Si fa cassa sulle pensioni

La manovra approdata in Parlamento taglia la rivalutazione sulle pensioni secondo il seguente schema.

Tasso di rivalutazione delle pensioni per il 2023 = 7,3% - pensioni minime € 524,00 lordi rivalutazione al 120% - pensioni fino ad € 2.096,00 lordi rivalutazione al 100% = 7,3% - pensioni da € 2.096,00 ad € 2.620,00 lordi rivalutazione all’80% = 5,84% - pensioni da € 2.620,00 ad € 3.144,00 lordi rivalutazione al 55% = 4,01% - pensioni da € 3.144,00 ad € 4.192,00 lordi rivalutazioni al 50% = 3,65% - pensioni da € 4.192,00 ad € 5.240,00 lordi rivalutazione al 40% = 2,92% - pensioni da € 5.240,00 lordi in su rivalutazione al 35% = 2,55%. immagine A questo punto è bene tenere presente l’apporto del lavoro e delle pensioni al gettito IRPEF. Il lavoro dipendente genera mediamente il 55% del gettito IRPEF, mentre il contributo dei pensionati è in netta crescita, ora attorno al 30%. Scende invece il reddito da lavoro indipendente impresa e lavoro autonomo per effetto dei regimi fiscali agevolati che in finanziaria sono potenziati. Siamo passati dal 18-19% del 2008 al 12% attuale cfr. Chi paga l’IRPEF di Bruno Anastasia del 22.11.2022 in www.lavoce.info . Secondo la CGIL Senza alcun confronto preventivo con le Organizzazioni Sindacali, si interviene sul meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere tagliando così la loro rivalutazione rispetto all’inflazione per destinare 3,5mld così recuperati in favore del lavoro autonomo e per finanziare interventi che aumentano le disuguaglianze secondo i calcoli del Governo il risparmio di spesa dovrebbe essere di 1,58 miliardi . Vediamo ora la distribuzione delle pensioni in INPS e, a seguire, in Cassa Forense per dimostrare che il fenomeno è speculare. Le pensioni vigenti all’01.01.2022 in INPS sono 17.749.278, di cui 13.766.604 il 77,6% di natura previdenziale e 3.982.674 il 22,4% di natura assistenziale. immagine La situazione delle pensioni in Cassa Forense è la seguente le pensioni in CF sono 30.863. immagine Possiamo concludere , come dice Bruno Anastasia, che il Paese si sta affidando troppo significativamente ai pensionati? A rendere fragile il sistema pensionistico italiano, che non può essere considerato un bancomat, sono due aspetti di contesto la sostenibilità delle finanze pubbliche e la bassa crescita economica. Da sola, una nuova riforma delle pensioni, preannunciata dal nuovo Governo, servirebbe a poco. Uno sguardo particolare dovrebbe, comunque, essere riservato al sistema chiuso delle Casse di previdenza dei professionisti che dipendono sempre più dai mercati finanziari e impegnate, in questo periodo storico, nella impellente necessità di raggiungere obiettivi finanziari oltre ogni reale aspettativa i rendimenti obiettivI si sono spostati nell'anno in corso all’8% per chi deve battere” l’inflazione, obiettivI che difficilmente verranno rispettati, perlomeno nel 2022, già negativo.