Green Public Procurement: gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione

Lo chiamano Green Public Procurement siglato GPP ed è l'approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche in tutti i processi di acquisto debbono tendere alla tutela dell'ambiente inserendo criteri ad ho c nelle procedure di scelta del contraente.

D'altro canto, la Pubblica Amministrazione nel suo complesso è un super cliente capace di orientare il mercato si stima che gli acquisti green delle Autorità Pubbliche in Italia si attestino sugli 86 miliardi . L'obiettivo, dunque, è quello di spronare la diffusione di tecnologie e di vendita di prodotti sempre meno impattanti sotto il profilo ambientale, premiando l'Operatore Economico più illuminato sotto questo aspetto. E ciò è in linea con le esigenze connesse con la tutela dell'ambiente che devono essere integrate nella definizione e nell'attuazione delle politiche e azioni dell'Unione Europea, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile di tutta la nostra economia, come ben recita l'art. 11 del TFUE . Guardando alla nostra Legislazione interna tale obiettivo è rinvenibile sia in Carta Costituzionale che nelle disposizioni ordinarie. La Costituzione, invero, recita all' articolo 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione e all'art. 41 dispone l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente , alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali . Il d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 rubricato Norme in materia ambientale poi, all' art. 3- quater , comma 1 e 2 , recita ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del predetto codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile , al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future . Insomma, tutti, Pubblica Amministrazione compresa, nell'esercizio della propria attività debbono consentire uno sviluppo sostenibile . Strumento principale di tale sistema sono i Criteri Ambientali Minimi cd. C.A.M. i quali sono stati introdotti con il Decreto Legge 8 maggio 2008 per ogni categoria di prodotti, servizi e lavori aggiudicati dalle Pubbliche Amministrazioni. Gli stessi, poi, con la legge 28 dicembre 2015 n. 221 sono divenuti obbligatori. Recita, invero, l'art. 18 della citata legge Nell'ambito delle categorie per le quali il Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione … prevede l'adozione dei criteri ambientali minimi di cui all'articolo 2 del citato decreto 11 aprile 2008, è fatto obbligo, per le pubbliche amministrazioni , ivi incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento dei relativi obiettivi ambientali, … , attraverso l'inserimento, nella documentazione di gara pertinente, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei sottoindicati decreti … . L'efficacia dei C.A.M trova dunque spazio, dapprima, nel Codice dei Contratti Pubblici all'epoca vigente il d.lgs. 12 aprile 2006 n. 163 e successivamente tale obbligo per le Stazioni Appaltanti è stato riportato in alcune disposizioni del d.lgs. 18 aprile 2016 n. 50, tra esse gli artt. 34, 68, 69, 87, 93, 95 e 96 . Sul punto, la giurisprudenza ha avuto modo in questi anni di affermare che le disposizioni in materia di C.A.M., lungi dal risolversi in mere norme programmatiche , costituiscono in realtà obblighi immediatamente cogenti per le stazioni appaltanti, come si desume plasticamente dal terzo comma dell'art. 34, il quale sancisce che L'obbligo di cui ai commi 1 e 2 si applica per gli affidamenti di qualunque importo, relativamente alle categorie di forniture e di affidamenti di servizi e lavori oggetto dei criteri ambientali minimi adottati nell'ambito del citato Piano d'azione”” e che la politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi sia incisiva non solo nell'obiettivo di ridurre gli impatti ambientali, ma nell'obiettivo di promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili, circolari” e nel diffondere l'occupazione verde” tra le molte, Consiglio di Stato, Sez. V, 5 agosto 2022, n. 6934 , Pres. Caringella, Rel. Caminiti . Con l'entrata in vigore e l'efficacia del nuovo codice appalti d.lgs. n. 36/2023 , poi i Criteri Ambientali Minimi sono rimasti un pilastro degli acquisti verdi . Invero, il legislatore, sin dalla legge delega che ha portato alla stesura dell'attuale Codice ha mantenuto l'obbligo di inserire nella lex specialis di gara i C.A.M. I punti fondamentali e innovativi del testo vigente, dunque, vanno ricercati non tanto del mantenimento dell'obbligo già vigente e ribadito nell'art. 57, comma 2 quanto nella 1 diversificazione dei C.A.M. in base alla natura e al valore della procedura 2 valorizzazione economica nella procedura di affidamento 3 controllo degli stessi in fase esecutiva sulla base di una rendicontazione. Dispone invero l' art. 57, comma 2, cod. app. Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l'inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi, definiti per specifiche categorie di appalti e concessioni, differenziati, ove tecnicamente opportuno, anche in base al valore dell'appalto o della concessione, con decreto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e conformemente, in riferimento all'acquisto di prodotti e servizi nei settori della ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari, anche a quanto specificamente previsto dall' articolo 130 . Tali criteri, in particolare quelli premianti , sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per la pubblicazione del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell' articolo 108, commi 4 e 5 . Le stazioni appaltanti valorizzano economicamente le procedure di affidamento di appalti e concessioni conformi ai criteri ambientali minimi. Nel caso di contratti relativi alle categorie di appalto riferite agli interventi di ristrutturazione, inclusi quelli comportanti demolizione e ricostruzione, i criteri ambientali minimi sono tenuti in considerazione, per quanto possibile, in funzione della tipologia di intervento e della localizzazione delle opere da realizzare, sulla base di adeguati criteri definiti dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica . Più di recente, poi, con il d.m. 20.8.2023 il Ministero dell'Ambiente ha approvato il nuovo Piano d'azione nazionale per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione , aggiornando ed implementando, dunque, le misure di riferimento e definendo proprio gli appalti verdi uno strumento irrinunciabile per dare impulso al sistema economico nel nostro Paese e nell'Unione Europea, e tener conto di tutti gli aspetti riguardanti, in modo interconnesso, l'ambiente, la salute e gli aspetti socio - economici .