RASSEGNA DEL CONSIGLIO DI STATO di Daniele Giannini

di Daniele Giannini SEZ. V 28 SETTEMBRE 2011, N. 5393 OTTEMPERANZA. Procedimento nel giudizio di ottemperanza ? Condizione di procedibilità - Atto di diffida. L'atto di diffida e messa in mora previsto dall'art. 90 del r.d. n. 646/1907 non consiste in una mera intimazione ad adempiere, ma costituisce un atto preparatorio dell'intera procedura di ottemperanza, volto al fine di informare l'amministrazione del proposito del diffidante di dare corso all'azione di esecuzione. Pertanto, la procura alle liti rilasciata, con ampio mandato in ordine alla fase processuale dell'esecuzione, deve considerarsi ricomprendere anche l'atto, preparatorio rispetto a tale fase processuale, di diffida ai sensi della norma sopra riportata, che costituiva il presupposto per la procedibilità dell'azione di esecuzione. SEZ. V 28 SETTEMBRE 2011, N. 5391 OPPOSIZIONE DI TERZO. Ricorso in opposizione ? Legittimazione. A fronte della realizzazione di un interevento di notevole impatto edilizio, la dedotta qualità di soggetti residenti nella zona interessata da un'iniziativa edificatoria incidente sui valori e sui connotati della zona, è di per sé idonea a sorreggere la proposizione di un ricorso avverso l'atto edilizio abilitativo, pur in assenza della dimostrazione di una situazione di vicinato o di stretta contiguità. Sulla scorta di un'interpretazione ampia e costituzionalmente orientata della nozione di soggetto titolare di una situazione soggettiva pregiudicata dalla sentenza per come oggi recepita dall'art. 108 del codice del processo amministrativo , per soggetto titolare di una posizione pregiudicata dalla decisione interessata dal ricorso in opposizione, ossia di una situazione incompatibile con la statuizione giurisdizionale, non si deve intendere solo colui il quale aspri al medesimo bene conseguito dal ricorrente vittorioso ma, in senso più lato, colui che intenda difendere un bene della vita inciso negativamente, nella sua integrità o nel suo valore, dalla sentenza opposta. Titolare di una posizione qualificata di interesse antitetica a quella del ricorrente, quindi, non è solo chi abbia conseguito un vantaggio specifico per effetto dell'atto impugnato ma anche chi, per effetto dell'atto negativo gravato, abbia evitato un pregiudizio specifico. Tale soggetto è, infatti, portatore di un interesse qualificato al mantenimento del provvedimento amministrativo a contenuto negativo annullato alla sentenza opposta. Il giudice dell'ottemperanza è dotato di una competenza funzionale esclusiva a conoscere di tutte le questioni concernenti l'esecuzione del giudicato e, segnatamente, degli atti adottati dal suo ausiliare ai fini dell'esecuzione del precetto giudiziario. In assenza di una disciplina limitativa sul piano soggettivo, i soggetti legittimati ad insorgere innanzi al giudice dell'ottemperanza avverso gli atti commissariali sono anche i soggetti rimasti terzi rispetto al giudicato, ove tali atti producano una lesione diretta della loro sfera giuridica. SEZ. V 27 SETTEMBRE 2011, N. 5384 LAVORO ALLE DIPENDENZE DELLA P.A. Principi generali - P.A. - Dimissioni volontarie del dipendente. Le dimissioni volontarie del dipendente si perfezionano con l'accettazione delle stesse da parte dell'amministrazione e non possono essere revocate quando tale provvedimento sia stato assunto, anche se il dipendente non ne abbia ancora avuto formale comunicazione, attesa la natura non ricettizia dell'accettazione medesima. Il provvedimento di accettazione delle dimissioni rispetto al quale la volontà del dipendente rappresenta soltanto il presupposto ha carattere costitutivo, con conseguente effetto estintivo del rapporto di pubblico impiego al momento della sua adozione. Pertanto, la volontà del dipendente dimissionario di revocare le dimissioni è irrilevante per l'Amministrazione, che non ha alcun obbligo di provvedere su una richiesta inammissibile, in quanto intervenuta quando si è già prodotto l'effetto estintivo del rapporto di impiego. L'istituto dell'aspettativa per motivi di famiglia - in quanto diretto a soddisfare esigenze personali del dipendente attraverso l'interruzione delle prestazioni del servizio - è subordinato tanto alle esigenze generali dell'amministrazione, quanto a quelle specifiche del servizio, sicché il dipendente non vanta alcun diritto alla concessione dell'aspettativa, ma soltanto un interesse da valutarsi discrezionalmente dall'amministrazione. SEZ. V 27 SETTEMBRE 2011, N. 5383 PROVINCIA. Patrimonio provinciale - Indennità per danni provocati dalle specie di fauna selvatica. L'indennizzo per i danni arrecati alle produzioni agricole e alle opere approntate sui terreni coltivati ed a pascolo dalle specie di fauna selvatica e domestica inselvatichita è a carico delle provincie, degli ambiti territoriali di caccia o dei comprensori alpini di caccia, dei titolari delle strutture territoriali private, dei proprietari o dei conduttori dei fondi o dei titolari delle zone per l'addestramento e per le prove cinofile, in ragione del luogo nel quale si è verificato il danno.