Il CdM approva la riforma della giustizia con la separazione delle carriere dei magistrati

Il Governo riunitosi oggi ha approvato lo schema di disegno di legge costituzionale sull’ordinamento giudiziario che prevede, tra l’altro, la separazione delle carriere dei magistrati.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge costituzionale sull'ordinamento giurisdizionale che prevede anche l'istituzione della Corte disciplinare, oltre alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il pacchetto di norme è stato presentato ieri al Quirinale. Il disegno di legge mira inoltre a neutralizzare le correnti interne ricorrendo all'ipotesi del sorteggio secco sull'elezione dei togati al CSM. «È un provvedimento epocale, la separazione delle carriere è una tesi che sostengo da 25 anni attua il principio fondamentale del processo accusatorio voluto da Vassalli, mutuato dall'ordinamento anglosassone», afferma il Ministro Nordio nel corso della conferenza stampa. La risposta della magistratura non si è fatta attendere. L’ANM ha convocato una riunione d’urgenza con all’ordine del giorno “Approvazione del Consiglio dei ministri del disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e per l’istituzione della Corte disciplinare. Valutazioni e iniziative”. Tra le ipotesi, quella dello sciopero contro la riforma. Dal mondo dell'avvocatura, si è alzato il plauso del Presidente del CNF Greco secondo il quale «la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri costituisce un importante passo avanti verso il giusto processo, previsto dall’articolo 111 della Costituzione, perché assicura equidistanza tra accusa e difesa nei confronti del giudice. Inevitabile, dunque, è la previsione dell’istituzione di un Consiglio superiore per la magistratura giudicante e uno per quella requirente, perché mantenere un unico organo di autogoverno finirebbe, nel concreto, per vanificare la separazione delle due carriere. Questi passaggi, che concretizzano il principio costituzionale dell'uguaglianza tra accusa e difesa, contribuiranno a rendere chiara la terzietà del giudice e, dunque, a rafforzare la fiducia nel sistema giudiziario». Aggiunge poi «un processo penale ideale necessita di un pubblico ministero forte, di un avvocato forte e di un giudice terzo altrettanto forte. Con la separazione delle carriere si passa da una “cultura della giurisdizione” ristretta ai magistrati, ad una cultura della legalità comune tra tutte le parti del processo, anche al difensore, e di conseguenza di maggior tutela per i cittadini». AIGA accoglie con favore il disegno di legge costituzionale «la proposta, di matrice governativa, può rappresentare, finalmente, l'ultimo tassello verso l’effettiva realizzazione del giusto processo, nel quale i protagonisti della giurisdizione devono agire realmente sul piano della parità delle armi». Amarezza invece da parte dell'Ordine degli Avvocati di Roma per il mancato riferimento, nella bozza di riforma costituzionale, all'inserimento del ruolo dell'Avvocatura in Costituzione. «Stando alle indiscrezioni circolate in queste ore - il commento a caldo del Presidente del COA Roma Paolo Nesta -  nella bozza non vi sarebbe alcun riferimento all'avvocatura».