Avvocati penalisti in agitazione invocano l’intervento del neo Ministro Nordio

La Camera Penale di Roma ha proclamato l’astensione dalle udienze per il 2 novembre prossimo, quale reazione alla vicenda che ha visto succedersi nel corso di un singolo procedimento di mafia 16 giudici diversi in 15 udienze. Aderendo all’iniziativa, UCPI ha deliberato lo stato di agitazione.

Prosegue la costante violazione del diritto ad essere giudicati dallo stesso giudice che ha raccolto la prova . L’Unione esprime vivo apprezzamento e totale condivisione delle ragioni della protesta e della deliberazione di astensione dalle udienze proclamata dalla Camera Penale di Roma, e proclama lo stato di agitazione dell’Avvocatura Penale invitando le Camere Penali territoriali ad assumere iniziative di denuncia delle prassi giudiziarie violative della regola di immutabilità del giudice . Lo si legge nel comunicato con cui l’UCPI ha deliberato lo stato di agitazione aderendo all’iniziativa della Camera Penale di Roma a seguito dei gravi accaduti nell’ambito di un procedimento penale per il quale il Collegio giudicante è mutato nella sua composizione praticamente ad ogni udienza, spesso anche nella misura di due componenti su tre, restando immutata la sola persona del Presidente. In sostanza, in 15 udienze si sono avvicendati complessivamente 16 giudici diversi . L’Unione ribadisce che è semplicemente incompatibile con i più elementari principi del giusto processo , e prima ancora con le regole della logica e del buon senso, l’idea non solo che il giudice che pronuncia la sentenza sia diverso da quello che ha raccolto la prova, ma addirittura che il giudice possa mutare ad ogni udienza istruttoria , e perfino nel corso delle udienze di discussione, risultando così vilipesi ed umiliati allo stesso tempo il diritto degli imputati ad un giusto processo e la dignità della giurisdizione e del giudice . Esprimendo quindi apprezzamento e condivisione per le ragioni della protesta e della deliberazione proclamata nella Capitale, l’Unione si riserva di rendere edotto il nuovo Ministro di Giustizia, On.le Carlo Nordio , della ferma determinazione dei penalisti italiani di chiedere ed ottenere dal nuovo Governo, con i caratteri della più assoluta urgenza, l’adozione di un adeguato intervento normativo che, negando in radice presupposti e conseguenze di quanto statuito dalla sentenza Bajrami delle SS.UU., restituisca in modo inequivoco e non soggetto a possibili, ulteriori manipolazioni interpretative, l’intangibile principio della immediatezza della decisione ” già inutilmente sancito dall’art. 525 c.p.p. nella sua attuale formulazione, statuendo al contempo il principio per il quale qualunque trasferimento del giudice, per ragioni diverse dalla urgenza, possa avere luogo solo quando il giudice medesimo abbia smaltito il proprio ruolo di udienze, almeno con riguardo a quelle la cui istruttoria si sia già svolta nelle sue cadenze più significative .