RASSEGNA TAR

TAR SARDEGNA, CAGLIARI, SEZ. I 12 GENNAIO 2016, N. 13 ESPROPRIAZIONE – ACQUISIZIONE SANANTE. Non osta all’acquisizione sanante il giudicato che obblighi la P.A. a restituire il bene occupato. In materia di acquisizione sanante, l’ordine giudiziale di restituzione non incide sulla struttura dell’istituto che presuppone l’assodata lesione del diritto di proprietà altrui la restituzione, infatti, è la conseguenza dell’accertamento del possesso del bene e non implica effetti costitutivi il giudice che la dispone non modifica la situazione giuridica precedente l’abusiva detenzione del bene ma semplicemente la accerta il suo ordine, pertanto, non è idoneo a paralizzare un atto dell’Autorità che, consapevolmente, viola il diritto di proprietà senza contestarne la titolarità secondo uno schema reso possibile dall’art. 42, comma 3, Cost. Il provvedimento di acquisizione va configurato come strumentale alla positiva conclusione del procedimento di restituzione, non ponendosi in contrasto con il giudicato intervenuto ne deriva che, pure dopo il suddetto giudicato, in capo alla P.A. permane il potere di disporre l’acquisizione sanante. TAR CAMPANIA, SALERNO SEZ. I, 13 GENNAIO 2016, N. 23 MOTIVAZIONE DEL PROVVEDIMENTO – INTEGRABILITÀ IN GIUDIZIO DELLA MOTIVAZIONE . Il divieto di integrazione postuma della motivazione non ha carattere assoluto. Alla luce dell'attuale assetto normativo, devono essere attenuate le conseguenze del principio del divieto di integrazione postuma” tutte le volte in cui l'omissione di motivazione successivamente esternata non abbia leso il diritto di difesa dell'interessato, nei casi di atti vincolati e nei casi in cui, in fase infraprocedimentale, risultano percepibili le ragioni sottese all'emissione del provvedimento gravato. In materia di tutela paesaggistica il parere della Soprintendenza non sfugge all'onere motivazionale sancito dall'art. 3 L. n. 241 del 1990 di conseguenza, l'espressione del parere demandato alla Soprintendenza deve contenere una compiuta esposizione delle ragioni logico-giuridiche ostative all'inserimento della nuova opera nel contesto paesaggistico tutelato peraltro, detto onere motivazionale è ancor più rafforzato laddove lo stato dei luoghi risulti già trasformato da un preesistente edificio che la parte privata intenda recuperare funzionalmente.