RASSEGNA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

SEZ.III CASO PALUDA C. SLOVACCHIA 23 MAGGIO 2017, RIC.33392/12 SOSPENSIONE DISCIPLINARE DI UN GIUDICE ASSENZA DI TUTELE IMPARZIALITÀ DEL CSM. L’impossibilità di contestare la sospensione disciplinare viola la Cedu. È un giudice della S.C. che subì un procedimento disciplinare per aver accusato di abuso di potere il Presidente della S.C. in un quadro di una denuncia penale e di pubbliche dichiarazioni questi, però, era anche il Presidente del collegio del CSM che gli ha comminato una sospensione temporanea dal servizio. Vani i ricorsi, anche alla Consulta, per ottenerne l’annullamento. La CEDU ha ravvisato una deroga all’articolo 6 per la sospensione temporanea disciplinare del ricorrente pur essendo fondata su basi legali, le ragioni per infliggerla e per negargli l’accesso ad un vaglio giurisdizionale sono ambigue ed era stata decisa, inaudita altera parte , in palese conflitto d’interessi l’accusatore presiedeva il CSM . Non si è tenuto conto degli effetti di questa misura sulla sua carriera e vita personale per due anni ha ricevuto la metà dello stipendio e gli è stata interdetta ogni attività lucrativa, senza che avesse altri mezzi per tutelare i suoi interessi, sì che essa è un’interferenza sproporzionata, arbitraria e non necessaria in uno stato democratico Baka c. Ungheria [GC] nella rassegna del 24/6/16 . SEZ.I CASO PETRIE C. ITALIA 18 MAGGIO 2017, RIC.25322/12 LIBERTÀ DI CRITICA TUTELA DELLA REPUTAZIONE DIFFAMAZIONE. Lavoro su raccomandazione è un’espressione offensiva ed evocativa della mafia. È un inglese presidente dell’Associazione dei lettori di lingua straniera in Italia, ivi residente. Durante un’audizione presso il Parlamento dell’UE, cui erano presenti un rettore ed il direttore generale di un dipartimento del MIUR X ed Y , relativamente alla posizione degli insegnanti stranieri in seno alle nostre università, criticò il sistema di raccomandazioni . Questi ultimi lo criticarono, durante un’altra conferenza cui partecipava, per aver raffigurato l’Italia, in seno all’UE, come un paese di mafia , termine, però, mai pronunciato. Li denunciò per diffamazione, ritendo lesi il suo onore, la sua reputazione e la sua immagine professionale in primo grado ottenne un risarcimento di €.19000, ma negli altri gradi la condanna fu annullata, sì che, ma fu costretto a restituire l’indennizzo ed a pagare le spese di lite a X e Y. La CEDU, escludendo la violazione dell’articolo 8 Cedu, ha ritenuto che le nostre Corti abbiano attuato un equo equilibrio dei contrapposti interessi annullando detta condanna la tutela della privacy, della reputazione e dell’immagine e la libertà d’espressione sono diritti che meritano aprioristicamente lo stesso rispetto. Il ricorrente è stato poco accorto nel pronunciare il suo discorso in un dibattito a rilevanza internazionale che avrebbe richiesto più tolleranza, tanto più che era esposto a possibili critiche della platea. Vista la sua fama nell’ambito professionale avrebbe dovuto scegliere meglio i termini usati nel discorso il lemma mafia, mai pronunciato è una parola etnica da un chiaro significato storico con valenza spregiativa. Il termine raccomandazione potrebbe essere utilizzato per evocare l'idea di un centro di élite di potere, privo di trasparenza e promuovere i suoi membri eludendo qualsiasi criterio meritocratico , per l’appunto tipico della mafia, commettendo così un vilipendio della nazione italiana , come correttamente rilevato dalle nostre Corti nell’accogliere l’appello di X e Y Couderc e Hachette Filipacchi Associates c. Francia [GC] e Delfi c. Estonia [GC] del 2015 .