L’insistenza di Cassa Forense per la sospensione del contributo integrativo obbligatorio 2023

In seguito alla delibera del Comitato dei Delegati in data 17 marzo 2023, il CDA di Cassa Forense ha invitato i Ministeri Vigilanti a riesaminare il provvedimento con cui è stata imposta la riscossione del contributo minimo integrativo obbligatorio per l'anno 2023, oltre che presentare ricorso al TAR Lazio al fine di garantire la tutela più ampia dei diritti dei propri iscritti.

I Ministeri, infatti, proprio il marzo scorso, hanno negato l'approvazione della delibera del 16 settembre 2022 del Comitato dei Delegati, concernente l'estensione al 2023 dell' esonero dal pagamento del contributo integrativo minimo , già sospeso nel periodo 2018/2022, e funzionale all'entrata in vigore, a partire dal 2024, della riforma strutturale della Previdenza forense. Tale esonero avrebbe, inoltre, comportato un costo stimato in circa 25 milioni di euro, cifra assolutamente compatibile con gli equilibri finanziari di lungo periodo dell'Ente . Essendo di parere diverso i Ministeri Vigilanti , per l'appunto, l'Ente previdenziale si troverà dunque obbligata a mettere in riscossione, per il 30 settembre 2023, il contributo minimo, rivalutato a € 770,00, salva diversa decisione del Giudice amministrativo o ripensamento degli stessi ministeri in questione. Per un maggiore approfondimento vedi anche Le indicazioni di Cassa Forense per i contributi minimi 2023 ” e Addio all'esonero dei contributi minimi per gli avvocati per il 2023 i Ministeri vigilanti impongono la riscossione ”.