Videosorveglianza urbana: stop agli occhiali smart e al riconoscimento facciale fai da te

I Comuni non possono utilizzare sistemi di videosorveglianza che trattano dati biometrici almeno fino al 31 dicembre 2023. E nemmeno avventurarsi nell’impiego di tecnologia di video controllo particolarmente innovativa senza aver effettuato tutte le necessarie valutazioni sulla protezione dei dati personali.

Ed in particolare senza aver realizzato una valutazione di impatto privacy e condiviso con la prefettura l’eventuale utilizzo interforze dei propri sistemi di videosorveglianza con un accordo ad hoc. Lo ha evidenziato il Garante per la protezione dei dati personali con un comunicato diramato il 14 novembre 2022. I Comuni di Lecce e di Arezzo hanno annunciato l’avvio di due sistemi particolarmente innovativi. Il primo con l’inserimento di tecnologie che prevedono il rico noscimento facciale nei dispositivi di videosorveglianza . Il secondo con l’adozione di super occhiali infrarossi in grado di rilevare le infrazioni, il numero di targa e assicurare il collegamento con le banche dati nazionali per la verifica della regolarità dei documenti di guida. Queste determinazioni hanno acceso il faro dell’Autorità centrale che ha immediatamente aperto due istruttorie . In base alla normativa europea e nazionale, ha ricordato l’Autorità, il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, mediante dispositivi video, è generalmente ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri . Per quanto riguarda l’elegante cittadina pugliese, il Garante ha specificato che i Comuni possono utilizzare impianti di videosorveglianza, solo a condizione che venga stipulato il cosiddetto patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura . Inoltre, fino all’entrata in vigore di una specifica legge in materia, e comunque fino al 31 dicembre 2023 , in Italia non sono consentiti l’installazione e l’uso di sistemi di riconoscimento facciale tramite dati biometrici, a meno che il trattamento non sia effettuato per indagini della magistratura o prevenzione e repressione dei reati. La moratoria nasce dall’esigenza di disciplinare requisiti di ammissibilità , condizioni e garanzie relative al riconoscimento facciale, nel rispetto del principio di proporzionalità. Il Comune dovrà quindi fornire all’Autorità una descrizione dei sistemi adottati, le finalità e le basi giuridiche dei trattamenti, un elenco delle banche dati consultate dai dispositivi e la valutazione d’impatto sul trattamento dati, che il titolare è sempre tenuto ad effettuare nel caso di sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico . Per quanto riguarda il Comune toscano, prosegue il Garante, secondo notizie di stampa, a partire dal 1 dicembre 2022 è prevista la sperimentazione di super-occhiali infrarossi che rileverebbero le infrazioni dal numero di targa e, collegandosi ad alcune banche dati nazionali, sarebbero in grado di verificare la validità dei documenti del guidatore . L’Autorità ha messo in guardia dall’uso di dispositivi video che possano comportare anche indirettamente un controllo a distanza sulle attività del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Anche il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale che indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda .