Un focus sulla previdenza in vista del XXXV Congresso Nazionale Forense

Si è già svolta a Roma la conferenza stampa di presentazione del XXXV Congresso nazionale forense. La Presidente del CNF si è augurata che il Congresso sia prima di tutto un’occasione di condivisione e riflessione, ancora prima di discussione.

All’ordine del giorno non ho visto nemmeno un focus sulla previdenza forense ma, come ha detto la nostra Presidente a me sembra opportuna una riflessione prima ancora che una discussione, anche in considerazione che è in votazione una riforma strutturale della previdenza forense della quale si sa poco o nulla di ufficiale. Le richieste di accesso agli atti della riforma non hanno avuto esito perché il responsabile della trasparenza di Cassa Forense ha invocato il paragrafo 6.3 delle linee guida dell’ANAC esercitando il potere di differimento per la trasmissione della documentazione richiesta, fino alla definitiva approvazione da parte del Comitato dei Delegati del regolamento unico della previdenza. Come se, dico io, lo Stato dicesse al cittadino Non ti dico nulla di una legge sino all’approvazione da parte del Parlamento.” Questo, a mio giudizio, giustifica l’astensionismo pesante che si è verificato anche in questa tornata elettorale per il rinnovo del Comitato dei Delegati di Cassa Forense. Il mio pensiero sulla previdenza forense dovrebbe essere ormai noto a tutti, certamente a quelli che hanno avuto la pazienza di leggere i miei quaderni che, proprio per questa ultima pausa estiva, sono arrivati al numero di dieci. Parto da una considerazione incontestabile e cioè che la previdenza forense dipenderà, più che dalla contribuzione degli iscritti, dal rendimento del patrimonio accumulato. La seconda considerazione è che la provvista del patrimonio accumulato è frutto di contribuzione obbligatoria . L’obbligatorietà dell’iscrizione alla Cassa e della contribuzione degli appartenenti alle categorie forense, così che essa possa garantire il diritto alla previdenza a tutti gli appartenenti a questa specifica comunità professionale, in tal modo assolvendo al compito pubblico di predisporre o integrare” gli strumenti per l’esercizio del diritto. La terza considerazione è che per far rendere il patrimonio bisogna investirlo sui mercati finanziari. Che cosa siano i mercati finanziari ce lo ricorda la CONSOB nel passaggio che qui trascrivo integralmente I MERCATI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI. I mercati finanziari sono luoghi operativi, organizzati sulla base di regole pubbliche o di prassi, dove è possibile acquistare o vendere strumenti finanziari azioni, obbligazioni, derivati, quote di fondi comuni ecc. , favorendo l'incontro tra domanda e offerta di attività finanziarie grazie alla concentrazione, in uno stesso spazio e nello stesso tempo, delle negoziazioni. Quando si parla di mercati non bisogna pensare a luoghi fisici come le vecchie Borse Valori, dove gli operatori si incontravano personalmente , quanto piuttosto a piattaforme informatiche di negoziazione c.d. sedi di negoziazione o a circuiti informativi elettronici, specializzati per tipologie di strumenti finanziari e/o di soggetti-emittenti, a cui hanno accesso intermediari finanziari e altri soggetti autorizzati ad operarvi. La moderna tecnologia di comunicazione telematica ha di fatto annullato le distanze geografiche tra operatori e luogo di scambio e, per molti versi, ha spersonalizzato le negoziazioni. Ai mercati finanziari sono tradizionalmente assegnate le seguenti funzioni In sintesi, i mercati finanziari consentono di ripartire e/o trasferire le risorse e il rischio finanziario tra gli agenti economici, nonché - se azionari - il controllo delle società, attraverso la compravendita di strumenti finanziari, la negoziazione di contratti finanziari tipicamente derivati e l'utilizzo di tecniche di gestione complesse prestito titoli, collateralizzazione, operazioni di pronti-contro-termine , assicurandone la liquidabilità e la valorizzazione basata su un processo dinamico di formazione del prezzo tramite le proposte ordini di compravendita che via via affluiscono nel mercato stesso processo c.d. di price discovery . Attori tipici dei mercati finanziari sono i soggetti disposti ad investire denaro in strumenti finanziari investitori individuali o istituzionali ossia fondi pensione, gestori di portafoglio, assicurazioni, tesorerie di imprese multinazionali ecc. coloro che necessitano di denaro e in cambio emettono strumenti finanziari tipicamente le imprese di medio-grandi dimensioni, ma anche le banche e gli Stati altri investitori che intendono disinvestire liquidare gli strumenti finanziari già acquistati. Possiamo affermare che un mercato finanziario è efficiente se - secondo la tradizionale teoria risalente al professor Eugene Fama - i prezzi degli strumenti che vi si negoziano riflettono pienamente le informazioni disponibili c.d. efficienza forte . Ovviamente, alla base di tutto, il livello di informazioni disponibili deve essere adeguato al grado di sviluppo del mercato stesso. I mercati regolamentati - assoggettati a regole pubbliche - devono assicurare condizioni di trasparenza, e cioè che le intenzioni proposte di acquisto e di vendita di ciascun operatore siano note a tutti gli altri e i prezzi delle transazioni concluse siano resi pubblici. La trasparenza informativa sui prezzi di negoziazione e sugli aspetti rilevanti delle società-emittenti titoli serve a garantire l'ordinato funzionamento dei meccanismi di determinazione dei prezzi dei titoli tramite l'incrocio di domanda e offerta, riducendo il rischio di alterazioni artificiose. La trasparenza informativa dei mercati finanziari regolamentati è assicurata dal controllo di autorità di vigilanza come la CONSOB . Fra i loro compiti vi è anche quello di reprimere abusi di mercato, quali l'uso di tecniche di manipolazione operativa dei prezzi. Un altro elemento importante è il grado di liquidità degli strumenti finanziari negoziati. Un mercato finanziario si può ritenere tanto più liquido quanto più ridotto è il tempo di esecuzione di un'operazione di vendita che dipende dai volumi di proposte in acquisto e vendita esistenti ossia dalla c.d. ampiezza del mercato minore è il costo delle operazioni di compravendita efficienza operativa minore è la variazione di prezzo anche temporanea indotta dalla dimensione del controvalore scambiato c.d. spessore ed elasticità del mercato . La liquidità non è una caratteristica strutturale di un mercato, pur dipendendo, in condizioni di normalità, anche dalle regole che il mercato si è dato. Essa può essere influenzata da fattori diversi dalle caratteristiche e dai meccanismi di funzionamento dei singoli mercati, quali, ad esempio, le decisioni di investimento degli operatori e degli investitori, soprattutto in presenza di cambiamenti di scenario macro-economico, che possono ridurre notevolmente le possibilità di trovare una controparte con cui concludere un'operazione di compravendita. Altra importante funzione dei mercati, e in particolare di quelli azionari, è quella di consentire lo scambio dei diritti proprietari della società emittente, facilitando così il passaggio del controllo sulle imprese societarie. Si parla infatti di mercato del controllo societario che rappresenta uno dei elementi più importanti del sistema finanziario a struttura capitalistica. I mercati finanziari possono essere classificati sulla base di una serie di parametri es. natura degli strumenti trattati, dimensione degli scambi, tipologia di operatori, ecc. . Insieme agli intermediari finanziari, i mercati costituiscono la componente principale dei sistemi finanziari e, per questo, sono regolamentati e vigilati da apposite Autorità che hanno il compito di garantirne l'integrità, la trasparenza e l'efficienza. Negli ultimi anni si è assistito a diverse forme di ‘sovrapposizione' tra i due ambiti, soprattutto grazie allo sviluppo del c.d. sistema bancario ombra fonte consob.it . Dato che, secondo un vecchio adagio, l’unione fa la forza, si dovrebbe realizzare almeno una gestione comune del patrimonio da parte di tutte le Casse di previdenza e assistenza dei professionisti. Questa gestione unitaria si imporrebbe sia per ragioni di economicità azzeramento delle spese delle strutture dedicate in ogni singola Cassa che se andrete a vedere i singoli bilanci non sono proprio bruscolini sia per spuntare un rendimento migliore, con minore rischio. Il rischio, andando sui mercati finanziari, non potrà essere eliminato se non con paracadute assicurativi molto costosi e tali da annullare, del tutto o quasi, il rendimento. Poiché le Casse di previdenza e assistenza dei professionisti gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro in nome e per conto dello Stato, si potrebbe bypassare del tutto i mercati finanziari e il rischio che comportano, concordando con lo Stato, tramite il sistema bancario, che è pur sempre il garante di ultima istanza come si è visto, da ultimo in ordine di tempo, nel caso del default di INPGI1, l’emissione di un’obbligazione antinflazione garantita al tasso reale pari a quando indicato dalle Casse, come rendimento atteso del patrimonio, nei rispettivi bilanci tecnici. Mi viene in mente, mutatis mutandis , lo schema delle cartolarizzazioni securitization di cui alle leggi 130/1999 e 80/2005 e TUB. Con questa operazione, che a mio giudizio dovrebbe essere concordata anche in Europa per evitare di incorrere nel divieto degli aiuti di Stato https //www.politicheeuropee.gov.it/it/attivita/aiuti-di-stato , lo Stato beneficerebbe di un’ingente provvista di lungo periodo da utilizzare per intero nella economia reale italiana e per conto loro le Casse di previdenza dei professionisti avrebbe la garanzia dell’integrità del patrimonio accumulato e il rendimento utile agli effetti dei propri bilanci tecnici. Naturalmente, così facendo, andremo a scontrarci con molteplici interessi privatistici, quali sono quelli dell’industria finanziaria, del variegato mondo che gira intorno alla industria finanziaria, a cominciare dagli esperti, e quelli dei vari management che amministrano, in via diretta o indiretta, la provvista accumulata dai professionisti italiani i quali, però, hanno nelle riserve accumulate l’unica garanzia della sostenibilità di lungo periodo delle pensioni. In questo modo si darebbe anche una risposta precisa a quella dottrina che, mutuando il concetto dal pensiero di F. Bastiat Parigi 1860, parla del fenomeno della spoliazione legale previdenziale https //const.miraheze.org/wiki/Il_conflitto_pensionistico/Spoliazione_legale_ indice che ha martellato anche chi scrive, accusato di mobbing sociale https //const.miraheze.org/wiki/Il_conflitto_pensionistico/Alla_attenzione_di_Paolo_Rosa Offro questi temi come spunto di riflessione per il prossimo Congresso nazionale forense. La riflessione non ha bisogno di mozioni e di discussione e, quindi, mi sembra sicuramente ammissibile, almeno negli intervalli di tempo… basterebbe riflettere appunto anche in silenzio.