L’OCF sul decreto Caivano: il carcere per i minori deve restare una extrema ratio

Secondo l’Avvocatura l’errore di fondo è quello di voler attribuire alla giustizia penale il compito di risolvere il problema del disagio giovanile e della violenza utilizzata come strumento di affermazione personale e sociale in contesti privi di riferimenti educativi e di supporti pubblici, quali la scuola, i servizi sociali, i centri sportivi e di aggregazione giovanile .

Per l' Organismo Congressuale Forense non bisogna sostituire” il recupero sociale del soggetto che delinque con una serie di misure preventive e punitive che vanificano l'obiettivo rieducativo finale e rischiano, anzi, di aumentare le probabilità̀ di inserimento definitivo nel circuito criminale , quindi, auspica che il dibattito parlamentare in sede di conversione in legge del decreto Caivano possa apportare significativi cambiamenti migliorativi, in linea con i principi cardine del diritto penale e nel rispetto delle consolidate garanzie proprie del processo a carico dei minorenni. Processo che già̀ contiene importanti strumenti di contrasto alla criminalità̀ minorile . Inoltre, per ciò che riguarda il diritto internazionale minorile, la massima misura custodiale del carcere va dunque disposta solo quando sussistono gravi e inderogabili esigenze di tutela della collettività̀ , per scongiurare il rischio delle conseguenze notoriamente negative derivanti dal contatto con l'ambiente carcerario prima ancora di una eventuale affermazione di condanna . Per un maggiore approfondimento, vedi anche le news Il decreto legge Caivano ” e Via libera dal CdM al dl Caivano ”.