Gli ultimi interventi correttivi alla Riforma Cartabia: l’udienza di sentencing

Il presente contributo si occupa dei correttivi apportati alla Riforma Cartabia in materia penale dal d.lgs. numero 31/2024. Si tratta di modifiche necessarie al coordinamento delle nuove disposizioni introdotte nel sistema e alla semplificazione delle procedure, con l’obiettivo di una maggiore efficienza della giustizia penale. Un intervento modificativo ha investito l’udienza di sentencing disciplinata dall’articolo 545- bis c.p.p.

Il Consiglio dei Ministri , nella riunione dell'11 marzo 2024, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo integrativo e correttivo della Riforma Cartabia in materia penale d.lgs. numero 150/2022 . La prima approvazione del testo in Consiglio dei Ministri risale al 16 novembre 2023 mentre il 7 dicembre 2023 il provvedimento è stato trasmesso alle Camere. Dopo il parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti alla Camera, Giustizia e Bilancio al Senato, Giustizia e Bilancio e Tesoro e della Conferenza unificata Stato-Regioni, hanno espresso pareri favorevoli anche il Garante privacy e il Consiglio Superiore della Magistratura . Il testo del decreto legislativo numero 31/2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 marzo 2024, numero 67. Il provvedimento si compone di 11 articoli ed interviene con alcune modifiche alle disposizioni del d.lgs. numero 150/2022 nel codice penale, nel codice di procedura penale e nelle leggi speciali, al fine di rendere gli istituti interessati maggiormente coerenti con i principi e i criteri di delega, anche attraverso un'opera di semplificazione di specifici meccanismi procedimentali e processuali, nonché di risolvere problemi di coordinamento emersi in fase di prima applicazione della riforma. Sullo sfondo rimane sempre l'obiettivo, richiesto anche dal PNRR, di una maggiore efficienza della giustizia penale. Una modifica rilevante introdotta dallo schema di correttivo è contenuta nell'articolo 2, comma 1, lett. v e riguarda il ripensamento dell' udienza di sentencing disciplinata dall'articolo 545- bis c.p.p. Come è stato autorevolmente riconosciuto, quella relativa alle pene sostitutive – insieme con quella sulla giustizia riparativa – è la parte della Riforma Cartabia che possiede maggior carica valoriale sul sistema penale dal punto di vista ideale e culturale ed è fondata sulla convinzione del legislatore di poter intervenire su di un piano sanzionatorio alternativo rispetto a quello delle pene tipiche, disincentivando l'esecuzione delle pene detentive brevi M. Cassano, Relazione sull'amministrazione della giustizia nell'anno 2023 , https //www.cortedicassazione.it, p. 69 . Il legislatore delegato ha previsto il superamento dell'obbligatorietà dell'avviso alle parti della sospendibilità della pena . Tale meccanismo permane comunque quando non sia possibile decidere immediatamente perché il giudice abbia necessità di acquisire ulteriori elementi in tal caso fissa una apposita udienza non oltre sessanta giorni, dandone contestuale avviso alle parti e all'ufficio di esecuzione penale esterna competente ed il processo è sospeso. Nella versione anteriore al correttivo esso era subordinato a un mero vaglio astratto di ammissibilità si doveva in sostanza valutare solo l'assenza delle condizioni soggettive ostative alla sostituzione, di cui all' articolo 59 legge numero 689/1981 e, quindi, con una pena sotto i quattro anni si doveva necessariamente aprire questa fase di discussione sulla possibilità di sostituirla. La modifica del comma 1 prevede invece che il dibattito sul punto si apra solo se il giudice ritiene concretamente applicabile la pena sostitutiva. Il rischio evidente è che il giudice, per risparmiare sui suoi tempi effettui un vaglio implicito negativo con la conseguente riduzione sensibile del tasso di applicazione della pena sostitutiva in primo grado e magari il recupero in grado di appello M. Gianluz, Osservazioni sui correttivi alla riforma Cartabia tra rettifiche condivisibili, qualche occasione perduta e alcune sbavature , in www.sistemapenale.it . Non obliterarsi che l'eliminazione dell'avviso e della conseguente manifestazione del consenso fa sorgere il problema pratico di quando verrà dato il consenso . Nel nuovo sistema questo viene inserito tra i presupposti delle pene sostitutive diverse da quella pecuniaria con una modifica dell' articolo 58 l. numero 689/1981 , ma il problema è tutto processuale, dovendosi individuare il momento di manifestazione del consenso. Nel silenzio della norma, potrebbe essere manifestato nelle conclusioni in dibattimento, ma tale soluzione sembra porsi in contrasto con il diritto di difesa , perché si obbliga il difensore ad anticipare nella fase di discussione sulla responsabilità una volontà che attiene alla tipologia di pena . È palese il rischio che il difensore non lo faccia e poi, per non precludersi la sostituzione, la chieda mediante apposito atto di appello. Del resto, la stessa modifica dell' articolo 598- bis c.p.p. che disciplina specificamente l'applicazione della pena sostitutiva in appello va in tale direzione una direzione irragionevole perché si finisce per incentivare l'operatività in appello di una pena che andrebbe invece applicata in primo grado. In definitiva, la modifica relativa all'udienza di sentencing si pone in sintonia con una diffusa ritrosia , da parte dei giudici di merito, di riappropriarsi di un compito che dovrebbe invece spettare loro, ossia quello della commisurazione della pena. La sensazione è quella che l' avviso dell'articolo 545 - bis c.p.p. farebbe perdere tempo inutilmente, sicché il legislatore delegato ha deciso di intervenire, ripensando l'istituto . L' implementazione delle pene sostitutive aveva l'obiettivo di ridurre il fenomeno patologico dei liberi sospesi . Il perseguimento di tale obiettivo viene fortemente ridimensionato dall'indebolimento del meccanismo dell' articolo 545- bis c.p.p. Per altri approfondimenti sulla Riforma Penale, leggi Gli ultimi interventi correttivi alla Riforma Cartabia un primo commento , F. Agnino