La deduzione dell’inefficacia del contratto stipulato in suo nome da un rappresentante senza poteri, da parte del falsamente rappresentato, costituisce «non un’eccezione ma mera difesa, con la quale il convenuto non estende l’oggetto del processo al di là del diritto fatto valere dall’attore, né allarga dei fatti rilevanti allegati al giudizio».
In seguito al noleggio di una tendostruttura, una s.r.l. otteneva il decreto ingiunto per il pagamento del bene in questione da parte della cliente, nonostante l'opposizione di quest'ultima che sosteneva di aver acquistato e non noleggiato il bene oggetto della controversia. La società proponeva allora querela di falso avente ad oggetto la lettera liberatoria dell'acquisto presentata dalla cliente stessa. Dalla consulenza tecnica grafologica emergeva la falsità del documento querelato, poichè il falsus procurator che aveva concluso il contratto, in realtà, era privo dei poteri rappresentativi. La controversia arriva in Cassazione, dove viene ricordato che «la sussistenza del potere rappresentativo, con l'osservanza dei suoi limiti, costituisce una circostanza che ha la funzione specifica di rendere possibile che il contratto concluso dal rappresentante in nome del rappresentato produca direttamente effetto nei confronti del rappresentato, sicchè come tale, essa è ricompresa nel nucleo della fattispecie posta a base della pretesa e integra un elemento costitutivo della domanda che il terzo contraente intenda esercitare nei confronti del rappresentato» Cass. numero 11377/2015 . Ne consegue che «allorchè il contratto sia concluso da chi si assuma rappresentante altrui, la presenza di quel potere rappresentativo o la ratifica da parte dell'interessato si pone come fatto costitutivo rilevante […]». Quindi, ove il rappresentato neghi di avere rilasciato l'invocata procura, spetta al terzo che ha contratto con il rappresentante «l'onere di provare l'esistenza e i limiti della procura stessa». In conclusione, la S.C. rileva che la deduzione dell'inefficacia del contratto stipulato in suo nome da un rappresentante senza poteri, da parte del falsamente rappresentato, costituisce «non un'eccezione ma mera difesa, con la quale il convenuto non estende l'oggetto del processo al di là del diritto fatto valere dall'attore, né allarga dei fatti rilevanti allegati al giudizio». Nel caso di specie, l'attrice in opposizione non solo non ha contestato la consulenza grafologica avente ad oggetto la scrittura con cui deduceva di aver acquistato e non noleggiato il bene oggetto della causa, ma ha anche così dimostrato di voler ratificare l'operato del supposto falsus procurator in questione. Per tutti questi motivi la sentenza impugnata viene cassata e rinviata alla Corte d'Appello di Salerno.
Presidente Amendola – Relatore Guizzi Ritenuto in fatto - che la società omissis S.r.l. ricorre, sulla base di tre motivi, per la cassazione della sentenza numero 1301/21, del 10 settembre 2021, della Corte di Appello di Salerno, che accogliendo il gravame esperito dalla Provincia Religiosa omissis d'ora in poi, Provincia Religiosa avverso la sentenza numero 299/19, del 31 gennaio 2019, del Tribunale di Salerno - ha accolto l'opposizione proposta dalla Provincia Religiosa contro il decreto ingiuntivo numero 280/11, emesso a suo carico e in favore della società omissis - che, in punto di fatto, la ricorrente riferisce di aver conseguito un provvedimento monitorio che ingiungeva, alla Provincia Religiosa, di pagarle una somma di denaro per il noleggio di una tendostruttura, al prezzo di Euro 10.000,00, come da scrittura del 5 novembre 2008 - che proponeva opposizione ex articolo 645 c.p.c. la debitrice ingiunta, sul rilievo di non aver noleggiato detto bene, bensì acquistato, avendo integralmente provveduto al pagamento del prezzo di acquisto, come da prodotta lettera liberatoria per l'acquisto a struttura modulare del 1 dicembre 2010 - che la società opposta, nel costituirsi in giudizio, proponeva querela di falso in via incidentale avente ad oggetto tale documento - che essendo emersa dalla consulenza tecnica grafologica la falsità del documento querelato, il giudice di prime cure accoglieva la querela e confermava la condanna al pagamento di cui all'opposto decreto ingiuntivo, e ciò quantunque i nuovi difensori dell'attrice in opposizione avessero - peraltro solo all'esito del deposito della CTU - eccepito la carenza di legittimazione della stessa, fondata sull'assunto mai rilevato sino a quel momento che Padre L.P. , il quale aveva intrattenuto i rapporti contrattuali con omissis , fosse un falsus procurator , privo dei poteri rappresentativi della Provincia Religiosa - che esperito gravame dalla Provincia Religiosa, il giudice di appello lo accoglieva, sul rilievo che il contratto concluso dal falsus procurator fosse inefficace nei confronti della stessa. - che avverso la sentenza della Corte salernitana ricorre per cassazione omissis , sulla base - come detto - di tre motivi - che il primo motivo denuncia - ai sensi dell'articolo 360, comma 1, nnumero 3 e 4 , c.p.c. - violazione e falsa applicazione degli articolo 102,112,163, comma 1, nnumero 3 e 4 , e 345 c.p.c., perché la Corte d'Appello di Salerno non ha rilevato che l'appellante aveva operato, sia nel corso del giudizio di primo grado in concomitanza con la costituzione dei nuovi difensori. Avv.ti D.L. e G. dopo la maturazione delle preclusioni istruttorie, sia nell'atto di impugnazione, un'inammissibile mutatio libelli delle eccezioni fondanti la propria difesa - che il secondo motivo denuncia - ai sensi dell'articolo 360 c.p.c., comma 1, numero 5 , nonché in relazione agli articolo 1389 c.c. e 112 c.p.c. - omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio, costituito dall'avvenuta ammissione dell'esistenza di poteri rappresentativi in capo a Padre L.P. - che il terzo motivo denuncia - ex articolo 360 c.p.c., comma 1, numero 5 - violazione e falsa applicazione dell'articolo 1399 c.c. e dell'articolo 112 c.p.c., in relazione alla ritenuta carenza di potere rappresentativo in capo a Padre L.P. , deducendo che la Provincia Religiosa, con il proprio contegno processuale, avrebbe operato una ratifica dell'operato del falsus procurator - che ha resistito all'impugnazione, con controricorso, la Provincia Religiosa, chiedendo che la stessa sia dichiarata inammissibile e, comunque, rigettata - che la proposta del relatore, ai sensi dell'articolo 380-bis c.p.c., è stata ritualmente comunicata alle pani, unitamente al decreto di fissazione dell'adunanza in camera di consiglio per il 4 maggio 2022 - che entrambe le parti hanno presentato memoria. Considerato in diritto - che il ricorso va accolto, in relazione ai motivi primo e terzo - che ritiene, infatti, questo collegio che non ostino rispetto a tale conclusione i rilievi svolti dalla controricorrente nella memoria ex articolo 380-bis, comma 2, c.p.c. - che i motivi di ricorso primo e terzo - con i quali, rispettivamente, si assume che l'avvenuta deduzione del difetto di rappresentanza di Padre P. , ex articolo 1387 c.c., operata dalla Provincia Religiosa oltre il termine di cui all'articolo 167 c.p.c., avrebbe integrato una non consentita mutatio libelli , ed inoltre che la medesima Provincia Religiosa avrebbe, con il proprio precedente contegno processuale, ratificato l'operato del falsus procurator - sono fondati - che, al riguardo, deve osservarsi come sul tema del contratto concluso dal falso rappresentante non possa prescindersi da quanto affermato dalle Sezioni Unite di questa Corte - che esse, infatti, sono state chiamate - poco più di un lustro orsono - a stabilire se la deduzione della inefficacia del contratto concluso dal falsus procurator costituisca materia di eccezione in senso stretto, che come tale può essere sollevata solo dal falsamente rappresentato ed esclusivamente nella fase iniziale del processo di primo grado, o sia una eccezione in senso lato, dunque non solo rilevabile d'ufficio ma proponibile dalle parti per tutto il corso del giudizio di primo grado e finanche per la prima volta in appello così, in motivazione, Cass. Sez. Unumero , sent. 3 giugno 2015, numero 11377, Rv. 635537-01 - che le Sezioni Unite hanno optato per la seconda soluzione, sul rilievo che la sussistenza del potere rappresentativo, con l'osservanza dei suoi limiti, costituisce una circostanza che ha la funzione specifica di rendere possibile che il contratto concluso dal rappresentante in nome del rappresentato produca direttamente effetto nei confronti del rappresentato , sicché, come tale, essa è ricompresa nel nucleo della fattispecie posta a base della pretesa e integra un elemento costitutivo della domanda che il terzo contraente intenda esercitare nei confronti del rappresentato così, nuovamente, Cass. Sez. Unumero , sent. numero 11377 del 2015, cit. - che, dunque, ciò pone la legittimazione rappresentativa, accanto allo scambio dei consensi e alla spendita del nome altrui, come elemento strutturale e come ragione dell'operatività, per la sfera giuridica del rappresentato, del vincolo e degli effetti che da esso derivano cfr., ancora una volta, Cass. Sez. Unumero , sent. numero 11377 del 2015, cit. - che, pertanto, allorché il contratto sia concluso da chi si assuma rappresentante altrui, la presenza di quel potere rappresentativo o la ratifica da parte dell'interessato si pone come fatto costitutivo rilevante, come nucleo centrale del fenomeno giuridico di investitura specificamente considerato, in quanto coelemento di struttura previsto in funzione della regola di dispiegamento degli effetti negoziali diretti nei confronti del rappresentato così, ancora una volta, Cass. Sez. Unumero , sent. numero 11377 del 2015, cit. - che dovendosi, quindi, collocare il potere rappresentativo tra gli elementi della fattispecie costitutiva ne deriva che, ove il rappresentato neghi di avere rilasciato l'invocata procura, spetta al terzo che ha contrattato con il rappresentante l'onere di provare l'esistenza e i limiti della procura stessa, di talché la deduzione della inefficacia del contratto stipulato in suo nome da un rappresentante senza poteri , da parte del falsamente rappresentato, costituisce, pertanto, non una eccezione ma mera difesa, con la quale il convenuto non estende l'oggetto del processo al di là del diritto fatto valere dall'attore, nè allarga l'insieme dei fatti rilevanti allegati al giudizio così sempre Cass. Sez. Unumero , sent. numero 11377 del 2015, cit. - che, tanto premesso in termini generali, per venire più specificamente, invece, al tema oggetto dei motivi primo e terzo del presente ricorso, deve rilevarsi che, se in linea di principio, per la formulazione di tale deduzione difensiva il codice di procedura civile non prevede alcuna specifica limitazione temporale , resta, tuttavia, inteso che lo pseudo rappresentato, ove ometta di contestare specificamente tale fatto vale a dire, l'effettiva esistenza del potere rappresentativo , pone in essere un comportamento processuale significativo e rilevante sul piano della prova del fatto medesimo, determinando, in applicazione del principio di non contestazione per cui v., ora, l'articolo 115, comma 1, c.p.c. , una relevatio ab onere probandi , la quale, tuttavia, non impone in ogni caso al giudice un vincolo assoluto per così dire, di piena conformazione , obbligandolo a considerare definitivamente come provata e quindi come positivamente accertata in giudizio la legittimazione rappresentativa non contestata, in quanto il giudice può sempre rilevare l'inesistenza del fatto allegato da una parte anche se non contestato dall'altra, ove tale inesistenza emerga dagli atti di causa e dal materiale probatorio raccolto , e ciò perché la sussistenza dei fatti costitutivi della domanda deve essere esaminata e verificata dal giudice anche d'ufficio così, del pari, Cass. Sez. Unumero , sent. numero 11377 del 2015, cit. - che, d'altra parte, lo stesso superamento delle ragioni per una rilevabilità da parte del giudice si avrà se lo stesso pseudo rappresentato, questa volta convenuto in giudizio, si difenda nel merito tenendo un comportamento da cui risulti in maniera chiara e univoca la volontà di fare proprio il contratto concluso in suo nome e conto dal falsus procurator così, conclusivamente Cass. Sez. Unumero , sent. numero 11377 del 2015, cit. - che, difatti, il comportamento processuale dello pseudo rappresentato, il quale - in giudizio - tenga un contegno da cui risulti in maniera univoca la volontà di fare proprio l'operato dal falsus procurator , rileva pure sul terreno del diritto sostanziale e vale quale ratifica tacita dello stesso Cass. Sez. 2, sent. 24 gennaio 2018, numero 1751, Rv. 647153-01 - che, nel caso che occupa, la Provincia Religiosa, attrice in opposizione e, dunque, convenuta in senso sostanziale nel giudizio ex articolo 645 c.p.c. , non solo non ha specificamente contestato - fino all'esito, per essa negativo, della consulenza grafologica, avente ad oggetto la scrittura, dalla medesima allegata, con cui assumeva di aver acquistato, provvedendo all'integrale pagamento del corrispettivo, la tendostruttura per cui è causa - il potere rappresentativo in capo a Padre P. , ma ebbe, appunto, ab initio a sostenere che quello dallo stesso concluso fosse un contratto di compravendita, e non di noleggio, così mostrando di voler ratificare l'operato del supposto falsus procurator - che l'accoglimento dei motivi primo e terzo - venendo, nella specie, in rilievo un comportamento tanto di non contestazione del potere rappresentativo di padre P. , quanto di ratifica del suo operato - comporta l'assorbimento del secondo - che la sentenza impugnata, pertanto, va cassata, con rinvio alla Corte di Appello di Salerno, in diversa composizione, per la decisione nel merito, alla stregua dei principii sopra delineati, oltre che sulle spese processuali anche del presente giudizio di legittimità. PQM La Corte accoglie il primo e terzo motivo di ricorso, dichiarando assorbito il secondo, e cassa, per l'effetto, la sentenza impugnata, rinviando alla Corte di Appello di Salerno, in diversa composizione, per la decisione nel merito, oltre che sulle spese processuali, anche del presente giudizio di legittimità.