Sul regime ostativo la Consulta rimette gli atti ai giudici di merito

A seguito della Camera di consiglio di ieri, la Corte Costituzionale ha deciso di rimettere ai giudici a quibus gli atti in relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate in tema di regime ostativo.

Oggetto di scrutinio della camera di consiglio di ieri era l'articolo 4-bis, comma 1, ord. penumero , nella parte in cui, in caso di condanna per delitti diversi da quelli di contesto mafioso, ma pur sempre “ostativi”, non consente al detenuto che non abbia utilmente collaborato con la giustizia di essere ammesso alle misure alternative alla detenzione. Si trattava rispettivamente, della richiesta di accedere all'affidamento in prova al servizio sociale e alla semilibertà. La Consulta ha deciso di rimettere gli atti al Tribunale di sorveglianza di Perugia e al Magistrato di sorveglianza di Avellino poiché, a seguito dell'entrata in vigore del d.l. 31 ottobre 2022, numero 162, convertito, con modificazioni, nella legge 30 dicembre 2022, numero 199, la presunzione di pericolosità che impedisce la concessione di benefici penitenziari e delle misure alternative alla detenzione è diventata da assoluta a relativa. Come si legge nel comunicato stampa, «costoro sono ora ammessi a chiedere i benefici, sebbene in presenza di nuove, stringenti e concomitanti condizioni, diversificate a seconda dei reati che vengono in rilievo». I giudici rimettenti dovranno ora verificare gli effetti della normativa sopravvenuta sulle questioni sollevate, procedendo, eventualmente, ad una nuova valutazione della loro non manifesta infondatezza. Non resta che attendere il deposito della sentenza per leggere per intero le motivazioni della decisione.