



compensi professionali | 21 Dicembre 2016
Mediatore o procacciatore di affare? La differenza sta nell’imparzialità del mediatore rispetto alle parti
di Gianluca Tarantino - Avvocato e dottore di ricerca in diritto dell'economia
La mediazione ed il contratto atipico di procacciamento d'affari si distinguono sotto il profilo della posizione di imparzialità del mediatore rispetto a quella del procacciatore il quale agisce su incarico di una delle parti interessate alla conclusione dell'affare e dalla quale, pur non essendo a questa legato da un rapporto stabile ed organico (a differenza dell'agente) può pretendere il compenso. I due rapporti hanno in comune l'elemento della prestazione di una attività di intermediazione finalizzata a favorire fra terzi la conclusione degli affari, onde è sufficiente perché il mediatore ed il procacciatore abbiano diritto al compenso che essi abbiano posto in contatto i soggetti interessati e che l'affare, per effetto del loro intervento, si sia concluso, nel senso che quei soggetti abbiano stipulato il contratto da costoro promosso.

(Corte di Cassazione, sez. II Civile, sentenza n. 26370/16; depositata il 20 dicembre)








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