che una misura come quella prevista dalla legge slovena che limita la provvigione applicata in caso di acquisto, di vendita o di locazione di un bene immobile, può essere ammessa se non è discriminatoria, è giustificata da un motivo imperativo di interesse generale e risulta proporzionata . Nello specifico, i Giudici evidenziano che la limitazione delle provvigioni non sembra discriminatoria in quanto si applica indipendentemente dal luogo della sede della società immobiliare interessata quanto alla giustificazione, la fissazione di un tetto massimo appare idonea a promuovere l’accessibilità di alloggi adeguati a prezzi ragionevoli la misura può contribuire alla protezione dei consumatori rafforzando la trasparenza dei prezzi e impedendo l’applicazione di tariffe eccessive . Spetterà, dunque, alla Corte Costituzionale slovena verificare se la limitazione delle provvigioni sia necessaria per raggiungere i suddetti obiettivi e se non vi siano misure meno restrittive che permettano di ottenere il medesimo Stato. Secondo la CGUE, i giudici sloveni saranno tenuti ad esaminare anche se il legislatore nazionale avrebbe potuto mettere in atto una misura specificamente mirata sui consumatori vulnerabili e se il compenso per i servizi di intermediazione immobiliare sia tale da permettere alle società che li forniscono di coprire le proprie spese e di realizzare un utile ragionevole.