L’esclusione delle coppie omosessuali dalla PMA non viola la Costituzione

Durante la camera di consiglio di ieri, la Corte Costituzionale ha deciso sulla questione di legittimità costituzionale della l. n. 40 del 2004 nella parte in cui vieta alle coppie omosessuali di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

La questione di legittimità costituzionale della l. n. 40/2004 è stata dichiarata non fondata. Lo ha fatto sapere l’ufficio stampa della Consulta all’esito della camera di consiglio di ieri, in attesa del deposito delle motivazioni. La legge n. 40/2004, nella parte in cui vieta alle coppie omosessuali di accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistite, non si pone dunque in contrasto con i principi costituzionali di cui agli artt. 2, 3, 31, comma 1, 32, comma 1, e 117 Cost. invocati dai giudici rimettenti. In particolare, con l’ordinanza dello scorso 2 luglio 2018, il Tribunale di Pordenone , chiamato a decidere sulla richiesta di una coppia di donne di poter accedere alle tecniche di PMA, che era stata loro preclusa da parte dell’Azienda Sanitaria locale, aveva sottolineato il potenziale contrasto della normativa impugnata con le norme costituzionali in quanto lesive dei diritti inviolabili della persona tra cui il diritto alla genitorialità e quello alla procreazione nell’ambito di un’unione civile legalmente riconosciuta dall’ordinamento italiano, nonché discriminatorie dei cittadini per il loro orientamento sessuale. Non resta dunque che attendere il deposito della sentenza per conoscere le motivazioni della decisione.