Il 2024 è l’anno dell’Intelligenza Artificiale per il settore legale

L’anno appena iniziato si preannuncia come un anno di grandi cambiamenti per gli avvocati e di grandi sfide per la professione forense in Italia.

L’Avvocatura dovrà fare i conti con le nuove tecnologie, in particolare con l'Intelligenza Artificiale AI , che stanno trasformando il settore legale, ma anche con i mutamenti del mercato del lavoro, la diminuzione delle vocazioni tra i giovani, le novità normative e i trend globali che stanno ridisegnando il ruolo degli avvocati in Italia e negli altri Paesi. Come sempre, gli Stati Uniti fanno da apripista, anche se la distanza temporale rispetto al passato si è notevolmente ridotta. Un futuro dominato dall’intelligenza artificiale L'automazione guidata dall'AI sta emergendo come una forza dirompente, con capacità di ampia portata e dagli utilizzi più disparati redazione di interi atti e pareri, miglioramento dell' efficienza di attività come due diligence, correzione di bozze e predisposizione di procedure, traduzioni e scrittura di email. Una delle principali incognite per il futuro del settore legale, dunque, riguarda proprio l' impatto che avrà su di esso l'Intelligenza Artificiale. Basti pensare che negli ultimi due anni è più che triplicato l’uso della Ai nel settore legale ed è solo l’inizio di una nuova era. Secondo un recente report del World Economic Forum , entro il 2025 il tempo speso dagli avvocati nella correzione e rivisitazione di documenti legali potrebbe essere ridotto del 35%, grazie all'automazione basata sull'AI. Questo potrebbe portare ad una riduzione dei costi per i clienti, ma anche ad un cambiamento del modo di lavorare e una potenziale rivisitazione del personale di studio. Oramai, sono molte le Big Tech ad aver scommesso su questo settore e ad aver investito somme da capogiro, basti pensare a Google con Bard e Gemini, Microsoft con Copilot, Open AI con Chat GPT, per non parlare di Amazon e Apple che stanno sviluppando le loro soluzioni per il mercato, X di Elon Musk e Meta di Zuckerberg con le soluzioni per il mondo social. La prima regolamentazione giuridica dell’AI Il 9 dicembre 2023 ha segnato un evento storico l’introduzione, per la prima volta al mondo, di un quadro normativo all’avanguardia che regolamenta in modo completo l’Intelligenza Artificiale, quantomeno a livello di Unione Europea. L’AI ACT, approvato da Consiglio e Parlamento europeo, introduce divieti e obblighi, qualifica il livello di rischio che l’intelligenza Artificiale può rappresentare su una scala di 4 gradazioni, pone un forte accento sui diritti e la trasparenza , prevede sanzioni in caso di violazione. L’ AI ACT entrerà in vigore 2 anni dopo la su approvazione, ma alcune disposizioni di particolare urgenza entreranno in vigore già dal 2024 6 mesi dopo la sua approvazione e sono principalmente quelle relative ai divieti relativi all'uso di sistemi di categorizzazione biometrica, che utilizzano caratteristiche sensibili come convinzioni politiche, religiose, orientamento sessuale, razza, e la raccolta non mirata di immagini del volto da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso. L'AI ACT, inoltre, prevede una serie di obblighi per i sistemi ad alto rischio, come la valutazione dell'impatto sui diritti fondamentali e l'obbligo di comunicare eventuali incidenti a un apposito AI Office. Life long learning Come evidenzia anche la Cassa Forense, l’intelligenza Artificiale può rappresentare più un' opportunità che una minaccia per la professione. Gli avvocati potranno utilizzare l'AI come strumento per aumentare la propria produttività, velocizzare le ricerche e migliorare l'analisi dei dati a beneficio dei clienti. Ciò richiederà però investimenti in formazione e competenze digitali. Ed è proprio su questo punto il Consiglio Nazionale Forense sta spingendo, sollecitando l'aggiornamento professionale obbligatorio degli iscritti sulle nuove tecnologie. Poiché il settore è in continua evoluzione con una velocità mai vista prima, la formazione rappresenterà una necessità costante e continua nell’attività dell’avvocato, tanto per gli aspetti tecnici, quanto per gli aspetti organizzativi e gestionali. Più volte abbiamo accennato di come non si potrà più vivere di rendita di sapere, pertanto la formazione sarà non solo un obbligo deontologico, ma una necessità concreta. Nuove organizzazioni di studio Oltre all'AI, il 2024 vedrà probabilmente una spinta verso modelli organizzativi più flessibili degli studi legali. Il lavoro agile, sdoganato durante la pandemia, diventerà una modalità strutturale che consentirà di attirare più facilmente i giovani talenti. L’uso del cloud e la digitalizzazione dello studio vedranno una accelerazione nel 2024, che rappresenterà, verosimilmente, l’anno in cui molti processi avviati nei due anni precedenti giungeranno a maturazione. Anche la diversificazione dei modelli di business, con la creazione di studi associati, reti di professionisti e modelli ibridi tra studio legale e legaltech, sarà probabilmente un trend in accelerazione per rendere i servizi legali più efficienti ed essere più competitivi sul mercato. Le giovani leve L'ingresso dei giovani avvocati nella professione rappresenta un altro nodo cruciale. I dati del Consiglio Nazionale Forense indicano un calo delle nuove iscrizioni del 18% tra il 2019 e il 2021. Pesano la lunghezza del percorso formativo, i costi di avviamento della professione e le incertezze del mercato. Anche l’Università vede un calo nell’ultimo anno del 30% degli iscritti a Giurisprudenza. Per invertire la tendenza sarà necessario ripensare il modello di accesso alla professione, guardando ad esempi internazionali come il solicitor appreticeship model inglese. Anche lo sviluppo dell'apprendistato in studio legale potrebbe essere un ulteriore elemento per favorire un ingresso più soft dei giovani nella professione forense. Inoltre, solo il 36% dei laureati in Giurisprudenza ha scelto di intraprendere la carriera legale nel 2022, con netto calo rispetto al passato. Se poi pensiamo ai redditi medi molto bassi, ad una forte disparità economica tra uomini e donne e alla tendenza dei più giovani nel dirigersi verso gli uffici legali di aziende, ecco che il quadro presenta tutti i caratteri di preoccupazione più volte sottolineati e a cui già dal 2024 si aspettano risposte strutturali concrete. Specializzazione e internazionalizzazione Guardando ai trend globali, la specializzazione e l' internazionalizzazione sembrano le direttrici chiave per il futuro degli avvocati italiani. La competizione di studi legali a livello internazionale e le crescenti esigenze di specializzazione di aziende e clienti spingeranno verso una maggiore focalizzazione settoriale dei professionisti e una proiezione internazionale, anche attraverso collaborazioni con realtà straniere. Per i piccoli studi legali, le famose “boutique” del diritto, sarà cruciale creare reti e mettere in comune risorse e competenze per fare squadra ed economie di scala. In conclusione In sintesi, il 2024 segnerà l'inizio di un nuovo corso per l'avvocatura, tra opportunità tecnologiche da cogliere e sfide organizzative da vincere. Serviranno investimenti in formazione, mentalità aperta al cambiamento e capacità di collaborare e mettere a fattor comune competenze e risorse. Gli avvocati che sapranno evolversi in questa direzione potranno affrontare con successo le incognite del futuro che si sta delineando.