Parte il tavolo tecnico tra avvocati, commercialisti e notai sull’antiriciclaggio

Ha preso il via nei giorni scorsi il tavolo tecnico sulla normativa antiriciclaggio tra il Ministero dell’Economia e i Consigli nazionali degli Avvocati, dei Commercialisti e dei Notai. Le tre professioni esprimono soddisfazione «C’è la volontà di semplificare un sistema eccessivamente oneroso».

Il tavolo tecnico, coordinato dal Viceministro all'Economia Sandra Savino, è stato richiesto dalle tre categorie professionali come luogo di confronto per l'individuazione di possibili soluzioni ai problemi legati ad un sistema eccessivamente oneroso in termini di adempimenti e sanzioni per i professionisti. I professionisti hanno evidenziato «la necessità di procedere ad una revisione del d.lgs. 231/2007 e in particolare del sistema sanzionatorio che, lungi dall'essere ispirato a criteri di effettività, proporzionalità e dissuasività, come invece previsto dal legislatore europeo, è insostenibile soprattutto per i professionisti, spesso condannati al pagamento di ingenti sanzioni per violazioni meramente formali». I lavori del tavolo, al quale siederanno esponenti ministeriale e tecnici indicati dai tre Consigli nazionali, proseguiranno su binari paralleli «da un lato si predisporranno circolari interpretative volte a semplificare l'applicazione delle norme, dall'altro si lavorerà ad una revisione organica della normativa». I presidenti del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, del Consiglio nazionale dei Commercialisti, Elbano de Nuccio, e del Notariato, Giulio Biino, esprimono «soddisfazione per il clima di collaborazione registrato in questa prima riunione e per l'ampia disponibilità manifestata dal Viceministro Savino a lavorare a soluzioni condivise, con un percorso celere che porti alla redazione di proposte tecniche sulle quali l'esecutivo è pronto a confrontarsi con la massima apertura, consapevole di quanto la normativa antiriciclaggio possa essere eccessivamente penalizzante per i professionisti». «Punto di partenza di ogni ragionamento su questa materia – sottolineano i tre presidenti – è che le nostre professioni non intendono in alcun modo sottrarsi al proprio impegno per la legalità, che è anzi un pilastro insostituibile della nostra attività quotidiana».