Passati 20 anni l’ipoteca è inefficace ma precetto e pignoramento non sono nulli

Passano 20 anni dall’iscrizione dell’ipoteca ciò non comporta la nullità né del precetto, né del pignoramento, tuttavia priva il creditore procedente della legittima causa di prelazione.

Lo ha precisato la Corte di Cassazione con la sentenza n. 2610, depositata il 5 febbraio 2014. Il caso. Una società aveva ipotecato un immobile di sua proprietà a garanzie di un mutuo. Tuttavia, a causa dell’inadempimento, era iniziata l’azione esecutiva. Il Tribunale adito rilevava, da un lato, l’assenza di prova dell’adempimento dell’esecutata e, dall’altro, ritenuta estinta per decorso del ventennio l’ipoteca iscritta a garanzia del debito, dichiarava la nullità del precetto e del pignoramento. L’inefficacia dell’ipoteca per decorso del termine ventennale non comporta la nullità né del precetto, né del pignoramento. Sulla questione è intervenuta la Corte di Cassazione, la quale, cassando la sentenza impugnata, ha chiarito che l’estinzione dell’efficacia dell’ipoteca ex art. 2847 c.c. durata dell’efficacia dell’iscrizione non priva il creditore del proprio diritto di credito, non lo priva della possibilità di avvalersi in futuro della prelazione e non lo priva del diritto ad iscrivere l’ipoteca art. 2848, comma 1, c.c. . In sostanza, l’unica conseguenza della nuova iscrizione è la postergazione dell’ipoteca alle altre ipoteche iscritte medio tempore e l’inopponibilità ai terzi che abbiano trascritto il proprio titolo prima della reiscrizione dell’ipoteca perenta art. 2848, comma 2, c.c. . Postergazione dell’ipoteca. La Cassazione, dunque, decidendo per l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio ad altra sezione del Tribunale, chiede a quest’ultimo di attenersi al principio di diritto secondo cui l’inefficacia dell’ipoteca per decorso del termine ventennale, ai sensi dell’art. 2847 c.c., sopravvenuta nel corso del processo esecutivo iniziato dal creditore ipotecario nei confronti del debitore che sia anche proprietario del bene ipotecato, non comporta la nullità né del precetto, né del pignoramento, ma ha l’unico effetto di privare il creditore procedente della legittima causa di prelazione .

Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza 26 novembre 2013 – 5 febbraio 2014, n. 2610 Presidente Massera – Relatore Rossetti Svolgimento del processo 1. La Società Gestione Crediti s.r.l. d'ora innanzi, per brevità, SGC si rese cessionaria d'un credito cedutole da una banca, avente ad oggetto la restituzione d'una somma data a mutuo. Nel 2006 la società cessionaria iniziò quindi l'esecuzione nei confronti del debitore, la società Imont s.r.l Nel 2007 la società Imont propose opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c., allegando che le obbligazioni scaturenti dal mutuo erano state adempiute, e che comunque l'ipoteca iscritta a garanzia del debito era estinta per mancata rinnovazione. La società opponente chiese altresì la condanna della SGC al risarcimento del danno per c.d. responsabilità aggravata, ai sensi dell'art. 96, comma 2, c.p.c 2. Con sentenza 12.6.20096 n. 755 il Tribunale di Ancona a ritenne non esservi prova che l'esecutata avesse adempiuto la propria obbligazione b nondimeno, ritenuta estinta per decorso del ventennio l'ipoteca iscritta garanzia del debito, dichiarò la nullità del precetto e del pignoramento c rigettò, per difetto di prova del danno, la domanda di risarcimento ex art. 96 c.p.c 3. Questa sentenza viene ora impugnata con ricorso principale dalla Imont, e con ricorso incidentale dalla SGC, ciascuna sulla base di due motivi. Motivi della decisione 1. I motivi del ricorso principale. 1.1. Col primo motivo di ricorso la Imont lamenta la violazione di legge art. 360, n. 3, c.p.c., con riferimento all'art. 96 c.p.c. Deduce che erroneamente il tribunale avrebbe rigettato per difetto di prova la domanda di risarcimento del danno da esecuzione iniziata con mala fede o colpa grave, giacché tale danno potrebbe essere liquidato dal giudice anche d'ufficio. 1.2. Col secondo motivo la Imont lamenta la violazione di lege art. 360, n. 3, c.p.c. con riferimento all'art. 91 c.p.c. Deduce che erroneamente il Tribunale avrebbe compensato le spese di lite, poiché non vi sarebbe stata soccombenza reciproca. 2. I motivi del ricorso incidentale. 2.1. Col primo motivo del ricorso incidentale la SGC lamenta la violazione di legge art. 360, n. 3, c.p.c. , con riferimento agli artt. 474 c.p.c, 2847, 2848 e 2878 cc. Espone che il Tribunale avrebbe errato nel dichiarare nullo il pignoramento a causa della perenzione dell'ipoteca, posto che l'estinzione dell'ipoteca non produce quell'effetto. 2.2. Col secondo motivo di ricorso la SGC lamenta la violazione di legge art. 360, n. 3, c.p.c. , con riferimento agli artt. 213 c.p.c., 2697, 2847 e 2878 cc. Espone che erroneamente il Tribunale avrebbe ritenuto estinta l'ipoteca per mancata rinnovazione nel termine ventennale sia perché era onere dell'esecutato dimostrare che l'ipoteca non fosse stata rinnovata sia perché il giudice, nel dubbio, avrebbe potuto comunque chiedere informazioni al riguardo, ex 213 c.p.c., alla conservatoria dei registri immobiliari. 3. Il primo motivo del ricorso incidentale. 3.1. Va esaminato per primo, ai sensi dell'art. 276, comma 2, c.p.c., il V primo motivo del ricorso incidentale l'accoglimento di esso, infatti, caducando la statuizione di accoglimento dell'opposizione all'esecuzione, renderebbe superfluo l'esame degli altri motivi tanto del ricorso principale, quanto di quello incidentale. 3.2. Secondo il Tribunale di Ancona, l'inefficacia sopravvenuta dell'ipoteca, per decorso del termine ventennale di cui all'art. 2847 cc, travolgerebbe l'efficacia del precetto e del pignoramento notificati dal creditore ipotecario al debitore, che sia anche proprietario del bene ipotecato. È una tesi priva del benché minimo fondamento, che confonde i concetti di credito, titolo esecutivo e causa di prelazione. Il credito, che è l'oggetto dell'obbligazione, è tutelato dall'ordinamento in vario modo accordando al creditore la facoltà di ottenerne in giudizio l'accertamento art. 24 cost. accordando al creditore il diritto di soddisfarsi sui beni del debitore in caso di inadempimento art. 2909 c.c. accordando al creditore la facoltà di essere preferito agli altri creditori dell'obbligato, se titolare di una causa legittima di prelazione art. 2808 c.c. . Diritto di azione, diritto di esecuzione e diritto di prelazione hanno ovviamente scopi e strutture diverse, e sono indipendenti l'uno dall'altro. Così, ad esempio, il creditore può agire in executivis senza passare per l'accertamento giudiziale del credito, se dispone d'un titolo esecutivo stragiudiziale d'altro canto, per agire esecutivamente sui beni del debitore non è necessario munirsi d'un titolo ipotecario, né il creditore ipotecario è per ciò solo legittimato ad agire esecutivamente, se non dispone d'un titolo esecutivo. 3.3. Anche quando il credito abbia dato vita ad un titolo esecutivo, e questo - come accaduto nel caso di specie - costituisca nello stesso tempo il c.d. titolo ipotecario cioè l'atto da cui nasce il diritto alla costituzione della garanzia ipotecaria , nondimeno titolo esecutivo e titolo ipotecario restano concettualmente distinti, nel senso che le vicende modificative od estintive dell'uno non sempre si ripercuotono sull'altro. In particolare, per quanto attiene ai rapporti tra efficacia dell'ipoteca e processo di esecuzione iniziato nei confronti di debitore che sia anche ^ proprietario del bene ipotecato, questa Corte ha già in passato più volte affermato che il termine ventennale di efficacia dell'ipoteca, di cui all'art. 2847 c.c., disciplina soltanto gli effetti dell'opponibilità erga omnes dell'ipoteca, ma non riguarda né il diritto di credito in sé, né la garanzia ipotecaria intesa come diritto nascente dal titolo ipotecario, né il diritto all'iscrizione ipotecaria, in sé, quale elemento costitutivo dell'ipoteca da ultimo, ma ex multis, Sez. 3, Sentenza n. 7498 del 14/05/2012 . L'estinzione dell'efficacia dell'ipoteca ex art. 2847 c.c. pertanto non priva il creditore del proprio diritto di credito non lo priva della possibilità di avvalersi in futuro del diritto di prelazione e non lo priva del diritto ad iscrivere l'ipoteca art. 2848, comma 1, c.c. - Unica conseguenza della nuova iscrizione sarà la postergazione dell'ipoteca alle altre ipoteche iscritte medio tempore, così come la sua inopponibilità ai terzi che abbiano trascritto il proprio titolo prima della reiscrizione dell'ipoteca perenta art. 2848, comma 2, c.c. . Dall'indipendenza ed autonomia tra ipoteca in quanto tale e titolo ipotecario discende che le vicende della prima non toccano il secondo e se il titolo ipotecario costituisce altresì titolo esecutivo, l'inefficacia sopravvenuta dell'ipoteca ai sensi dell'art. 2847 c.c. non ne travolge gli effetti, ma ha l'unico effetto di privare il creditore procedente del proprio titolo di prelazione, e relegarlo al rango di normale chirografario. 3.4. La sentenza impugnata, dichiarando la nullità sia del precetto che del pignoramento per effetto della ritenuta sopravvenuta inefficacia dell'ipoteca per decorso del termine ventennale ex art. 2847 c.c., non si è attenuta a questi precetti, e va pertanto cassata con rinvio ad altra sezione del Tribunale di Ancona, il quale deciderà l'opposizione proposta dalla Imont attenendosi al seguente principio di diritto L'inefficacia dell'ipoteca per decorso del termine ventennale, ai sensi dell'art. 2847 c.c., sopravvenuta nel corso del processo esecutivo iniziato dal creditore ipotecario nei confronti del debitore che sia anche proprietario del bene ipotecato, non comporta la nullità né del precetto, né del pignoramento, ma ha l'unico effetto di privare il creditore procedente della legittima causa di prelazione. 3.5. L'accoglimento del motivo sopra esaminato rende superfluo l'esame degli altri motivi tanto del ricorso principale che di quello incidentale. 4. Le spese. Le spese del giudizio di legittimità saranno liquidate dal giudice del rinvio. P.Q.M. la Corte di cassazione, visto l'art. 383, comma primo, c.p.c. - riunisce i ricorsi - accoglie il primo motivo del ricorso incidentale dichiara assorbiti gli altri motivi del ricorso principale e di quello incidentale - cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa ad altra sezione del Tribunale di Ancona - rimette al giudice del rinvio la liquidazione delle spese del giudizio di legittimità.