AI e diritto: non perdere l’occasione

Sarebbe opportuno che il giurista maneggi le logiche computazionali e faccia valere le proprie, scovando le affinità, dialogando con gli ingegneri informatici, sposando le abilità scientifiche, tornando al principio di legalità e abiurando il diritto emotivo, sostenendo il legislatore nella composizione di leggi chiare, logicamente combinate e non arbitrabili.

È un pullulare di macchine di intelligenza artificiale in grado di fornire risposte a quesiti giuridici ma nulla viene prospettato del funzionamento, se e quali dati vengano lavorati, come vengano combinati e le relazioni di consequenzialità necessaria con l'esito fornito all'utente perché proprio quello? il dibattito giuridico è concentrato su aspetti esogeni al cuore dell'AI sui limiti nell'utilizzo processuale che ne fa il giudice dell'esito fornito da una macchina, deve motivare sempre? Solo quando se ne discosta? Utilizzerebbe un apprezzamento personale oppure dovrebbe indagare cosa, come e perché la macchina ha fornito proprio quella soluzione, ponendola a critica se sovviene? , se i giuristi debbano mantenere ben saldo il timone sui costruttori degli algoritmi elaborando protocolli, magari tribunale per tribunale, sull'uso dell'AI una nuova ipertrofia di regole e prassi, nuove interpretazioni, nuove arbitrarietà ovvero, vedremo poi, se debbano formarsi sui criteri di lavorazione con cui l'AI tratta il quesito giuridico, acquisendo nuove abilità sulle possibilità di costruire un diritto computazionabile , elaborando un nuovo sforzo analitico per indagare la relazione fra discorso normativo, di cui il giurista è pregno, e discorso logico-informatico, spingendosi un po' in là dalle ortodossie, l' habitué , del dibattere giuridichese , vestendo panni nuovi e inusuali. Ebbene, premesso che le attuali AI sono machine learning – una parte più piccola dell'intelligenza artificiale AI che elabora sistemi che dall'insieme di dati raccolti forniscono un esito predittivo – e, dal dato, come relazionato ad altri dati input, come migliaia e migliaia di sentenze , giungono ad una conclusione output, il prodotto finito , nuovi input, alla lunga, potrebbero fornire altre soluzioni se muta la raccolta dei dati la campionatura, spesso imperfetta, delle decisioni spese in una determinata circoscrizione giudiziaria , muta di forza l'esito l'AI machine learning è cieca a quel che divora, i dati di cui è nutrita conducono a soluzioni della cui bontà logica sulla consequenzialità necessaria fra quei dati e una decisione, cioè del sillogismo giuridico non si cura troppo, è la massa i dati a fare la differenza la conseguenza sarebbe intuibile molti dati, se mal raccolti perché il giurista non intende occuparsene o frutto di una elaborazione giudiziaria logicamente incerta, addirittura opposta al corretto utilizzo dell'ermeneutica giuridica, condurrebbero alla cristallizzazione di esiti o giudizi altrettanti errati ma, perché prevalenti, dominanti . Se lo dice la macchina” Il fine dell'AI, depurare il discorso giuridico da incoerenze e imperfezioni, sarebbe stravolto e il problema, l' arbitrarietà del discorso giudiziario, verrebbe addirittura potenziato da un timbro tecnologico se lo dice la macchina” interrogata dall'operatore giudiziario, seppur l'esito sia opinabile, deve essere presumibilmente giusto e la sensibilità dell'operatore al ragionamento giuridico finirebbe operare solo in secondo momento, in punto di critica ex post all'esito fornito dall'AI il buon ragionamento giuridico finirebbe per tallonare l'esito fornito dalla macchina nel disperato tentativo di affermare una soluzione diversa che, finché minoritaria, avrebbe un peso ponderato minore nella raccolta dei dati della macchina. Raffinare un metodo comune al sillogismo giudiziario e alla logica della macchina Ecco che la s fatica iniziale, cioè la diffidenza del giurista a trattare alla radice il sistema dei criteri con cui una macchina deve elaborare comporre i dati giudiziari, presenta alla fine il conto, perché il nostro sistema resta comunque di civil law , e l'approccio sintetico a priori ex ante del ragionamento giuridico deve prevalere su quello statistico o correlativo, per sua definizione imperfetto , tipico dei sistemi fondati sul precedente il giurista, allora, prima che sia troppo tardi, e senza cedere alle sirene di un mercato facile che intende produrre macchine in grado, in qualche nanosecondo, di fornire una soluzione giuridica al professionista del diritto, senza curarsi dei criteri intestini , dovrebbe recuperare la centralità dell'analisi sul discorso normativo che viene prima del dato da imboccare alla macchina, scompone un caso pratico e gli istituti giuridici ivi applicabili nelle sue componenti minime e le combina come l'ermeneutica giuridica insegna, applicando criteri già noti al giurista v. art. 12 disp. prel. cod. civile se raffinato un metodo comune al sillogismo giuridico e alla logica della macchina, ne patirebbe, per prima e finalmente , l' arbitrarietà del decidere giudiziale un'incerta pastura fra psicologismo e soggettivismo spacciata per umanità della decisione , compressa da ogni lato da necessità logiche e linguistiche la relazione fra parole nel titolo o nel capo del codice, o il significato delle parole, ad esempio aspiranti all'astrattezza dunque all' esattezza, per quanto possibile, del discorso giuridico al di là del caso pratico e per loro natura volte alla riduzione e alla semplificazione , con evidenti benefici alla prevedibilità della decisione e al superamento delle contraddittorietà da espungere, perché rivelate da un sistema che aspira alla chiarezza nel sistema giudiziario. Non si paventa chissà quale astratto meccanicismo giudiziale, come l' ars magna di Raimondo Lullo , un teologo del tredicesimo secolo, intendeva fare di tutte le scienze , mediante la costruzione di una macchina materialmente realizzata in cui le componenti si qualsiasi discorso rappresentate da simboli, comuni a ogni sapere scientifico, compreso il giuridico avrebbero dovuto essere depurate e combinate mediante specifiche inferenze differenza, concordanza, contrarietà, principio, mezzo, fine, maggioranza, uguaglianza, minoranza fornendo risposte sempre vere si tratta di smettere una limitazione di metodo, di avvicinare il discorso normativo sul quale ampia è la letteratura, v. gli scritti di Bice Mortara Garavelli al discorso logico combinatorio, anche se non vero funzionale vista l'impossibilità di predire, con esattezza, un esito giudiziale a fronte di un caso pratico utilizzando le logiche combinatorie, ad esempio, non classiche cioè non necessariamente vere funzionali che trovano ampia applicazione nei sistemi computazionali dunque nelle macchine alcuni ci hanno provato, vedi gli sforzi pioneristici di giuristi v. la francese Mireille Delmas Marty che, ad esempio, hanno applicato le logiche fuzzy c.d. logiche vaporose al discorso penale. Prima e non dopo Il diritto sta tutto nel linguaggio scrive il giurista Natalino Irti in un recente articolo come qualsiasi sistema computazionale deduttivo che da regole comuni deduce conclusioni, come dalle premesse le conclusioni di un linguaggio comune e la struttura del linguaggio viene prima” del linguaggio, ordina le componenti e seleziona le priorità precede i giudizi di valore i contenuti”, ancora Irti di cui è intrisa la società e che un giudice, o un operatore giuridico, può ritenere apprezzabile ed altri meno v. le recenti polemiche su decisioni giudiziali simili a veri e propri manifesti politici , magari applicate solo in determinati contesti territoriali . Perdere l'occasione dell'AI per limitazioni di metodo preferire una macchina che raccolga una miriade di precedenti e scelga il prevalente prevedere un obbligo motivazionale ex post del giudice sugli esiti della ricerca, di fatto rieditando tutti i pericoli soggettivistici di una prassi giudiziaria nervosa e incontrollata conduce all'opposto degli scopi prefissi chiarezza ex ante del discorso giuridico, coerenza del sistema decisionale, superamento delle contraddizioni sarebbe allora opportuno il giurista maneggi le logiche computazionali e faccia valere le proprie, scovando le affinità, dialogando con gli ingegneri informatici, sposando le abilità scientifiche , tornando al principio di legalità nel senso anzidetto, sostenendo il legislatore nella composizione di leggi chiare, logicamente combinate e non arbitrabili .