RASSEGNA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

CASO TYMOSHENKO V.UCRAINA - numero 2 22 GENNAIO 2015, RIcomma 65656/12 EQUO PROCESSO - TUTELA LIBERTÀ FONDAMENTALI. Limitazione dei diritti e delle libertà personali principio della legalità della pena e del ne bis in idem. Nota vicenda penale dell’ex premier ucraino, relativa all’accusa di abuso d’ufficio per la stipula con Mosca di contratti per l’approvvigionamento del gas. Ha, perciò, lamentato una violazione dei suoi diritti di difesa, all’equo processo, del principio della legalità della pena e del ne bis in idem e di un’iniqua restrizione dei suoi diritti e delle sue libertà, in primis quella di espressione articolo 3, 6, 7, 10 13 e 18 Cedu, articolo 4 protocollo 7 . Dichiarata ex articolo 39 Cedu la cessazione della materia del contendere, perché il Governo ucraino ha ammesso tutte queste deroghe alla Cedu e che la causa penale era basata su mere motivazioni politiche. La Tymoshenko ha accettato questa presa di posizione e la lite si è definitivamente conclusa. SEZ. I PINTO PINHEIRO MARQUES comma PORTOGALLO 22 GENNAIO 2015, RIcomma 26671/09 DIRITTO DI CRITICA - DIFFAMAZIONE. Quale bilanciamento tra le libertà di espressione e di critica di uno storico ed il diritto all’onorabilità del sindaco? Il ricorrente, uno storico e presidente di un’associazione culturale, si accordava col sindaco donna di una cittadina portoghese per divulgare le opere di un poeta locale. Nel 2003 l’uomo, nell’ambito di questo accordo, pubblicava una rassegna, ma nel 2005 fu il sindaco a pubblicare una sua opera sul poeta, scatenando le ire dello storico che biasimò questo comportamento ritenuto scorretto ed espresse la sua opinione in proposito sulle pagine di un giornale a tiratura regionale. Ciò gli valse una condanna per diffamazione per le corti portoghesi la reputazione del sindaco prevale sulla libertà di critica dello storico, che, perciò, lamentò presso la CEDU la violazione della sua libertà d’espressione articolo 10 Cedu ed all’equo processo alcuni testimoni non erano stati escussi e criticò le modalità con le quali, invece, erano stati sentiti altri. La CEDU, rigettando queste ultime censure, pur se la legge portoghese tutela prioritariamente la sacralità della figura del funzionario pubblico, come è il sindaco e quindi la sua onorabilità, ha rilevato come l’articolo s’inserisse in un dibattito culturale e politico sull’uso di fondi pubblici rilevanza sociale e che, quindi, rispettava i limiti del diritto di critica stabiliti dall’articolo 10 Cedu. SEZ. II CASO GOZUM comma TURCHIA 22 GENNAIO 2015, RIcomma 4789/10 DIRITTI DEI GENITORI - DIRITTI DEL MINORE. Adozione da parte di un single e sostituzione, sui documenti identificativi del minore, del nome della madre biologica con quello dell’adottiva. La CEDU ha ravvisato una violazione dell’ articolo 8, da solo ed in combinato disposto con l’articolo 14 Cedu, nel negare ad una single, madre adottiva di un minore, la possibilità di far sostituire il nome della madre biologica del minore col suo. Premesso che in casi come questo è difficile bilanciare l’interesse pubblico con quello della famiglia biologica, quella adottiva ed il benessere del minore, la CEDU ha ritenuto che il diritto turco, allora vigente nel 2007 , non prevedesse questa eventualità, sì da non consentire questo equo bilanciamento, entro un certo margine di discrezionalità, tenendo conto delle circostanze particolari e degli interessi primari del bambino. Ha così causato una situazione penosa ed incerta per la madre adottiva ed influito negativamente sulla serenità familiare di entrambi. Vista la novità e la rilevanza del caso è stato inserito nel massimario factsheet sotto la voce Parental Rights ”. SEZ. I CASO M.A. V. AUSTRIA 20 gennaio 2015, RIcomma 4097/13 DIRITTO DI VISITA - INTERNATIONAL CHILD ABDUCTIOnumero Restituzione di un minore, nato fuori dal matrimonio da una coppia mista, ai sensi della Convenzione dell’Aja del 1980 e del Regolamento 2201/2003 d.c. Bruxelles II. C.d. Bambini con la valigia. Un italiano ed un’austriaca convivevano in Italia nel 2006 nasce una figlia che, quando ha pochi mesi, fu portata via dalla madre che si rifiutò di restituirla al padre, ponendo fine alle iniziali visite e di ottemperare a due sentenze del Tribunale dei minori di Venezia del 2009 e del 2011 che imponevano il rimpatrio affidandola in esclusiva al padre. Riscontrata una violazione dell’articolo 8 Cedu per la deroga al Regolamento 2201/2003/CE ed alla Convenzione dell’Aja del 1980 le autorità austriache, infatti, erano restate inerti, pur riconoscendo l’illiceità della sottrazione con conseguente lesione del diritto di visita e del rapporto padre-figlia benessere del minore . Liquidati €.25000 per danni morali e spese di lite, oltre accessori di legge. Per eventuali ed ulteriori approfondimenti si rinvia alla voce dei factsheets International child abduction ed alle note a sentenza pubblicate su questo quotidiano alla Cedu sez. II Cavani ed altre c. Ungheria del 28/10/14 ed alla Grand Chamber X v. Lettonia del 26/11/13. SEZ. III CASO ARRIBAS ANTON comma SPAGNA 20 gennaio 2015, RIcomma 16563/11 MANCATO ACCESSO ALLA GIUSTIZIA. Le motivazioni molto formali con cui la Corte Costituzionale ha respinto un suo peculiare ricorso sono sussumibili sotto la violazione del diritto all’equo processo? No. In Spagna è prevista una speciale procedura rapida e sommaria innanzi alla Consulta, il c.d. ricorso in amparo , purché si dimostri la speciale rilevanza costituzionale del suo appello . Nella fattispecie il ricorrente, un badante in servizio presso un ospedale psichiatrico, aveva subito un licenziamento disciplinare, prontamente impugnato presso l’equivalente del nostro TAR. Rilevando un vizio processuale extra petita nel procedimento amministrativo svolto in tutti i gradi di giudizio era ricorso a questa speciale procedura per chiederne l’annullamento e di procedere ad un nuovo processo. Lamentava che le motivazioni del rigetto del ricorso costituzionale erano troppo formali e che i criteri esegetici della sua ammissibilità erano contrari alla Cedu. La CEDU, però, ha escluso la violazione degli articolo 6 § .1 e 13 Cedu il ricorrente ha potuto adire le autorità giudiziarie ed i censurati limiti erano giustificati dalla stessa natura della procedura speciale, costituendo un legittimo e ragionevole equilibrio tra i mezzi impiegati e gli scopi perseguiti espressione della discrezionalità dei giudici, deflazione del carico di giustizia etc. . I suoi diritti alla difesa ed all’esercizio di azioni legali, perciò, non erano stati in alcun modo pregiudicati. SEZ. V CASO KUPPINGER numero 2 comma GERMANIA 15 GENNAIO 2015, RIcomma 62198/11 DIRITTO DI VISITA - FIGLI DI COPPIE CONVIVENTI MORE UXORIO. Mancato esercizio da parte del padre di azioni legali per ottenere il risarcimento dei danni e per far accelerare la procedura principale per il riconoscimento di questo diritto. Riconosciuta una violazione dell’articolo 8 Cedu, ma non anche dell’articolo 13, perché le autorità tedesche non hanno adottato misure efficaci a far ottemperare una favorevole decisione provvisoria relativa al diritto di visita al figlio, nato da una convivenza more uxorio . Questa pronuncia però contiene una peculiarità, tanto che è stata inserita nei factsheets Parental Rights l’uomo, pur lamentando l’eccessiva durata della procedura, pendente presso il tribunale preposto alle questioni di diritto familiare, per consentirgli di riprendere le visite, onde non pregiudicare ulteriormente gli interessi suoi e del bimbo, non ha promosso alcuna azione di risarcimento danni né per chiedere di accelerarla”. Come detto non risultano precedenti su questo specifico punto. Risarcito con oltre € 21.000. SEZ. I CASO DRAGOJEVIC comma CROAZIA 15 GENNAIO 2015, RIcomma 68955/11 INTERCETTAZIONI TELEFONICHE - SOSPETTO TRAFFICO DI DROGA. Limiti a queste misure di sorveglianza e tutela da possibili abusi. Tema molto sentito anche in Italia. La CEDU ha ravvisato una violazione dell’articolo 8 Cedu, perché la legge croata, così come interpretata dalle corti interne, non prevede una ragionevole chiarezza circa la discrezionalità delle autorità relativamente all’applicazione di queste misure di sorveglianza, né prevede una sufficiente tutela contro i possibili abusi. In linea di massima queste intercettazioni comportano un’interferenza nella vita privata dei cittadini che non sanno di essere spiati , perciò deve avvenire in casi specifici ed adeguatamente motivati in conformità con la legge. Ciò presuppone che ci siano disposizioni normative interne chiare e con un fondamento certo nel diritto interno . Gli interessati dovrebbero avervi accesso e, in uno stato di diritto, il criterio della prevedibilità articolo 8 § .2 Cedu deve essere inteso nel senso che vige l’obbligo di indicare dettagliatamente le circostanze che le giustificano e devono essere adottate adeguate misure per tutelare i cittadini da possibili abusi. Inoltre la loro acquisizione è sottoposta al limite della necessarietà. Nella fattispecie, relativa ad intercettazioni eseguite nell’ambito del programma del COE sulla lotta alla corruzione, il ricorrente era stato rinviato a giudizio per sospetto traffico di droga, ma le intercettazioni erano illegali perchè, come detto, non sono stati rispettati questi criteri e sono venuti meno tali presupposti. Esclusa una violazione dell’equo processo ex articolo 6§ .1. Risarcito con oltre € 9.000.