RASSEGNA DELLE SEZIONI PENALI DELLA CASSAZIONE

SESTA SEZIONE UP 19 FEBBRAIO 2014, N. 32023/14 RICORRENTE O. REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Abuso di ufficio – Regolare svolgimento delle funzioni del pubblico ufficiale – Necessità - Esclusione. Ai fini della sussistenza del reato di abuso di ufficio risulta rilevante qualsiasi violazione di quelle norme di relazione che, prevedendo poteri coercitivi del pubblico ufficiale, da considerare sempre eccezionali, incidono tassativamente sulle libertà dei cittadini. Sicché deve ritenersi che integri gli estremi del delitto la condotta del pubblico ufficiale il quale, dichiarando pretestuosamente di esercitare i poteri propri del suo ufficio, intenda avvalersene solo per sopraffare chi ostacoli i suoi scopi personali, non essendo necessario che il comportamento abusivo sia posto in essere nel corso di un regolare svolgimento delle funzioni o del servizio ne' che il danno arrecato sia di natura esclusivamente patrimoniale. Fattispecie di condotta posta in essere da appartenente a corpo di polizia municipale in borghese e senza utilizzazione dell’autovettura di ordinanza . Il principio risulta già affermato, negli stessi termini, da Sesta Sezione, n. 3684/99, CED 213317. SECONDA SEZIONE UP 20 GIUGNO 2014, N. 31469/14 RICORRENTE P.G. IN PROC. M. ED ALTRO. IMPUGNAZIONI. Incompetenza territoriale – Sussistenza - Pronuncia di proscioglimento per improcedibilità – Abnormità. E’ abnorme la pronuncia con cui il giudice, avendo accertato che la commissione del fatto è avvenuta nel territorio di altro Tribunale, anziché dichiarare la propria incompetenza ai sensi dell’art. 23 cod. proc. pen. e ordinare la trasmissione degli atti al P.M. presso il giudice competente, prosciolga definitivamente l’imputato per mancanza di una condizione di procedibilità, venendo in tal modo sottratto l’imputato al proprio giudice naturale. Sul punto specifico non constano precedenti. QUINTA SEZIONE CC 29 MAGGIO 2014, N. 30828/14 RICORRENTE V. MISURE CAUTELARI. Appello cautelare – Effetto devolutivo – Limitazione all’ambito dei motivi dedotti – Esclusione. Con riferimento al principio devolutivo dell'appello anche cautelare, la cognizione del giudice è limitata ai punti della sentenza impugnata ma non all'ambito dei motivi dedotti, in particolare quando i punti investiti dal gravame si trovino in rapporto di pregiudizialità, dipendenza, inscindibilità o connessione con altri non oggetto di gravame, così da rendere necessaria, per il giudice del gravame, una completa cognitio causae nell'ambito del devolutum . Fattispecie, di corretta applicazione del principio, di valutazione, da parte del giudice, investito della doglianza avverso il rigetto di richiesta di autorizzazione a lasciare il luogo degli arresti domiciliari per esigenze lavorative, non solo del profilo dello stato di indigenza, invocato dall’interessato, ma anche degli ulteriori presupposti tra cui la praticabilità dei controlli a tutela del rispetto delle prescrizioni imposte . Il principio affermato reitera quanto già espresso da Sesta Sezione, n. 2559/95, CED 202291. TERZA SEZIONE UP 20 MAGGIO 2014, N. 30271/14 RICORRENTE P. PREVIDENZA. Ritenute previdenziali – Omesso versamento – Dolo generico - Individuazione. La prova del dolo generico, normativamente richiesto ai fini della punibilità del reato di cui all’art. 2 della l. n. 638 del 1983, può essere desunta anche dal comportamento del datore di lavoro il quale reiteratamente ometta, consapevole di esservi tenuto per avere trasmesso i modelli DM 10 all’Istituto previdenziale , di provvedere al versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei dipendenti. Nel senso, costante, che l’elemento soggettivo del reato è rappresentato dal dolo generico, Terza Sezione, n. 33141/02, CED 222252.