RASSEGNA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

SEZ. III S.A. BIO D’ARDENNES comma BELGIO 12 NOVEMBRE 2019, RIC.44457/11 TUTELA DEI DIRITTI ECONIMICI E DELLA SALUTE PUBBLICA - MORBO DELLA MUCCA PAZZA - ABBATTIMENTO COATTIVO DEI CAPI. L’allevatore non rispetta le sue obbligazioni sanitarie giusto negargli l’indennizzo per i capi abbattuti. Il caso riguarda una società che alleva bestiame e vende carne, colpita da diversi ordini di abbattimento obbligatorio dei propri bovini, anche di quelli sani aveva acquistato diversi capi in Portogallo e da controlli delle autorità veterinarie era stato riscontrato, per due volte, un focolaio di brucellosi. Si lamenta che il mancato indennizzo a fronte dell’abbattimento obbligatorio è un peso eccessivo e sproporzionato che ha leso i suoi diritti economici. Nessuna violazione dell’articolo 1 protocollo 1 Cedu la società aveva precisi obblighi sanitari di controllo dei propri capi, ma non li aveva ripetutamente rispettati, perciò era in una situazione di illegalità. Il diritto interno prevede sanzioni per casi analoghi alla fattispecie, tra cui l’abbattimento dell’intera mandria lo Stato ha un ampio margine discrezionale quando si tratta di tutelare la salute pubblica e la sicurezza alimentare, soprattutto nella lotta al c.d. morbo della mucca pazza, perciò la sanzione era lecita e il rifiuto di indennizzare la ricorrente per gli abbattimenti coatti non era esorbitante. Sul tema G.I.E.M. S.R.L. ed altri c. Italia [GC] del 28/6/18 e Chassagnou ed altri c. Francia [GC] del 1999. SEZ. III A. comma RUSSIA 12 NOVEMBRE 2019, RIcomma 37735/09 TUTELA DEI MINORI - ARRESTO VIOLENTO DEL PADRE – MALTRATTAMENTI DA PARTE DELLA POLIZIA. L’arresto violento del padre ha violato i diritti della figlia minorenne. La ricorrente amenta di essere rimasta traumatizzata dall’arresto del padre, accusato e poi assolto di essere uno spacciatore spaccio di hashish , avvenuto in sua presenza e davanti alla sua scuola quando l’aveva accompagnata alla festa di fine anno fu gettato a terra, immobilizzato e prelevato. A seguito di ciò la ricorrente, che all’epoca aveva solo 9 anni, ha sviluppato turbe psichiche, un disturbo post traumatico, non fu mai indennizzata e lamenta che le indagini contro il padre furono superficiali ed inappropriate. Violato l’articolo 3 Cedu sostanziale e procedurale le forze di polizia, quando hanno pianificato ed eseguito l’arresto, dovevano immaginarsi che la figlia potesse essere presente dato che l’operazione si è svolta innanzi alla sua scuola, ma hanno totalmente ignorato ciò ledendone i diritti. L’arresto è stato poi di una violenza tale da averla traumatizzata in modo permanente sì che ha subito un trattamento inumano e degradante. Riconosciuto un ricco indennizzo. Sul tema Samesov c. Russia del 20/11/18 e Labita c. Italia [GC] del 2000. SEZ.IV ORLOVIC ED ALTRI comma BOSNIA ERZEGOVINA 1° OTTOBRE 2019, RIcomma 16332/18 LIBERTÀ RELIGIOSA - DIRITTO DI COSTRUIRE EDIFICI DI CULTO – ACCORDI DI DAYTON. La Bosnia deve restituire le terre ai musulmani su cui era stata eretta una chiesa ortodossa. I ricorrenti sono una famiglia di 14 sopravvissuti al genocidio di Srebrenica che cercarono invano di farsi restituire il loro terreno su cui era sta eretta una chiesa ortodossa, malgrado due sentenze rese a loro favore. Violati gli articolo 1 protocollo 1 e 46 forza vincolante ed esecuzione delle sentenze Cedu. Gli Accordi di Dayton che hanno posto fine alla guerra nell’ex Jugoslavia avevano stabilito la restituzione dei terreni ai precedenti proprietari e questo precetto era stato attuato con una legge del 1998 contemporanea alla decisione di espropriare questo terreno per costruirci una chiesa cristiano ortodossa nella sentenza non viene dato tanto peso al fatto che i ricorrenti erano musulmani . L’inottemperanza alle due sentenze favorevoli ai ricorrenti viola il principio della certezza del diritto e della esecutorietà delle sentenze ex articolo 46 Cedu in forza di questa norma la CEDU, in via eccezionale, può suggerire allo Stato, se dovesse persistere tale inottemperanza, le misure da adottare perché siano finalmente eseguite la Bosnia ha tre mesi per conformarsi a questo obbligo. È palese come nel complesso siano violati i diritti economici dei ricorrenti. Sul tema Ališić ed altri v. Bosnia Erzegovina, Croazia, Serbia, Slovenia e Macedonia del Nord [GC] del 2014 e Scozzari e Giunta c. Italia [GC] del 2010 è analoga al caso Religious Community of Jehovah’s Witnesses of Kryvyi Rih c. Ucraina del 3/9/19 in cui si è stabilito il principio che il diritto ad avere un luogo di culto ed a farlo erigere in terreni di propria proprietà è un pilastro della libertà religiosa ex articolo 9 Cedu oltre che l’ennesima violazione dell’articolo 1 protocollo 1 .