RASSEGNA DELLE SEZIONI PENALI DELLA CASSAZIONE

TERZA SEZIONE 30 AGOSTO 2018, N. 39275/2018 RICORRENTE C. MISURE CAUTELARI REALI. Sequestro preventivo Dissequestro temporaneo Natura e limiti. La figura del dissequestro temporaneo -adottata nella prassi ma non oggetto di specifica normazione al di là del nome, ha lo scopo, così come l'autorizzazione al temporaneo accesso ai luoghi in sequestro sotto il diretto controllo della polizia giudiziaria ed altre similari procedure, di consentire il momentaneo accesso alle cose in sequestro per le finalità di volta in volta prospettate ed oggetto di valutazione da parte di chi riceve l'istanza, al fine di impedire che un eventuale accoglimento si risolva, sostanzialmente, nel consentire la ripresa dell'attività illecita interrotta dall'apposizione del vincolo. Deve quindi escludersi che il dissequestro temporaneo faccia venir meno, seppure per un periodo di tempo limitato e prestabilito, il vincolo originariamente imposto, risolvendosi nella possibilità di accedere temporaneamente al bene con modalità rigorosamente prestabilite e non derogabili. Si tratta, conseguentemente, di attività riguardanti le modalità esecutive del sequestro ed, in quanto tali, impugnabili con la procedura dell'incidente di esecuzione. La pronunzia ha dichiarato inammissibile il ricorso contro il diniego di dissequestro temporaneo di opera edilizia abusiva non ultimata al fine di eseguire opere tese a tutelare gli elementi della copertura sottoposti a deterioramento per effetto degli agenti atmosferici”. Non risultano precedenti in termini. TERZA SEZIONE 28 AGOSTO 2018, N. 39040/2018 RICORRENTE R. RITI ALTERNATIVI. Giudizio abbreviato Attività integrativa d'indagine svolta dal P.M. dopo la richiesta e prima dell'ammissione al rito Inutilizzabilità Esclusione. Non sono affetti da inutilizzabilità gli atti dell'attività integrativa di indagine svolta dal P.M. dopo l'emissione del decreto di giudizio immediato e prima della celebrazione del giudizio abbreviato. La sanzione di inutilizzabilità di tali atti non è prevista da alcuna norma né è prevista una norma analoga all'art. 430 cod. proc. pen In ogni caso, la violazione dell'obbligo di immediato deposito della documentazione relativa all’attività integrativa di indagine, è priva dì specifica sanzione processuale, essendo demandato al giudice del merito il compito di impartire le opportune disposizioni affinché la difesa sia reintegrata nelle sue prerogative. La pronunzia ha ritenuto, nel caso in esame, il diritto di difesa, in quanto il giudice per le indagini preliminari, prima di ammettere il giudizio abbreviato, aveva dato atto del deposito dell'attività integrativa di indagine e la possibilità alla difesa dell'imputato di revocare la richiesta di giudizio abbreviato facoltà di revoca non esercitata. Conforme, Seconda Sezione n. 31512/12, CED 254029. TERZA SEZIONE 28 AGOSTO 2018, N. 39023/2018 RICORRENTE D. IMPUGNAZIONI. Giudice d'appello Concessione d'ufficio della sospensione condizionale della pena Presupposti . Il Giudice d'appello deve, seppur sinteticamente, rendere ragione del concreto esercizio, positivo o negativo, del potere-dovere di ufficio di applicare gli istituti indicati nell'art. 597 comma 5 cod. proc. pen., con la conseguenza che sussiste la legittimazione dell'imputato a ricorrere per cassazione, pur in assenza di specifica richiesta nel giudizio d'appello, non solo nel caso in cui il giudice dell'impugnazione, nell'espletare l'intervento officioso, sia incorso in violazione di legge, ma anche nell'ipotesi di mancato esercizio di tale potere-dovere, a condizione, tuttavia, che dal ricorrente siano indicati gli elementi di fatto in base ai quali il giudice avrebbe potuto ragionevolmente esercitarlo. Il principio, affermato dalla Terza Sezione, cfr. n. 3856/15, CED 266138, è controverso. Ad esso si contrappone l'orientamento, maggioritario, anch'esso richiamato nella pronunzia, secondo cui giudice d'appello non è tenuto a concedere d'ufficio la sospensione condizionale della pena né a motivare specificamente sul punto, quando l'interessato si limiti, nell'atto di impugnazione e in sede di discussione, ad un generico e assertivo richiamo dei benefici di legge, senza indicare alcun elemento di fatto astrattamente idoneo a fondare l'accoglimento della richiesta cfr. tra le altre, Seconda Sezione, n. 15930/16, CED 266563 . TERZA SEZIONE 27 AGOSTO 2018, N. 38956/2018 RICORRENTE C. REATI CONTRO LA PERSONA. Atti sessuali con minorenne Perseguibilità Connessione con reato perseguibile d'ufficio Condizioni. Ai fini della perseguibilità senza querela dei reati sessuali in ragione della connessione con un reato procedibile d’ufficio, non è necessario che quest'ultimo sia stato contestato all’autore della violenza, operando il criterio di cui all'art. 609 septies, comma quarto, n. 4 cod. pen. tutte le volte in cui il pubblico ministero, indagando comunque su altri fatti perseguibili d'ufficio, debba esaminare anche quello sessuale procedibile a querela. Nella specie è stato ritenuto perseguibile d'ufficio il delitto di atti sessuali con minorenne, in quanto connesso con quello di maltrattamenti in famiglia ascritto ai genitori della vittima non concorrenti in quello di cui all'art. 609 quater cod. pen. che avevano favorito la frequentazione della figlia con l'imputato, privilegiandola rispetto alle naturali amicizie della stessa con i suoi coetanei per trarne vantaggi economici. Conforme, Terza Sezione, n. 27068/08, CED 240260.