Clima e ambiente: a Strasburgo i giovani attivisti portoghesi sfidano gli Stati europei

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo mercoledì 27 settembre 2023 alle 9.15 ha celebrato un'udienza molto interessante nella causa Duarte Agostinho e a. c. Portogallo e altri 32 ricorso n. 39371/20 il cui esito si saprà solamente nei primi mesi del 2024.

In primis occorre una breve premessa. La Convenzione per la difesa dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali cd. CEDU è stata elaborata nell’ambito del Consiglio d’Europa e aperta alla firma a Roma nel 1950, la CEDU è poi entrata in vigore nel settembre 1953. Con la Convenzione si è inteso perseguire gli obiettivi del Consiglio d’Europa per la salvaguardia e lo sviluppo dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali attraverso l’affermazione di diritti civili e politici e la previsione di un sistema teso ad assicurare il rispetto da parte degli Stati membri degli obblighi assunti con la firma della Convenzione. Tale sistema è stato incentrato sull’istituzione di tre organi la Commissione europea dei Diritti dell’Uomo , il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa , composto dai Ministri degli esteri, o loro rappresentanti, degli Stati membri e la Corte europea dei Diritti dell’Uomo . Innanzi, dunque, a questa Corte che i Ricorrenti tutti cittadini portoghesi di età compresa tra gli 11 e i 24 anni oggi sostengono che il riscaldamento globale e le conseguenze dirette da esso scaturenti siano addebitabili ai convenuti Stati. La causa riguarda le emissioni di gas a effetto serra provenienti dai Resistenti 33 Stati , che, secondo i Ricorrenti, contribuiscono al fenomeno del riscaldamento globale che si traduce, tra l'altro, in ondate di calore che incidono sulle condizioni di vita e sulla salute dei Ricorrenti. Il ricorso è stato depositato presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo il 7 settembre 2020. Oltre gli Stati Resistenti, sono state autorizzate ad intervenire nella procedura in qualità di terze alcune organizzazioni internazionali. Ma vediamo esattamente cosa contestano i Ricorrenti. I ragazzi contestano a questi 33 Stati interessati di non rispettare la CEDU e segnatamente gli articoli 2 diritto alla vita e 8 diritto al rispetto della vita privata e familiare della Convenzione, letti alla luce dei loro impegni assunti nell'ambito dell'accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici COP 21 che presenta un piano d'azione per limitare il riscaldamento globale con obiettivi a breve e a lungo termine l'articolo 3 divieto di maltrattamenti della Convenzione l'articolo 14 divieto di discriminazione in combinato disposto con l'articolo 2 diritto alla vita e/o l'articolo 8 diritto al rispetto della vita privata e familiare della Convenzione, sostenendo che il riscaldamento globale colpisce in particolare la loro generazione e che, data la loro età, l'ingerenza con i loro diritti è maggiore rispetto alle precedenti generazioni più anziane . Questi allegano che le summenzionate disposizioni della Convenzione dovrebbero essere lette, altresì, alla luce dei seguenti articoli e principi art. 3, paragrafo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l'interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente principio dell'equità intergenerazionale menzionato in una serie di strumenti internazionali, tra cui la dichiarazione di Rio del 1992 sull'ambiente e lo sviluppo composto da 27 articoli tutti incentrati sul tema , il preambolo dell'accordo di Parigi. Tra i vari passaggi del preambolo, infatti, si legge i cambiamenti climatici sono preoccupazione comune dell'umanità, le Parti, al momento di intraprendere azioni volte a contrastarli, dovrebbero rispettare, promuovere e prendere in considerazione i loro obblighi rispettivi nei confronti dei diritti umani, del diritto alla salute la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 1992 quest'ultimo, è un accordo ambientale internazionale prodotto dalla Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite in vigore il 21 marzo 1994. A fondamento delle loro ragioni producono degli accertamenti effettuati in ambito peritale aventi ad oggetto il riscaldamento globale, la possibilità di aumento dello stesso, ma altresì le conseguenze fisiche e psichiche, più in particolare l’aumento della cosiddetta ansia climatica” che tale riscaldamento avrebbe già causato calore oltre 40°C, incendi, tempeste atlantiche e aumento di malattie infettive. I rilievi sollevati da questi ragazzi portoghesi non sono però del tutto nuovi alla Corte. Invero, benché la CEDU non sancisca alcun diritto a un ambiente sano in quanto tale, da sempre la Corte è stata chiamata a sviluppare la propria giurisprudenza in materia ambientale in quanto l'esercizio di taluni diritti della Convenzione può essere compromesso dall'esistenza di danni all'ambiente e dall'esposizione a rischi ambientali. Ma come si sono difesi i 33 Stati? Nelle proprie memorie depositate alla Corte di Strasburgo, i singoli Stati ribattono che i giovani non possono ritenerli responsabili di quanto si è verificato o si potrà verificare in tema di cambiamento del clima. Tale riflessione a detta dei singoli Stati più che portare ad una infondatezza nel merito del ricorso, rileverebbe in prima battuta in punto ammissibilità dello stesso ricorso. Come annunciato, occorrerà attendere quantomeno sino al 2024, ma ove gli Stati risultassero soccombenti gli stessi sarebbero vincolati a intraprendere soluzioni più efficaci contro il riscaldamento globale e l'aggravarsi della crisi climatica, tra cui la riduzione delle emissioni inquinanti. E ciò poiché le sentenze della Corte sono legalmente vincolanti per i Paesi membri del Consiglio d'Europa, e la mancata osservanza espone gli Stati a possibili condanne per inadempienza.