Il fisco come ausiliario nel perseguimento degli obiettivi nazionali e sovranazionali. È questa la ratio sottesa al riconoscimento di agevolazioni fiscali per le auto ecocompatibili. La legge di Bilancio 2025 ha, a tal proposito, previsto dei benefici fiscali per l’acquisto di auto aziendali “green”.
Già negli anni passati, le imprese sono state destinatarie di agevolazioni fiscali per l'acquisto di strumentazioni ecocompatibili macchinari, etc. . Il Ddl Bilancio, dunque, riconosce un risparmio di imposte e contributi pari al 60% per i veicoli completamente elettrici e del 20% per quelli ibridi plug in alias ricaricabili . Tale agevolazione verrà applicata ai soli veicoli di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo a partire dal 2025. Il fisco torna ad essere, invece, sanzionatorio-repressivo per le auto con motore termico nella fascia compresa tra 61 e 160 g/km di Co 2, in tale ipotesi, infatti, la tassazione sarà al 50%. Nella stessa ottica si colloca il riconoscimento di agevolazioni fiscali per l'acquisto o l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche. Il contributo viene erogato dal datore di lavoro tramite il rimborso delle somme sostenute dal dipendente, purché si tratti di spese documentate. L’installazione di colonnine di ricarica rappresenta una condizione essenziale, affinché possa risultare effettivo il beneficio fiscale. Si correrebbe, altrimenti, il rischio di riconoscere benefici fiscali che resterebbero inattuati per mancanza delle infrastrutture. Per quanto concerne la natura di tali rimborsi, si rammenta una circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 421/2023 con la quale è stata attribuita la natura di redditi di lavoro dipendente non rientrando nella categoria dei fringe benefit . Ne deriva che questi ultimi sono soggetti a tassazione in quanto si tratta di somme aggiuntive erogate dal datore di lavoro. Questa forma di agevolazione fiscale si inserisce in quel filone della Transizione 5.0 che prevede il riconoscimento di agevolazioni fiscali in favore di attività produttive che sostengano nuovi investimenti ecocompatibili. Il beneficio, che assume la forma del credito di imposta, è riconosciuto affinché si configuri una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva. Rientrano nella predetta categoria, ad esempio, i beni materiali funzionali all’esercizio di impresa che siano finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo. Tale previsione mostra i due volti del fisco l’uno collaborativo-premiale che supporta le imprese che contribuiscano al perseguimento degli obiettivi di transizione ecologica ed energetica, mitigazione a adattamento ai cambiamenti climatici, in linea con il principio di sussidiarietà orizzontale. L’altro volto è quello tradizionale che si esplica attraverso misure sanzionatorie a carico di quei contribuenti che non collaborano al perseguimento di fini istituzionali e che fanno uso di auto “tradizionali” non al passo con il processo di transizione ecologica. La missione del fisco è quella di favorire lo sviluppo sostenibile a tutela del territorio e dell’ambiente. Sarebbe, però, auspicabile la creazione di una fiscalità green supportata da una sistematizzazione degli istituti, in particolare, successivamente all’ingresso nella nostra Carta Costituzionale dell’ambiente come diritto da tutelare articolo 9 Cost. . Si mira, dunque, a promuovere una economia green che supporti il consumatore verde, ma per raggiungere tale obiettivo occorre che sia sistematizzata la disciplina tributaria e non subordinata a provvedimenti occasionali.