Countdown per la giustizia amministrativa: «nessun rinvio per il processo telematico»

Confermata la partenza prevista per il primo luglio. Immacolata Pisano Ci saranno problemi, lo sappiamo, ma otterremo maggiore efficienza e produttività . Bilanci e prospettive anche per il processo civile telematico. Giustizia a braccetto con la tecnologia e quindi in continua evoluzione.

Dalla carta ai computer. Per la giustizia italiana il percorso pare tracciato, con buona pace di magistrati, cancellieri, dipendenti degli uffici giudiziari e avvocati poco propensi alla tecnologia. E l’ennesima conferma arriverà dal prossimo 1° luglio, quando scatterà ufficialmente il cosiddetto ‘Processo amministrativo telematico’. Su questa data non ci saranno tentennamenti. Almeno questo è quanto assicurato da Immacolata Pisano, magistrato e ‘Responsabile del Servizio centrale per l’informatica e le tecnologie di comunicazione’ per la giustizia amministrativa Non è previsto alcun rinvio , ha spiegato, si partirà il 1° luglio. Ci saranno problemi, certo, ma alla fine otterremo maggiore efficienza e maggiore produttività . Contesto per questa presa di posizione il ‘Forum della Pubblica Amministrazione’ a Roma. Occasione ideale un confronto, la mattina del 25 maggio, sull’utilizzo della tecnologia per la giustizia – con riferimento anche all’esperienza già partita col ‘Processo civile telematico’ –, utilizzo valutabile quasi come una rivoluzione. Si è passati dal paradigma cartaceo al paradigma telematico , ha sottolineato Giovanni Xilo – esperto in servizi della giustizia e moderatore del convegno –, e questo significa trovarsi di fronte all’ unico piano di governance realizzato in Italia, sostitutivo di una procedura storica, rigorosamente e totalmente cartacea . Ma la rivoluzione, cominciata da poco, non può poggiarsi solo sulle strumentazioni tecniche, ossia la tecnologia, ma anche, anzi soprattutto, sulle persone. Ecco spiegata la scelta di proporre il convegno a Roma come l’occasione per mettere a confronto magistrati e avvocati sui risultati raggiunti a livello di digitalizzazione – e sulle prospettive future –, anche tenendo presente, sempre guardando alle persone, le evidenti carenze di organico della giustizia italiana. Logico, quindi, che sia Valentina Carollo – avvocato a Rovereto – che Michele Gorga – avvocato cassazionista – abbiano, volenti o nolenti, evidenziato come il cammino sia ancora incompleto, e molti siano i nodi ancora da sciogliere in maniera definitiva. Esempi? Notifica dell’atto introduttivo, l’iscrizione a ruolo, la copia di cortesia al giudice. Senza dimenticare, poi, la formula esecutiva e il passaggio in giudicato della sentenza, ancora cartaceo , ha evidenziato Carollo. Obiettivo, in sostanza, secondo gli avvocati – almeno quelli più tecnologici – è riuscire a chiudere il cerchio della rivoluzione tecnologica, sfruttando davvero tutti gli strumenti a disposizione, mentre oggi resiste ancora il cosiddetto ‘doppio binario’, carta e digitale assieme Eppure, nel 1999 chi immaginava il processo telematico era considerato un visionario , ha ricordato Gorga. Oggi, però, che sono passati quasi 20 anni, aggiunge Gorga, è pensabile che si possa arrivare a una decisione automatica del computer, magari per reati contravvenzionali, di minore entità, di minore importanza , sempre tenendo a mente che un programma è il frutto del pensiero dell’ideatore di quel programma e quindi una decisione del computer è in realtà sempre frutto dell’uomo . Se il futuro potrebbe essere tratto da un film di fantascienza – alla Philip K. Dick –, il presente appare molto più problematico e molto meno automatico. Anche perché la digitalizzazione della giustizia deve fare inevitabilmente i conti col fenomeno tipico della tecnologia, cioè una continua, costante, veloce evoluzione. Così, ad esempio, se oggi sono ancora strumenti indispensabili la ‘posta elettronica certificata’ e la ‘firma digitale’, domani potrebbero diventare assolutamente obsoleti, col ricorso al cosiddetto ‘Spid’, ossia il ‘Sistema pubblico di identità digitale’, destinato a consentire a privati cittadini, professionisti e aziende di accedere ai servizi della pubblica amministrazione, giustizia compresa. E su questo fronte Francesco Cottone – coordinatore dell’‘Area Civile’ della ‘Direzione generale per sistemi informativi automatizzati’ del Ministero della Giustizia – ha certificato la adesione allo ‘Spid’ Sì, senza dubbio ci sarà l’adesione allo ‘Spid’, e sono allo studio anche delle ipotesi per l’accesso. Resta solo da decidere il quando . Questa, ha aggiunto, è l’ennesima conferma che oramai tecnologia e processo viaggiano a braccetto , con annessi problemi. Miglioreremo ancora , ha assicurato Cottone, facendo riferimento al ‘Processo civile telematico’, ma ci vorrà tempo . Processo Amministrativo Telematico. Tempo che stringe, invece, per il ‘Processo amministrativo telematico’, pronto a partire, come detto, dal 1° luglio, dopo una breve sperimentazione. Su questo fronte Isabella Maria Stoppani ha parlato con chiarezza, alla luce della propria esperienza da amministrativista – e, ha ammesso, poco avvezza al fronte tecnologico – Difficile parlare di sperimentazione. È durata troppo poco, appena 4 mesi, ed è stata effettuata su atti non reali . Logico, quindi, che da più parti si chieda di continuare ad utilizzare il ‘doppio binario’ anche dopo il primo luglio, consentendo ancora il deposito sia cartaceo che telematico . Pronta la replica da parte di Immacolata Pisano Rinvio per la partenza del ‘Processo amministrativo telematico’? Assolutamente no! Si comincerà il 1° luglio. Certo, ci saranno dei problemi, ma ci rimboccheremo le maniche e li affronteremo E alla fine avremo, ne sono convinta, maggiore efficienza e maggiore produttività . Anche la giustizia amministrativa, quindi, dovrà affrontare la propria rivoluzione tecnologica. Nessuna possibilità di prender tempo. Ma rimane aperto ancora uno spiraglio, in caso di problemi tecnici, per gli avvocati il ricorso alla rimessione in termini , come previsto, ha ricordato Stoppani, da una decisione pronunciata quest’anno dal Tar Campania.