Il Consiglio di Stato, con ordinanza numero 8248/2024 depositata ieri, ha disposto rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione europea visti i profili di complessità che caratterizzano la disciplina nazionale del Registro dei titolari effettivi.
Le appellanti, Società fiduciarie autorizzate all'esercizio della relativa attività, impugnavano in primo grado i provvedimenti con i quali, in estrema sintesi, l'amministrazione qualificava il mandato fiduciario come «istituto affine al trust» ai fini dell'assoggettamento all'obbligo di iscrizione dei mandati fiduciari nella sezione speciale del Registro delle Imprese e al regime di comunicazione e accesso alle informazioni sulla titolarità effettiva di cui all'articolo 21 del d.lgs. numero 231/2007, per l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia, del decreto MIMIT del 29 settembre 2023 avente a oggetto il Registro dei titolari effettivi. I ricorsi però, venivano rigettati dal TAR Lazio poiché ritenuti privi di fondamento. I soccombenti decidevano, dunque, di rivolgersi al Consiglio di Stato che, con ordinanza numero 8248 del 15 ottobre 2025, ha sospeso il giudizio, rimettendo sei questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell'UE. I Giudici di Palazzo Spada, nonostante abbiano ritenuto infondati i motivi del ricorso in appello, rilevano la mancanza dei requisiti necessari per evitare il deferimento pregiudiziale alla Corte di Giustizia in base all'articolo 267 TFU considerando i profili di complessità delle questioni oggetto di giudizio, i quali afferiscono alla corretta interpretazione di alcune disposizioni della Direttiva numero 2015/849, come sostenuto dagli appellanti. Di conseguenza, si rende necessario interrogare la Corte così da ottenere la «corretta interpretazione delle disposizioni unionali sul concetto di “istituti affini” per assetto o per funzioni, e sulla possibile ostatività del diritto unionale ad una normativa – come quella nazionale – che inserisce tra tali istituti i mandati delle Società fiduciarie». Il Consiglio di Stato poi, si sofferma a esaminare i sei quesiti interpretativi da sottoporre alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, i primi 3 dei quali riguardano, in sintesi, l'inclusione dei mandati fiduciari nella definizione di istituti giuridici con struttura o funzioni simili ai trust. In particolare, come indicato nell'ordinanza, i quesiti mirano a individuare l'interpretazione corretta della disciplina, considerando gli articoli 2, 3, paragrafo 1, numero 6 e 31 della Direttiva numero 2015/849 e gli articolo 4, 5, 16, 17, 25-34 della Direttiva 2018/843, al fine di chiarire se l'attività svolta dalle Società fiduciarie debba essere inclusa all'interno di tale legislazione, come previsto dal diritto italiano.