Dopo continui dibattiti e confronti è stato approvato il Decreto fiscale. Nella seduta del 28 novembre, il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo approvando, con 100 voti favorevoli, 46 contrari e un’astensione, il ddl di conversione del d.l numero 155 cd. decreto fiscale .
Il testo, dal titolo «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 ottobre 2024, numero 155, recante misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali» la settimana prossima passerà alla Camera e deve essere convertito in legge entro il 18 dicembre. Diverse le novità, ispirate, sine dubio, ad un fisco “collaborativo” che si sveste della natura repressivo-sanzionatoria, in favore di una leale collaborazione. In tale ottica si colloca la proroga dei termini per il versamento al 16 gennaio 2025 del secondo acconto Irpef, per le persone fisiche titolari di partite Iva con ricavi o compensi fino a 170 mila euro, con la possibilità di effettuare il pagamento in un’unica soluzione ovvero in cinque rate. Come espressamente previsto dal testo del decreto «per il solo periodo di imposta 2024 le persone fisiche titolari di partita Iva che nel periodo di imposta precedente dichiarino ricavi o compensi di ammontare non superiore a centosettantamila euro effettuano il versamento della seconda rata di acconto dovuto in base alla dichiarazione dei redditi con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi dovuti all’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro entro il 16 gennaio dell’anno successivo oppure in cinque rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di gennaio aventi scadenza il giorno 16 di ciascun mese». È stata ampliata, inoltre, la platea di coloro che beneficeranno del cd. bonus Natale della somma di cento euro che viene esteso ai genitori anche se single, purché abbiano almeno un figlio a carico. La misura di sostegno sarà corrisposta al lavoratore contestualmente alla corresponsione della tredicesima. Tra le novità, il decreto contiene anche la previsione di una proroga al 12 dicembre 2024 per l’adesione al concordato preventivo biennale che si attua mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa. L’obiettivo è sempre quello di agevolare determinate categorie di contribuenti soggetti Isa e forfettari che presentino maggiori difficoltà a sostenere il carico tributario. Il concordato bis si rivolge, dunque, agli indecisi che non abbiano prestato adesione al concordato nella prima tranche. Il concordato preventivo biennale si prefigge un duplice obiettivo agevolare con una tassazione “consensuale” il contribuente e assicurarsi un’entrata pubblica. E’ stato approvato anche l’emendamento che aumenta per il 2024, le risorse da distribuire ai partiti sulla base della opzione del due per mille Irpef, di cui può avvalersi il contribuente nella dichiarazione. Sono, inoltre, confermate le previsioni relative alla transizione ecologica cd. transizione 4.0 con un aumento di 4,7 miliardi della dotazione per il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali ecocompatibili. Le risorse a copertura vengono attinte dal Fondo del patrimonio a ciò destinato. L’obiettivo di questo sostegno fiscale è quello di stimolare e incentivare le imprese che investano in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, i quali siano funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. La tutela ambientale e l’incentivazione al processo di digitalizzazione rappresentano gli obiettivi primari indicati anche a livello sovranazionale. Come dimostra il Voucher Italia digitale che può essere utilizzato quale corrispettivo a fronte della cessione di soluzioni e servizi digitalizzazione. Viene, inoltre, introdotto il Fondo Italia 2035, al fine di alleviare, ad esempio, i costi socio economici innescati dalla transizione climatica, sostenere la diversificazione economica, la riconversione dei territori interessati, il sostegno delle filiere nei settori Hard to Abate. Il fondo Italia è stato istituito nello stato di previsione del Mef con la dotazione iniziale di cinquanta milioni di euro per gli anni 2025 - 2026 e di cento milioni per gli anni dal 2027 al 2033. I requisiti per accedere al Fondo sono definiti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il ministro delle imprese e del made in Italy.