L’intelligenza artificiale avrebbe già riportato le casse di previdenza in INPS

In un recente convegno svoltosi a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo organizzato da Abv, l’Associazione delle Casse di previdenza private tedesche, e Adepp, il Presidente dell’Abv, Rudolf Henke, ha affermato l a sostenibilità è un concetto fondamentale per un sistema pensionistico come il nostro in un sistema che non riceve – e non vuole ricevere – sussidi pubblici, la sostenibilità finanziaria è la chiave di volta del nostro operato. Dobbiamo sempre guardare al futuro, con un orizzonte temporale di 40 o 50 anni, per poter rispondere in tempo alle sfide poste dai cambiamenti sociali, economici e politici che dobbiamo affrontare, con l’obiettivo di garantire le pensioni dei nostri iscritti nel lungo periodo .

Per parte sua il Presidente Adepp ha detto Viviamo, specie in Italia, un inverno demografico fatto di culle vuote, famiglie corte e invecchiamento che ha effetti diretti e indiretti sulle Casse influenzando le strategie di sostenibilità . Io ho il sospetto che l'intelligenza artificiale, elaborando tutti i dati contenuti nei bilanci consuntivi delle Casse di previdenza e nelle proiezioni attuariali triennali, concluderebbe che l'unica soluzione sostenibile sia quella di rientrare al più presto in INPS. Ma ci sono due modi per affrontare il problema quello delle Casse che magnifica i saldi attivi, come si può vedere dall'articolo pubblicato sul sito istituzionale dell'Adepp e che qui ricopio fedelmente Le Casse? Godono di ottima salute Tempo di Bilanci per gli Enti di previdenza privati e privatizzati. Numeri che fotografano un sistema in salute nonostante la crisi post Covid e i mercati finanziari ballerini”. Mai come in questa occasione – dichiara il Presidente Giuseppe Santoro presentando il Bilancio consuntivo di Inarcassa – in un Paese fragile che ha bisogno di lavoro, sicurezza e fiducia, il risultato raggiunto è frutto della coesione e della lealtà previdenziale che caratterizzano il legame tra l'Ente e i suoi associati. Unità ed unitarietà – conclude Santoro – sono valori irrinunciabili che Inarcassa, in quest'epoca ambigua, non ha smesso di perseguire per continuare ad offrire quella tutela del futuro che passa anche attraverso il benessere degli architetti e ingegneri liberi professionisti”. E i numeri gli danno ragione. L'anno chiude con un risultato positivo, che assicura all'Associazione 360 milioni di euro di avanzo economico e un patrimonio netto di circa 13 miliardi di euro. Il patrimonio netto dell'Enpam sale a 25,35 miliardi di euro. In totale nel 2022 l'Ente presieduto da Alberto Oliveti ha pagato prestazioni previdenziali e assistenziali per 2,87 miliardi di euro, in aumento di 346 milioni di euro rispetto all'anno precedente, a causa della crescita del numero dei pensionati. Nonostante questo il saldo previdenziale resta positivo. Quest'andamento è per noi certamente il più significativo – sottolinea il presidente dell'ente previdenziale dei camici bianchi – perché dimostra che l'Enpam sta governando la cosiddetta ‘gobba pensionistica', cioè la crescita ampiamente prevista dei pensionamenti, che proprio in questi anni sta raggiungendo il suo picco. La categoria dei medici e degli odontoiatri, in autonomia, sta cioè garantendo la stabilità e la sostenibilità del proprio futuro. Resta la sfida per il Paese, che deve pensare a garantire un numero sufficiente di professionisti per prendersi cura di tutti i cittadini su tutto il territorio”. Segnali positivi arrivano anche dalla Cassa di previdenza dei periti industriali . Patrimonio netto di 1,5 miliardi in crescita del 5% e avanzo economico di 32,8 milioni. Il portafoglio investimenti regge, con un rendimento al netto delle spese e delle imposte di 8,6 milioni. I liberi professionisti Periti Industriali iscritti alla Cassa restano circa 13mila, ma versano di più, grazie anche all'impennata del fatturato medio, importante aumentato rispetto al 2020. Chiude con un utile al lordo di accantonamenti e rettifiche di valore pari a 186,8 milioni mentre l'utile netto è di 39,3 milioni la Cassa di previdenza dei ragionieri . Il patrimonio investito è pari a 2 miliardi 314,3 milioni, a fronte di una valutazione a mercato di 2 miliardi 281,1 milioni e il rendimento finanziario delle gestioni patrimoniali mobiliari si è attestato al -12,6%”. L'Ente degli avvocati presieduto da Valter Militi , registra un patrimonio netto superiore ai 16 miliardi e un avanzo di gestione superiore al miliardo” che è maturato, peraltro, in un anno estremamente difficile da un punto di vista finanziario, per la concomitanza delle difficoltà economiche provocate dalla guerra e il perdurare degli strascichi della pandemia”. A tutte le misure assistenziali per i professionisti associati, lo scorso anno, la Cassa forense ha destinato oltre 68 milioni. E' di oltre 75 milioni l'avanzo economico della Cassa del Notariato che registra un patrimonio che supera il miliardo e 700 milioni. Il ‘boom' degli acquisti immobiliari post-Covid ha fatto sì che il 2022 si chiudesse con oltre 4 milioni di atti stipulati e con volumi repertoriali generati dalla professione notarile che sfiorano i 900 milioni”, fa sapere il Presidente Vincenzo Pappa Monteforte . Ricavi per 275 milioni +6,2%, rispetto al 2021 , un avanzo di esercizio di oltre 100 milioni +12,9% e un patrimonio che supera la cifra di 1,53 miliardi +7% , tale da garantire oltre 10 volte la spesa per pensioni in essere” ecco le cifre principali del bilancio consuntivo 2022 dell' Enpacl, l'Ente di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro , approvato oggi dall'assemblea dei delegati della stessa Cassa presieduta da Alessandro Visparelli. E mentre al 31 dicembre scorso il patrimonio netto della Cassa geometri è risultato in crescita, arrivando a 2 miliardi ed oltre 578 milioni era di più di 2 miliardi 478 nel 2021 , l a Cassa dei dottori commercialisti vede le riserve patrimoniali superare i 10 miliardi e 530 milioni, in crescita del 4,2% rispetto al 2021, così come sono in salita i proventi degli investimenti pari ad oltre 338,5 milioni, con una crescita, rispetto al 2021, del 16,4%. Enpaia chiude il bilancio 2022 con 10.6 milioni di utile. Un risultato sopra le aspettative – spiega il Presidente Giorgio Piazza nella sua relazione al Cda – considerando le difficoltà del contesto economico-finanziario che hanno contraddistinto l'anno 2022″ mentre Enasarco registra un patrimonio in crescita a 8,3 miliardi di euro +2% rispetto al 2021. La riserva legale, corrispondente al patrimonio netto, è invece pari a 5,6 miliardi di euro, contro i 5,4 miliardi di fine 2021 e rappresenta 5,3 volte il valore delle prestazioni previdenziali 2022. La Fondazione -si legge nella nota diffusa – è gestore istituzionale di un asset pubblico, quello della previdenza obbligatoria integrativa, per tale ragione occorrerà agire con trasparenza e senso di responsabilità, per essere partecipi del rinnovamento della nostra economia, mettendo a fattor comune le risorse e le conoscenze, affinché agiscano da leva sullo sviluppo del Paese e sul miglioramento della previdenza e del welfare dei nostri iscritti. Occorrerà in definitiva restituire alla Fondazione un ruolo istituzionale e sociale, passando attraverso la riqualificazione del portafoglio investito, affinché sia realmente redditizio, sostanzi la natura istituzionale della Fondazione, abbia profili mission related e attribuisca alla Fondazione stessa un ruolo di sostegno concreto all'economia del Paese”, conclude l'Ente”. Ed infine, per Enpap l'avanzo dell'esercizio è di 78,6 milioni di euro. Il rendimento netto della gestione finanziaria è pari al 3,3534% su un patrimonio investitodi oltre 2 miliardi di euro. Continua il trend di crescita degli iscritti all'ENPAP oltre 77 mila Psicologi attivi, + 6,21% rispetto all'anno precedente. Presidente Torricelli Nonostante il conflitto Russia-Ucraina abbia moltiplicato i costi dell'energia, creato grande volatilità dei mercati finanziari e sostenuto l'aumento fuori controllo dell'inflazione, un'attenta politica degli investimenti e l'ampia diversificazione del nostro portafoglio ci hanno consentito di raggiungere, anche nel 2022, obiettivi di rendimento in linea con gli anni precedenti. Ora potremo utilizzarli anche per rivalutare i versamenti previdenziali dei nostri Iscritti, come facciamo dal 2015 ” . E quello che propongo io veniamo ai dati che l'IA potrebbe elaborare e i dati li traggo dal Rapporto n. 10 anno 2023, Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano, Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell'assistenza per l'anno 2021 di Itinerari Previdenziali pagg. 71, 72, 73, 74, 75 e 76 3.2 L'analisi per singola Cassa e gli indicatori principali Le tabelle 3.2 e 3.4 riportano, per ogni singola cassa, gli indicatori relativi alla sostenibilità dell'ente nel medio e lungo termine. Il primo indicatore di sostenibilità della spesa nel medio e lungo termine è il saldo pensionistico , cioè il rapporto tra l'insieme delle entrate contributive contributi soggettivi e integrativi e il costo per l'erogazione delle pensioni. Nel calcolo sono state considerate anche entrate contributive diverse da quelle sopracitate in particolare quelle relative ai recuperi per omissioni contributive, sanzioni e interessi per ritardati versamenti complessivamente pari a 222 milioni dettagli alla tabella 3.3 per i 509 e alla tabella 3.5 e per i 103 in crescita rispetto ai 166 dello scorso anno. La crescita è dovuta in sia ai 509 +48 milioni sia ai 103 +8,5 milioni dai -5 del 2020 . Il cospicuo incremento di queste tipologie è conseguente al ritorno alla normalità dopo i lockdown e le varie restrizioni legate alla pandemia da COVID-19 che hanno consentito la ripresa delle attività di recupero e il contemporaneo incasso dei versamenti dilazionati nel tempo. Oltre al saldo pensionistico puro sono riportati gli altri due rapporti, fondamentali per la sostenibilità e già evidenziati in precedenza a livello complessivo di sistema il rapporto demografico, numero pensionati/numero attivi, e quello economico, dato da pensione media/contributo medio. Per tutti questi indici vengono riportate le variazioni percentuali a 1, 5, e 10 anni e dalla costituzione dell'Ente. Il rapporto entrate contributive e spesa per pensioni ” tabella 3.2 relativo alle Casse 509 comprende ancora quello relativo all'INPGI Gestione Sostitutiva dell'AGO che, come sopra ricordato, dal 1° luglio 2022 è confluito nell'INPS. I dati confermano il permanere delle difficoltà della Cassa, il cui valore pari a 0,63 evidenzia per il 2021 un ulteriore, anche se lieve, peggioramento rispetto allo 0,62 del 2020, dovuto alla pesante crisi del settore. Per quanto riguarda le Casse Dottori Commercialisti, Veterinari e Avvocati il rapporto entrate/uscite è buono, con valori vicini o superiori a 2, ovvero entrate contributive più che doppie 2,78 volte per CDC rispetto alle prestazioni pensionistiche gli altri Enti indicano un saldo sostanzialmente stabile, anche se in lieve diminuzione, dovuto allo scarso aumento dei contributi causato dagli effetti del COVID-19 sull'economia. In particolare, Geometri e Ragionieri hanno subito una riduzione dei contributi pensionistici, rispettivamente -3,10% e -3,11%, dovuta alla diminuzione dei redditi medi e del volume medio degli affari come diretta conseguenza degli effetti depressivi della pandemia. Quanto al rapporto pensionati/attivi” i dati migliori li evidenziano la Cassa Forense solo 12,51 pensionati ogni 100 attivi seguita da Cassa Dottori Commercialisti 13,74 , Inarcassa 23,56 e Veterinari 28,25 più problematico il rapporto per Cassa del Notariato 52,96 , Geometri 48,32 e INPGI 67,90 da 67,56 . Da segnalare, inoltre, come nessuna Cassa sia riuscita a migliorare, seppur di poco, il rapporto rispetto al 2020, trend che dipende sia dall'invecchiamento della popolazione che da situazioni contingenti quali i pensionamenti del Servizio Sanitario Nazionale per i medici di base non adeguatamente sostituiti che hanno provocato una drastica crescita del rapporto da 65,97 a 73,29. Il rapporto pensione media/contributo medio ” presenta valori che vanno da 1,42 dei veterinari a 4,09 degli avvocati, in diminuzione dal 4,13 del 2020 e dal 4,23 del 2019 . Inoltre, tutte le Casse presentano un rapporto più basso rispetto all'anno precedente fatta eccezione per Geometri da 1,96 a 2 e Medici da 0,96 a 0,99 . L'Enpam, che ha tra gli iscritti sia i medici che esercitano la libera professione come i medici di famiglia e i dipendenti di aziende sanitarie pubbliche e private, la cui posizione pensionistica di base è gestita dall'INPS ex Inpdap , presenta una situazione particolare per la quale i liberi professionisti hanno contribuzioni e pensioni gestite dall'Ente mentre i dipendenti sono iscritti in quanto appartenenti all'albo ma versano una contribuzione minore ed hanno una prestazione che essendo complementare a quella pubblica è di modesta entità. In questo caso ricalcolando gli ultimi due indici considerando il numero dei medici che ricevono una o più pensioni anziché il numero di prestazioni gli stessi sono maggiormente confrontabili con quelli delle altre Casse dove il numero delle pensioni erogate coincide con quello dei percipienti. Più precisamente il rapporto pensionati/attivi passa da 73,29 a 38,15 in crescita dal 35,29 dal 2020 mentre quello pensione media/contributo medio da 0,99 ad 1,86 più alto dell'1,72 dello scorso anno. tabella 1 Quanto al recupero di contributi omessi o non versati tabella 3.3 , per le Casse 509 è continuato il trend di crescita iniziato nel 2019 +28 milioni sul 2018 proseguito nel 2020 +15 milioni sul 2019 e ancor migliorato nel 2021 +48 milioni . Quest'ultimo dato risente delle sospensioni temporanee e delle dilazioni nei versamenti concesse agli iscritti nel 2020 a causa della pandemia in corso. tabella 2 La tabella 3.4 riporta gli stessi indicatori calcolati per gli enti privatizzati di cui al decreto 103/1996. Data la loro recente istituzione” le prestazioni pensionistiche erogate sono ancora in numero limitato, per cui il rapporto entrate/uscite è generalmente molto positivo anche se fisiologicamente in diminuzione dovuta all'invecchiamento degli iscritti e conseguente maturazione dei requisiti pensionistici per la componente più anziana. Il rapporto entrate contributive/spesa per pensioni varia, infatti, da 4,60 dei Periti Industriali EPPI al 14,55 degli Infermieri ENPAPI , all'11,24 degli Psicologi ENPAP e all'8,41 dei Biologi ENPAB . Poco significativo, anche se fortemente positivo, è l'indice per gli Agrotecnici Enpaia gestione Agrotecnici pari a 63,3 operativo solo dal 2008, con l'erogazione di appena 78 pensioni tabella 4-103 in allegato . È opportuno precisare che il calcolo del parametro è influenzato dai criteri di rilevazione delle entrate contributive. Infatti, le aliquote vengono applicate al reddito e al volume d'affari dell'iscritto che sono disponibili solo nell'autunno dell'anno successivo per cui, il dato sulle entrate contributive riportato in bilancio è frutto di una stima che in anni normali è molto accurata mentre per il 2020, stante lockdown e pandemia, sono stati adottati diversi criteri più o meno prudenziali che hanno portato a scostamenti non trascurabili nel bilancio 2021 dove tutte le Casse hanno sottostimato le entrate contributive con conseguente crescita del parametro. Ad esempio, i Biologi avevano fortemente sottostimato le entrate 2020 -21,57% alla comunicazione dei redditi, poi, si è riscontrato che gli effetti della pandemia da COVID-19 sul reddito e sul volume di affari sono stati pressoché nulli come nulli sono stati gli effetti sul numero delle iscrizioni rimaste costanti. Da qui il forte incremento delle contribuzioni nel 2021 +39,03% . tabella 3 Anche il rapporto pensionati/attivi è fortemente positivo trascurando le due piccole gestioni speciali di Enpaia, si va dai 6,22 pensionati ogni 100 attivi di INPGI-gestione separata ai 7,81 degli Psicologi Enpap agli 8,10 degli Infermieri Enpapi , fino a un massimo di 41,16 pensionati per 100 attivi dei Periti Industriali Eppi gli altri Enti mantengono valori intorno agli 8-12 pensionati per attivo ma tutti in lieve crescita probabilmente legata all'aumento dei pensionati causa COVID. Con la maturazione” di queste gestioni il numero dei pensionati potrà solo crescere alzando il valore del rapporto. Infine, il rapporto pensione media/contributo medio ”, al netto delle due gestioni speciali di Enpaia, evidenzia una pensione media più alta del contributo medio di ben 2,09 volte per i Giornalisti Inpgi-gestione separata , di 1,54 volte per il Pluricategoriale Epap , e di 1,14 volte per gli Psicologi. Per gli altri Enti il rapporto è buono, inferiore a 1 e con lievi riduzioni rispetto al 2020. In ogni caso, rispetto all'anno precedente tutti gli Enti hanno alzato il rapporto seppure lievemente. Quanto al recupero di contributi omessi o non versati tabella 3.5 , per le Casse 103 si è registrato un più che discreto aumento +8,5 milioni dai 15 del 2020 probabilmente legato alle sospensioni temporanee e alle dilazioni nei versamenti concesse agli iscritti nel 2020 a causa della pandemia in corso. tabella 4 3.3 Gli altri indicatori di sostenibilità, costi di gestione e dati di bilancio Il secondo indicatore di sostenibilità di lungo periodo è dato dal saldo generale tra tutte le entrate contributive e finanziarie e tutte le uscite per prestazioni e spese di funzionamento che evidenzia un quadro il più completo possibile della situazione economica globale delle singole Casse. Pertanto, a partire dal 2014 vengono rilevati non solo i dati della gestione previdenziale entrate contributive e spese per prestazioni pensionistiche ma l'insieme di tutte le poste contabili dell'ente, ovvero, sia le altre entrate contributi per welfare , rendimenti della gestione del patrimonio ed entrate straordinarie sia gli altri costi prestazioni welfare , spese di gestione e spese straordinarie . In pratica viene evidenziato il saldo contabile , ovvero il risultato complessivo della gestione economica dell'ente, e monitorato il suo andamento nel tempo. Nel 2021 per entrambe gli Enti il saldo contabile ha registrato una ripresa sostenuta rispetto agli scarni risultati dell'anno prima, con particolare riferimento ai 103 per i quali è quasi raddoppiato superando gli effetti della pandemia COVID. Nel dettaglio, per i 509 il saldo contabile totale è aumentato di 1,19 miliardi di euro, recuperando praticamente gli 1,36 miliardi in meno dell'anno precedente, nonostante il permanere dello squilibrio fra entrate contributive e prestazioni previdenziali dell'INPGI. I ricavi prodotti dalla gestione patrimoniale hanno praticamente recuperato il miliardo perso lo scorso anno. Ancora più accentuato l'aumento del saldo per i 103 che passa dagli 89 milioni del 2020 a 173 milioni, sostenuto, come per i 509, dall'incremento delle entrate della gestione patrimoniale +114 milioni e dal miglioramento del rapporto entrate contributive e prestazioni previdenziali per gli stessi motivi soprariportati per i 509. Da ultimo, essendo di particolare interesse, il Rapporto rileva anche l'incidenza dei costi di funzionamento sul valore della produzione somma delle entrate e uscite totali . Nel 2021 per i 509 l'indice ha continuato a diminuire passando al 2,61% dal 2,88% del 2020 grazie all'aumento del valore della produzione +9,6% e ad una riduzione delle spese di funzionamento. Per l'insieme dei 103, nonostante l'aumento delle spese, il forte incremento dei ricavi della gestione patrimoniale porta l'indice al 3,53% dal precedente 5,62%. Le tabelle 3.6 e 3.7 riassumono i sopracitati indicatori rispettivamente per gli Enti 509 e 103. tabella 5 A completamento del quadro sulle Casse” è utile una sintetica analisi sulla composizione ed evoluzione del numero complessivo degli iscritti versanti e non nel corso degli anni. Dai dati relativi al 2020, ultimi disponibili, si evidenzia un ritorno alla crescita dell'insieme dei contribuenti +0,47% contro il -0,30% del 2019 trascinata dal continuo e sensibile incremento del numero dei pensionati ancora attivi +10,01 nel 2020 dopo il +4,16% nel 2019 unito a una sostanziale stabilità dei contribuenti attivi -0,07 nel 2020 dopo la diminuzione dello 0,54% del 2019 . Il fenomeno non è di breve durata infatti, dal 2005 la crescita è stata del 131,92% per i pensionati e del 24,97% per gli attivi. A fine 2020 i pensionati attivi sono il 6,21% del totale dei contribuenti. L'aumento di chi prosegue a versare i contributi anche dopo il raggiungimento della pensione è attribuibile sia alle recenti riforme che hanno gradualmente aumentato la componente contributiva nel calcolo della pensione sia alle ormai ricorrenti crisi economico-finanziarie che inducono a proseguire la professione per salvaguardare il proprio tenore di vita. L'analisi demografica degli iscritti suddivisi in fasce d'età decennali fino a 30 anni, 30-40, 40-50, 50-60, 60-70, over 70, inclusi gli iscritti pensionati, indica che la classe d'età più numerosa è quella compresa tra i 40 e i 50 anni 27,5% , seguita da quella fra i 50 e i 60 anni 25% . In pratica più del 50% degli iscritti ha un'età compresa fra 40 e 60 anni. Inoltre, si evidenzia anche come le Casse siano molto eterogenee in relazione all'età degli iscritti dato che nelle varie fasce troviamo una distribuzione molto ampia. Ad esempio, considerando la classe 30-40 anni troviamo che il minimo è 3% degli iscritti mentre il massimo è circa il 37%. A ciò si aggiunge la constatazione che l'età media nei vari Enti passa regista un minimo di 42 ed un massimo di 56 anni. tabella 6 L'evoluzione nel tempo, considerando il periodo 2005-2020, evidenzia l'invecchiamento della platea degli iscritti le maggiori variazioni riguardano le fasce degli iscritti con età compresa tra i 40 e i 50 anni nel 2005 erano il 31,2% del totale degli iscritti, nel 2020 si sono ridotti al 27,5% , quella tra i 50 e i 60 anni, passata dal 18% del totale al 25,1%, e gli under 40, ridottisi al 28,1% dal quasi 41% del 2005. Il progressivo invecchiamento è dovuto principalmente alle riforme previdenziali che hanno alzato l'età pensionabile e correlato maggiormente le pensioni ai contributi versati ma anche al desiderio di rimanere attivi e mantenere al meglio la propria condizione economica. Prosegue la crescita della componente femminile che passa dal 40,6% del 2019 a oltre il 41% del 2020 sul totale degli iscritti confermando un trend di crescita che in 14 anni ha portato le donne dal 30% all'attuale valore . L'età media è stabile a 45 anni contro i 50 degli uomini. Analizzando le fasce d'età, per i professionisti sotto i 40 anni la componente femminile sul totale rimane stabile al 53% del totale contro un 46% di uomini. La situazione si inverte ovviamente all'aumentare dell'età dove le percentuali femminili sul totale si riducono al 45,6% tra i 40-50 anni, al 34,7% tra i 50-60 anni, tra 27,8% fra i 60-70 anni e al 14,4% oltre i 70 anni. Tra i nuovi iscritti la differenza di genere non è significativa le donne sono il 51% con ma con una differenza di età 31 anni per le donne e 34 per gli uomini. Territorialmente, il numero medio di professionisti per mille abitanti è di circa 27 a livello nazionale e a livello regionale va dal minimo di 22 del Trentino-Alto Adige al massimo di 31 del Lazio. Le regioni con il maggior numero percentuale di professionisti sono la Liguria 30 e quelle del centro Italia Marche 28 , Toscana 29, Umbria e Abruzzo con 30 e il Lazio con 31. Quelle con il numero più basso sono Friuli-Venezia Giulia con 24 e Piemonte, Veneto, Puglia e Sicilia con 25 . Dal 2040 in poi la sostenibilità delle Casse di previdenza dipenderà dall'andamento dei mercati finanziari il che significa trasferire sugli iscritti il rischio dei mercati finanziari il che non mi pare in linea con l'art. 38 della nostra Carta Costituzionale. Più nel dettaglio, una determinata attività patrimoniale si definisce rischiosa nel caso in cui il suo andamento non possa essere, del tutto o almeno in parte, previsto con anticipo e certezza viceversa, viene considerata a basso rischio, quando non addirittura risk free, nel caso in cui il suo andamento nel tempo risulti più facilmente prevedibile e/o sia in grado di garantire un flusso monetario certo, esponendosi in misura più contenuta all'eventualità di oscillazioni o perdite. Semplificando e di molto la questione, si potrebbe ad esempio dire che un investimento è a basso rischio quando garantisce al risparmiatore quantomeno la conservazione del proprio patrimonio iniziale è invece ad alto rischio, quando diventa più difficile stabilire l'entità finale del patrimonio investito, che potrebbe persino e nella peggiore delle ipotesi subire perdite ingenti Pensioni & lavoro . Cosa si intende per rischio finanziario? A differenza del rendimento, che è una grandezza misurabile, il rischio finanziario è un parametro tanto rilevante quanto soggettivo in questo contesto, infatti, per rischio si intende la quota di incertezza intrinsecamente associata a una determinata attività finanziaria. Tanto che, quando si parla di propensione al rischio di un investitore, ci si riferisce di consueto al livello di disponibilità” con cui è pronto ad accogliere perdite patrimoniali dovute alle oscillazioni dei mercati finanziari, al fallimento dell'emittente di un determinato strumento finanziario o, più in generale, con cui è disposto a sopportare che i propri risparmi non siano semplicemente sottratti alla sua immediata disponibilità ma anche soggetti a una variabilità estrema di fattori che possono condizionare i risultati prefissati al di là di ogni aspettativa iniziale .Posto che è quasi impossibile individuare strategie o strumenti del tutto risk free, una determinata attività finanziaria è di solito definita a basso rischio quando il suo andamento può essere, del tutto o almeno in parte, previsto con anticipo e con buoni margini di certezza, garantendo un certo flusso monetario per quanto magari contenuto al contrario, è invece considerata ad alto rischio quando i margini di variabilità sono così elevati da non dare all'investitore neppure la certezza di conservare quantomeno il patrimonio inizialmente investito, a fronte tuttavia della possibilità di subire perdite quanto guadagni ingenti. Rischio e rendimento tendono infatti a crescere in maniera direttamente proporzionale tra loro detto quindi in parole semplice, chi vuole guadagnare di più deve essere pronto ad assumersi più rischi! Fidelity international .