Sarà consentito agli avvocati compensare i contributi dovuti a titolo di oneri previdenziali a Cassa Forense con i crediti per spese, diritti ed onorari dovuti dallo Stato per aver prestato gratuito patrocinio. È stata finalmente accolta l’istanza di CNF e della Cassa di previdenza. La disposizione è contenuta nella manovra di bilancio 2023.
La disposizione, contenuta nell’art. 150 della Legge di bilancio 2023 trasmessa alla Camera dopo la bollinatura della Ragioneria dello Stato, varata dal Governo Meloni è un intervento atteso da tutta l’Avvocatura, che pone finalmente termine alle insopportabili attese dei colleghi dinanzi alla liquidazione dei crediti professionali e si traduce quindi in benefici visibili per gli avvocati , per il Ministero della Giustizia, che si vede così liberare di una mole di adempimenti notevole, e per l’Erario stesso, che potrà quindi migliorare la sua performance in termini di pagamenti della Pubblica Amministrazione hanno affermato Maria Masi e Valter Militi, presidenti di CNF e Cassa forense. La misura avrà un significativo impatto sugli avvocati soprattutto perché comporterà una riduzione dei tempi per il pagamento dell’attività prestata in gratuito patrocinio , ma comporterà altresì uno snellimento dell’attività degli uffici giudiziari, che verranno sollevati dal compito di erogare il credito professionale. Si prevede che i pagamenti verranno fatti mediamente due anni prima rispetto al passato. La nuova norma comporterà, in aggiunta, anche un beneficio per Cassa forense, in quanto, tutti i crediti per i quali i professionisti avranno optato per la compensazione, saranno riversati alla Cassa direttamente dall’Agenzia delle Entrate, con eliminazione per gli oneri previdenziali dei relativi costi di qualsiasi attività di pagamento o recupero.