Si è tenuta ieri, lunedì 18 marzo, la riunione della commissione ministeriale per la riforma del processo penale nominata dal Guardasigilli Carlo Nordio.
Assieme al presidente del CNF Francesco Greco, il ministro della Giustizia Nordio ha voluto salutare la commissione che si è riunita per cominciare a lavorate al progetto di riforma del processo penale. Il Guardasigilli Nordio spiega il perché è stata scelta la sede del CNF per tenere la riunione, ovvero «questa sede rappresenta uno dei tre pilastri della giurisdizione avvocatura, accademia e magistratura». Prima della riunione al CNF, la commissione, che si è insediata lo scorso settembre, si era riunita anche nella procura generale presso la Corte di Appello di Roma. Quarantotto componenti della commissione erano presenti nella sede del Consiglio Nazionale Forense, presieduta dal capo dell’ufficio legislativo Antonio Mura anche il comitato di presidenza era al completo. Erano, infatti, presenti l’avvocata Giovanna Ollà, consigliera segretaria del CNF, l’accademico Adolfo Scafati, professore ordinario di proceduta penale presso l’Università Tor Vergata, nonché il magistrato Salvatore Vitello, procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Il presidente della commissione, Mura, così afferma «abbiamo scelto di svolgere oggi la riunione in questa sede perché rappresenta il luogo più significativo dell'avvocatura italiana. Un'ulteriore riunione sarà organizzata in una sede accademica per completare questo quadro». Nordio, oltre ad affermare che la commissione ha il chiaro intento di dare risalto a quelle che sono le tre fondamentali articolazioni della giurisdizione, ovvero magistratura, avvocatura e accademia, precisa che il testo che nascerà dai lavori della commissione dovrà essere sintetizzare al meglio le tre posizioni appena ricordate. «Il nostro compito è introdurre un codice di procedura penale accusatorio, seguendo lo spirito dell’idea che aveva il suo autore, Giuliano Vassalli, da coniugare con l’efficienza», continua Nordio. «È un onore ospitare questa riunione che testimonia la corrente di dialogo con l’avvocatura», ha detto il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, che evidenzia come vi sia stata un’apertura verso l’avvocatura da parte del ministero della Giustizia grazie all’ingresso di due legali nello staff dell’Ufficio legislativo del Ministero. «Il principio di efficienza del processo è quello che finora è mancato di più perché al di là della necessità di arrivare a una sentenza celere, questa sentenza deve essere anche giusta, come indica la Costituzione. Auspichiamo che i lavori della commissione possano contribuire a migliorare la tutela dei diritti nel sistema giudiziario italiano, per un futuro in cui si possa raggiungere pienamente il giusto processo, così come sancito dalla Costituzione», chiosa Grego.