È del 15 ottobre l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della bozza di decreto per la modifica della disciplina delle accise, alias, Decreto Accise 2025. Il provvedimento si estrinseca attraverso due fondamentali linee direttrici il grado di affidabilità dell’operatore economico da cui deriva l’instaurazione di un rapporto di fiducia tra soggetto obbligato e amministrazione finanziaria, e la semplificazione degli adempimenti.
Dalla diffidenza ad un rapporto fiduciario Tra i diversi interventi, si segnala l’introduzione della figura dei “soggetti obbligati accreditati” Soac . Per soggetti obbligati si intendono tutti coloro che sono tenuti al versamento dell’imposta, i quali, se qualificati come “accreditati” potranno accedere ad importanti benefici, come ad esempio, l’esonero dall’obbligo di prestare la cauzione a garanzia del pagamento dell’imposta e la riduzione degli oneri amministrativi. Verrà, dunque, attivato un procedimento istruttorio, a seguito della presentazione dell’istanza da parte dell’operatore attraverso cui verranno valutate, ad esempio, l’assenza di condanne penali, di sanzioni amministrative, la regolarità contributiva e fiscale, l’assenza di violazioni. Sarà prevista, inoltre, una scala di affidabilità che si basa su tre livelli base, medio e avanzato. Una volta acquisita la qualifica di “operatore accreditato” essa perdura per il quadriennio successivo, con possibilità di rinnovo. Il criterio di affidabilità non è un sistema nuovo, in quanto già altri istituti si fondano sulla “reputazione” del contribuente. Si pensi agli indici sintetici di affidabilità i quali hanno sostituito gli studi di settore, attraverso gli Isa l’Amministrazione finanziaria attribuisce un punteggio al contribuente per misurarne l’affidabilità fiscale. Lo stesso discorso vale per la regolarità fiscale e contributiva, quale presupposto per la partecipazione alla gara di appalto. Anche per tali procedure ad evidenza pubblica assume rilevanza l’affidabilità dell’operatore economico, sulla base di un rating reputazionale. Ancora una volta, dunque, il leit motiv della riforma fiscale si conferma il superamento del sentimento di diffidenza tra le parti, in favore di una relazione tra contribuente e amministrazione finanziaria fondata sulla fiducia. Semplificazione L’obiettivo della riforma fiscale non è solo quello di “premiare” i soggetti che assumano delle condotte collaborative, ma anche quello di “alleggerire” gli adempimenti posti a carico dei contribuenti. In tale ottica vi rientra la novità che prevede che per gli esercizi di vendita al minuto di alcolici, la denuncia all’Agenzia delle dogane e dei monopoli sarà assorbita dalla comunicazione di avvio delle attività di vendita di prodotti alcolici, già in uso nel settore. Si tratta di un’importante novità se si tiene conto che riduce il dispendio di tempo da parte del contribuente sia nella redazione della istanza, sia nell’ottenimento della licenza. Il rilascio della licenza, dunque, sarà necessario solo per determinate tipologie di deposito di prodotti alcolici e solo al di sopra di prestabiliti volumi minimi. Anche la riduzione degli adempimenti amministrativi mira a rafforzare il rapporto di fiducia tra Amministrazione finanziaria e contribuente. La semplificazione e la riduzione di adempimenti a carico del contribuente rappresenta, di certo, un passo avanti verso il miglioramento dei rapporti tra le parti. Resta, tuttavia, tra gli obiettivi da realizzare, l’armonizzazione della disciplina in tema di imposte indirette mediante l’adozione dei testi unici. Ad oggi, infatti, occorre fare riferimento a fonti diverse con conseguente rischio di disorientare i contribuenti che devono ricercare la disciplina in provvedimenti differenti.