Strage di Viareggio: fatali gli omessi controlli sui carri merci esteri

Chiuso con 13 condanne e 3 assoluzioni il processo d’appello bis sul disastro verificatosi il 29 giugno 2009 nella stazione di Viareggio. Esclusa l’ipotesi che l’imposizione di un limite di velocità per il transito in stazione potesse rappresentare una misura di sicurezza tale da evitare il disastro. Previsto un nuovo processo in Cassazione.

13 condanne e 3 assoluzioni, a chiusura del processo di appello bis, tenutosi a Firenze, per la strage ferroviaria verificatasi a Viareggio il 29 giugno 2009 e che provocò 32 morti, un centinaio di feriti e anche ingenti danni materiali. Questo l’esito dell’ennesima tappa di una battaglia giudiziaria precedentemente si sono pronunciati i giudici del Tribunale di Lucca nel 2017, quelli della Corte d’appello di Firenze nel 2019, infine quelli della Cassazione nel 2021 destinata ad avere un ulteriore strascico di nuovo nel contesto del Palazzaccio’ a Roma. Difatti, i condannati hanno già annunciato di voler presentare ricorso in Cassazione. Indiscutibili, secondo i giudici fiorentini, le responsabilità delle persone finite sotto processo. In particolare, Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana e di Ferrovie dello Stato, è stato condannato a cinque anni di reclusione per i reati di disastro ferroviario, incendio e lesioni. Da tener presente, però, che la procura generale aveva chiesto per Moretti una condanna a sei anni e nove mesi, mentre nel primo processo appello era stato condannato a sette anni. Per Moretti una sola piccola vittoria non gli è stata addebitata l’omessa condotta della riduzione di velocità dei convogli ferroviari. Secondo i giudici, difatti, l’eventuale imposizione di un limite di velocità non avrebbe comunque consentito di evitare il drammatico incidente verificatosi a Viareggio Corte d’appello di Firenze, sez. I penale, sentenza del 20 settembre 2022 . Le pene inflitte. Ricostruito nei drammatici dettagli il disastro ferroviario, con deragliamento ed esplosione di un carro meri che trasportava Gpl, verificatosi a Viareggio, i giudici fiorentini hanno ritenute palesi le responsabilità di ben tredici persone. Ecco il quadro delle pene stabilite dai magistrati cinque anni a Mauro Moretti quattro anni, due mesi e venti giorni a Vincenzo Soprano, ex amministratore delegato di Trenitalia quattro anni, due mesi e venti giorni a Michele Mario Elia, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana due anni, dieci mesi e venti giorni a Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni due anni, dieci mesi e venti giorni a Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni quattro anni a Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical. E, per quanto concerne dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci, quattro anni e cinque mesi a Uwe Kriebel, operaio dell’officina Junghental addetto ai controlli quattro anni, cinque mesi e venti giorni a Helmut Broedel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover quattro anni e otto mesi ad Andreas Schroeter, tecnico di Junghental sei anni a Peter Linowski, amministratore delegato di Gatx Rail Germania sei anni a Rainer Kogelheide, amministratore delegato di Gatx Rail Austria cinque anni, sei mesi e venti giorni a Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria cinque anni e quattro mesi a Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria. Assoluzione, invece, per Francesco Favo, ex responsabile certificazione sicurezza di Rete Ferroviaria Italiana, Emilio Maestrini, ex responsabile sicurezza di Trenitalia Joachim Lehmann, supervisore Junghental. Colpe. I giudici hanno chiarito innanzitutto che il legislatore ha previsto una fattispecie più grave, sul fronte del trattamento sanzionatorio, per il disastro ferroviario doloso, rispetto ai reati di naufragio, sommersione di nave o disastro aviatorio, anche tenuto conto della diffusività ed assoluta preponderanza del trasporto ferroviario rispetto ad altri vettori. E, ragionando in questa ottica, le morti, i ferimenti, le distruzioni di beni mobili, immobili e mobili registrati, la diffusività dell’incendio costituiscono i necessari parametri di considerazione della gravità del danno e del pericolo, necessari per la commisurazione delle pene. Riflettori puntati soprattutto su Mauro Moretti, che, secondo i giudici fiorentini, ha colpe rilevanti per la strage di Viareggio, soprattutto per la mancata tracciabilità dei convogli esteri circolanti in Italia e per i controlli inadeguati sui carri merci’ noleggiati da società della Germania. Irrilevante, invece, il fatto che Ferrovie dello Stato e Rete Ferroviaria Italiana non avessero imposto un limite di velocità ai convogli in transito in stazione. Identiche responsabilità anche per Michele Mario Elia, a fronte, tra l’altro, dell’omesso controllo della tracciabilità dei carri merci’ esteri circolanti in Italia e della omessa acquisizione della necessaria documentazione di sicurezza. Tirando le somme, un rilevante profilo di colpa è connesso alla mancata tracciabilità dei carri cisterna noleggiati all’estero per lo svolgimento del trasporto di merci pericolose in Italia. Assolutamente non provata, invece, secondo i giudici, la valenza cautelare di un determinato limite di velocità per il transito dei convogli in stazione. Come accertato nei processi, il treno merci che deragliò a Viareggio marciava a circa 90 chilometri orari e secondo l’accusa Rete Ferroviaria Italiana avrebbe dovuto imporre una velocità ridotta ipotizzata quella di 60 chilometri orari in stazione come misura di sicurezza.