RASSEGNA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

20 DICEMBRE 2017, N. 276 CONSIGLIO DI STATO. Concorso a consigliere di Stato – previsione, per i vincitori, del conseguimento della nomina con decorrenza dal 31 dicembre dell’anno precedente a quello di indizione del concorso – inammissibilità. Nell’intento di superare la precedente disciplina r.d. numero 1054/1924 e l. numero 1034/1971 , in vista della necessità di unificare i ruoli dei magistrati amministrativi anche al fine di uniformare ai principi costituzionali l’assetto organizzativo e lo stesso status giuridico dei giudici regionali, il legislatore ha tenuto conto della diversa provenienza delle componenti del Consiglio di Stato. Per questo motivo, ha stabilito una diversa ripartizione fra le componenti delle quote di posti vacanti e ha operato una diversa valutazione dell’anzianità anche ai fini del conferimento delle qualifiche direttive, tra consiglieri di TAR e consiglieri di Stato art. 21, comma 4, l. numero 186/1982, per il conferimento della qualifica di presidente di Tribunale amministrativo regionale . Tali diversità si basano su presupposti non irragionevoli, data la disomogeneità delle funzioni. In senso conforme, cfr. Corte Cost., numero 273/2011 è infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 23, comma 5, l. numero 186/1982, nella parte in cui, all’atto della loro nomina a consiglieri di Stato, limita ai primi referendari e referendari di Tar in servizio alla data del 12 maggio 1982 la conservazione, nella misura di cinque anni, dell’anzianità acquisita nella qualifica di consigliere di TAR, in riferimento all’art. 3 Cost 18 DICEMBRE 2017, N. 273 POLIZIA GIUDIZIARIA. Pubblico ministero – informativa di reato – previsione, di cui all’art. 18, comma 5, d.lgs. 19 agosto 2016, numero 177 [Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del corpo forestale dello Stato, ai sensi dell’art. 8, comma 1, lett. a , l. numero 124/2015, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche], che il capo della polizia-direttore generale della pubblica sicurezza e i vertici delle altre Forze di polizia adottano apposite istruzioni attraverso cui i responsabili di ciascun presidio di polizia interessato trasmettono alla propria scala gerarchica le notizie relative all’inoltro delle informative di reato – conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato – ammissibilità. Deve essere riconosciuta la natura di potere dello Stato al pubblico ministero e, in particolare, al Procuratore della Repubblica, in quanto titolare delle attività d’indagine art. 109 Cost. finalizzate all’esercizio obbligatorio dell’azione penale art. 112 Cost. . In senso conforme, cfr. Corte Cost., numero 1/2013 costante è la giurisprudenza costituzionale nel riconoscere la natura di potere dello Stato al pubblico ministero. Gli organi inquirenti sono infatti investiti dell’attribuzione, costituzionalmente garantita, inerente all’esercizio obbligatorio dell’azione penale art. 112 Cost. , cui si connette la titolarità diretta ed esclusiva delle indagini ad esso finalizzate. A fronte del riparto di detta attribuzione fra i diversi uffici giudiziari territorialmente e funzionalmente competenti, ma, al tempo stesso, della organizzazione gerarchica interna ai singoli uffici, quello requirente si presenta come un potere parzialmente diffuso” legittimato ad agire e a resistere nei giudizi per conflitto di attribuzione è il capo dell’ufficio interessato – in particolare, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale – in quanto competente a dichiarare definitivamente, nell’assolvimento della ricordata funzione, la volontà del potere cui appartiene. 18 DICEMBRE 2017, N. 272 FILIAZIONE. Riconoscimento dei figli naturali - Impugnazione per difetto di veridicità - Accoglimento solo quando la stessa sia ritenuta dal giudice rispondente all’interesse del minore – non fondatezza. Nell’auspicare una tendenziale corrispondenza” tra certezza formale e verità naturale, anche l’accertamento della verità biologica fa parte della complessiva valutazione rimessa al giudice, alla stregua di tutti gli altri elementi che, insieme ad esso, concorrono a definire la complessiva identità del minore e, fra questi, anche quello, potenzialmente confliggente, alla conservazione dello status già acquisito. In senso conforme, cfr. Corte Cost., numero 216/1997 è compito precipuo del tribunale per i minorenni verificare se la modifica dello status del minore risponda al suo interesse e non sia per lui di pregiudizio così come contemporaneamente occorre anche verificare, sia pure con sommaria delibazione, la verosimiglianza del preteso rapporto di filiazione, dovendosi garantire il diritto del minore alla propria identità. 14 DICEMBRE 2017, N. 267 CONTRATTO, ATTO E NEGOZIO GIURIDICO. Deposito di veicoli derivante da provvedimenti di sequestro dell’autorità giudiziaria, anche non sottoposti a confisca – condizioni per disporre l’alienazione forzosa, anche ai soli fini della rottamazione, dei veicoli giacenti presso il depositario a sé medesimo – determinazione forfettaria dell’importo spettante al custode-acquirente, in deroga alle tariffe di cui agli artt. 59 e 276 del d.P.R. numero 115/2002 – applicazione alle procedure di alienazione e rottamazione, già avviate e non ancora concluse e alle relative istanze di liquidazione, dei compensi da parte dei custodi – illegittimità costituzionale. L’art. 1, commi da 318 a 321, l. numero 311/2004 – con il prevedere che, nei confronti di custodi di veicoli sequestrati dall’autorità giudiziaria, soggetti ad alienazione forzosa se giacenti da più di due anni a decorrere dal 2002 , sia liquidato un importo complessivo forfettario”, da calcolarsi secondo i nuovi e riduttivi criteri da esse stabiliti, dichiaratamente in deroga alle tariffe previste dagli artt. 59 e 276 d.P.R. numero 115/2002 e, quindi, con efficacia retroattiva – è costituzionalmente illegittimo per violazione dell’art. 3 Cost In senso conforme, cfr. Corte Cost., numero 822/1988 la tutela dell’affidamento non comporta che, nel nostro sistema costituzionale, sia assolutamente interdetto al legislatore di emanare disposizioni le quali modifichino sfavorevolmente la disciplina di rapporti di durata, anche se il loro oggetto sia costituito da diritti soggettivi perfetti, resta fermo tuttavia che dette disposizioni, al pari di qualsiasi precetto legislativo, non possono trasmodare in un regolamento irrazionale e arbitrariamente incidere sulle situazioni sostanziali poste in essere da leggi precedenti, frustrando così anche l’affidamento del cittadino nella sicurezza pubblica [recte giuridica]. 14 DICEMBRE 2017, N. 268 TUTELA DELLA SALUTE. Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile, a causa di vaccinazioni obbligatorie - Spettanza anche ai soggetti che abbiano subito lesioni e/o infermità da cui siano derivati danni irreversibili all’integrità psicofisica per essere stati sottoposti a vaccinazione antinfluenzale non obbligatoria, ma raccomandata – illegittimità costituzionale parziale. La ragione determinante del diritto all’indennizzo in favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di trattamenti vaccinali non deriva dalla sottoposizione ad un trattamento obbligatorio, in quanto tale, ma risiede piuttosto nelle esigenze di solidarietà sociale che si impongono alla collettività, laddove il singolo subisca conseguenze negative per la propria integrità psico-fisica derivanti da un trattamento sanitario obbligatorio o raccomandato effettuato anche nell’interesse della collettività. In senso conforme, cfr. Corte Cost., numero 107/2012 l’art. 1, comma 1, l. numero 210/1992 Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati è costituzionalmente illegittimo nella parte in cui non prevede il diritto ad un indennizzo anche per i danneggiati dalla vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia.