Il potere officioso del Giudice di integrare il “bagaglio istruttorio” incompleto

In tema di determinazione dell’assegno di mantenimento, in sede di scioglimento degli effetti civili del matrimonio, il Giudice può procedere d’ufficio all’integrazione del bagaglio istruttorio , qualora questo sia incompleto o non completabile attraverso gli ordinari mezzi di prova.

Così ha deciso la Corte di Cassazione con sentenza n. 4292/17 depositata il 20 febbraio. Il caso. In occasione della determinazione dell’assegno divorzile, l’attrice chiedeva l’accertamento dei redditi dell’ex marito, il quale, in seguito all’ottenimento dell’eredità immobiliare del padre, procedeva all’acquisto di beni mobiliari superflui. La prova dell’aumento della capacità economica del convenuto non risultava sufficiente agli occhi del Giudice di merito ai fini dell’accoglimento dell’istanza proposta dall’ex moglie, cosicché, non intervenendo officiosamente per l’integrazione del bagaglio istruttorio respingeva la richiesta. La Corte d’appello confermava tale pronuncia senza darne, però, un’adeguata motivazione. L’attrice ricorre in Cassazione. Il Giudice può procedere d’ufficio per integrare il bagaglio istruttorio. La Corte di Cassazione afferma il principio di diritto secondo cui in tema di determinazione dell’assegno di mantenimento in sede di scioglimento degli effetti civili del matrimonio, l’esercizio del potere del giudice che può disporre d’ufficio o su istanza di parte indagini patrimoniali avvalendosi della polizia tributaria, costituisce una deroga alle regole generali sull’onere della prova. L’esercizio di tale potere discrezionale non può sopperire alla carenza probatoria della parte onerata, ma vale ad assumere, attraverso uno strumento a questa non consentito, informazioni integrative del bagaglio istruttorio già fornito, incompleto o non completabile attraverso gli ordinari mezzi di prova . Tale potere deve essere attivato sulla base di fatti specifici e circostanziati e per fini meramente esplorativi. Le decisioni del Tribunale e dalla Corte d’appello è evidente che non sono conformi all’orientamento, appena riportato, del Collegio. Pertanto, i Giudici di legittimità ritengono il ricorso meritevole di accoglimento e contestualmente cassano la sentenza impugnata rinviando alla Corte territoriale per un nuovo giudizio.

Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 1, ordinanza 3 – 20 febbraio 2017, n. 4292 Presidente/Relatore Ragonesi Osserva quanto segue Questa Corte, quanto al primo e al secondo motivo di ricorso che appare necessario trattare prioritariamente in applicazione del principio della ragione più liquida della decisione , si è già pronunciata in materia affermando che In tema di divorzio, il giudice del merito, ove ritenga aliunde raggiunta la prova dell’insussistenza dei presupposti che condizionano il riconoscimento dell’assegno di divorzio, può direttamente procedere al rigetto della relativa istanza, anche senza aver prima disposto accertamenti d’ufficio attraverso la polizia tributaria, atteso che l’esercizio del potere officioso di disporre, per il detto tramite, indagini sui redditi e sui patrimoni dei coniugi e sul loro effettivo tenore di vita rientra nella sua discrezionalità, non trattandosi di un adempimento imposto dall’istanza di parte, purché esso sia correlabile anche per implicito ad una valutazione di superfluità dell’iniziativa e di sufficienza dei dati istruttori acquisiti Cass. n. 14336/2013, Acierno, Rv. 626778 . Ed ancora che In tema di determinazione dell’assegno di mantenimento in sede di scioglimento degli effetti civili del matrimonio, l’esercizio del potere del giudice che, ai sensi dell’art. 5, comma 9, della legge n. 898 del 1970, può disporre - d’ufficio o su istanza di parte - indagini patrimoniali avvalendosi della polizia tributaria, costituisce una deroga alle regole generali sull’onere della prova l’esercizio di tale potere discrezionale non può sopperire alla carenza probatoria della parte onerata, ma vale ad assumere, attraverso uno strumento a questa non consentito, informazioni integrative del bagaglio istruttorio già fornito, incompleto o non completabile attraverso gli ordinari mezzi di prova tale potere non può essere attivato a fini meramente esplorativi, sicché la relativa istanza e la contestazione di parte dei fatti incidenti sulla posizione reddituale del coniuge tenuto al predetto mantenimento devono basarsi su fatti specifici e circostanziati Cass. n. 2098/2011, Cultrera, Rv. 626778 . Nella specie, la decisione relativa è stata assunta dalla Corte di Appello in senso non conforme a tale orientamento. In particolare occorre considerare come nella sua estrema sintesi la motivazione della Corte di Appello non renda evidente, né motivi in alcun modo in ordine alla richiesta di accertamento sui redditi proposta dalla C. . In tal senso appare significativo il bagaglio istruttorio, certamente rilevante, fornito dalla stessa in ordine all’evidente progressione delle risorse economiche e dei valori patrimoniali riferibili al P. nel corso del giudizio. La C. ha materialmente allegato elementi obiettivi in tal senso, ovvero l’eredità immobiliare conseguente ad decesso del padre del P. , così come l’acquisto di beni mobiliari superflui e di valore certamente indicativo dí capacità economica aumentata due vetture di lusso ed una motocicletta , bagaglio istruttorio incompleto e certamente non completabile con gli ordinari mezzi di prova dalla C. , soprattutto considerata la limitata produzione delle dichiarazioni dei redditi da parte dell’ex coniuge di fatto ammessa dallo stesso P. nel suo controricorso, produzione intervenuta solo in sede di comparsa conclusionale per le dichiarazioni dei redditi anno 2012 in relazione a sentenza depositata in data 14.1.2014 , circostanza che appunto portava ad introdurre l’istanza di indagini tributarie sui redditi. È in tale contesto che dunque avrebbe dovuto intervenire il potere di integrazione officioso del Tribunale e il mancato accoglimento della istanza di parte in tal senso non ha trovato adeguata valutazione nella motivazione della sentenza della Corte di Appello, né emerge per implicito una valutazione di superfluità della iniziativa avendo la Corte contrapposto ad una serie di dati di fatto le valutazioni e giustificazioni sul punto fornite dalla parte, che chiaramente hanno una portata limitata e non risolutiva affermazioni relative al non essere riuscito a portare a reddito con locazioni i beni immobili ereditati, che pur tuttavia sono entrati a far parte del patrimonio del P. in epoca successiva all’avvio del giudizio e determinazione dell’assegno di mantenimento . Così come non appare elemento sufficiente a ritenere implicitamente superata l’esigenza di un accertamento sui redditi la verosimiglianza della congiuntura economica rispetto all’affermazione del P. in ordine al reddito ottenuto dagli immobili ricevuti in eredità, non essendo stato tale elemento di valutazione, meramente probabilistico ed eventuale, posto in correlazione con la istanza della C. di indagini sui redditi. L’accoglimento dei motivi di ricorso determina l’assorbimento dei residui motivi di articolati, collegati in situazione di consequenzialità ai motivi oggetto di valutazione principale. Vista la memoria che non aggiunge elementi ulteriori di valutazione. P.Q.M. Accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla Corte di Appello di Firenze in diversa composizione anche per la liquidazione delle spese della fase di legittimità.