RASSEGNA DEL CONSIGLIO DI STATO

CONSIGLIO DI STATO, SEZ. III SENTENZA 28 SETTEMBRE 2018, N. 5570 TERMINI DI IMPUGNAZIONE. Non va confusa l’esecutività dell’atto pubblicato online con i termini di impugnazione. I concetti di esecutività e conoscenza legale dell’atto amministrativo non sono coincidenti e automaticamente sovrapponibili il che induce a ritenere che la pubblicità funzionale all’acquisizione di esecutività dell’atto non debba necessariamente assolvere anche alla funzione di rendere opponibili ai terzi, ai fini della decorrenza del termine per impugnare, i fatti per i quali cui essa è prevista. Peraltro, le norme in tema di pubblicazione telematica degli atti devono essere applicate con particolare cautela e, quindi, sottostare ad un canone di interpretazione restrittiva, in particolare modo nel momento in cui si tratta di determinare in via interpretativa gli effetti di conoscenza legale associabili o meno a siffatta tipologia di esternazione comunicativa. CONSIGLIO DI STATO, SEZ. IV SENTENZA 27 SETTEMBRE 2018, N. 5562 EDILIZIA PRIVATA. STRUMENTI URBANISTCI. CONFORMITA’. Vietata la pavimentazione del posteggio in zona agricola. Il rifacimento totale di manti di copertura e pavimentazioni esterne, nel caso specifico con mattonelle autobloccanti con modificazione dei tipi di materiali esistenti, rientra nell’ampio genus della manutenzione straordinaria e, determinando un cambio di destinazione d’uso, da E1-zona agricola a C-2 esercizio pubblico, non può definirsi un intervento meramente conservativo ed urbanisticamente irrilevante in quanto determina una effettiva modificazione del territorio. Peraltro, se è vero che la giurisprudenza ha avuto modo di affermare che la destinazione a zona agricola di un’area, salva la previsione di particolari vincoli ambientali o paesistici, non impone, in positivo, un obbligo specifico di utilizzazione effettiva in tal senso, per cui viene in rilievo una destinazione a zona residuale che, come tale non implica un’utilizzazione esclusivamente agricola dei terreni, potendo qualificarsi l’utilizzo di un’area E – agricola a parcheggio come intermedio tra uso agricolo e uso edificatorio, è altrettanto vero che, come nel caso sottoposto all’attenzione della Sezione, l’estensione molto ampia dell’area pavimentata e la destinazione della stessa, strumentale ad un esercizio pubblico di ristorazione, non lascia dubbi sul suo utilizzo ad esercizio pubblico, dovendosi escludere che fosse previsto un utilizzo ad uso agricolo o comunque compatibile con l’uso agricolo. CONSIGLIO DI STATO, SEZ. VI SENTENZA 27 SETTEMBRE 2018, N. 5556 DETERMINAZIONE CANONE CONCESSORIO. Il ristorante costruito sul pontile. Non può essere esclusa ogni differenza tra la concessione di aree, con annessi fabbricati ad uso produttivo di proprietà pubblica, e la concessione di sole aree su cui insistano, per diritto di superficie, manufatti di proprietà privata una situazione, quest’ultima, che prevede viceversa applicazione dei canoni tabellari, di cui all’art. 1, comma 251, punto 1, lettera b L. n. 296/06. Quando pertanto, come nel caso del ristorante costruito sopra ad un pontile, la pertinenza demaniale marittima non è di per sé idonea ad avere destinazione produttiva, deve ritenersi che essa – quando è utilizzabile solo come supporto materiale di appoggio – è assimilabile al suolo, di proprietà pubblica, indipendentemente dal fatto che sullo stesso siano installati immobili ad uso produttivo, il cui utilizzo compete a chi ne sia proprietario. CONSIGLIO DI STATO, SEZ. III SENTENZA 24 SETTEMBRE 2018, N. 5495 APPALTO DI SERVIZI. PROCEDURA DI GARA. L’obbligatorietà della seduta pubblica. La mancata pubblicità delle sedute di gara costituisce non una mera mancanza formale, ma una violazione sostanziale, che invalida la procedura, senza che occorra la prova di un’effettiva manipolazione della documentazione prodotta e le cui conseguenze negative sono difficilmente apprezzabili ex post, una volta rotti i sigilli e aperti i plichi. Ne discende che la rilevanza della violazione prescinde dalla prova concreta delle conseguenze negative derivanti dalla sua violazione, rappresentando un valore in sé, di cui la normativa nazionale e comunitaria predica la salvaguardia a tutela non solo degli interessi degli operatori, ma anche di quelli della stazione appaltante.