Il CNF non condivide le riforme annunciate dal Ministro Cartabia

Il Consiglio nazionale forense reputa non condivisibile l’approccio alla riforma del processo civile e del processo penale così come deducibile dalle anticipazioni delle proposte di emendamenti del Governo al ddl delega di riforma del processo civile e dalle anticipazioni di stampa per quanto riguarda l’impianto del processo penale .

Lo si legge nella nota firmata dalla Presidente del CNF Maria Masi che ha presieduto la riunione plenaria del 14 maggio scorso. In particolare, secondo il Consiglio, la riforma della giustizia deve mirare ad un nuovo e rinnovato approccio di sistema. L’obiettivo perseguito, ossia la riduzione del 40% dei tempi del processo civile e del 20% di quelli del processo penale, così come richiesto dalla Commissione europea, ammesso che possa considerarsi coerente con i principi invocati dall'Onu nell’Agenda 2030 di sostenibilità e solidità delle istituzioni e di assicurare a tutti l’accesso alla giustizia, non potrà, comunque, raggiungersi se oltre ad intervenire sulle regole del processo non si agisce coraggiosamente anche sull’ organizzazione degli uffici giudiziari, sugli investimenti funzionali e sulla carenza di organico di magistrati e personale amministrativo oltre che sull'equa responsabilizzazione di tutti gli operatori, compresi i magistrati . Concludendo, i tempi ragionevoli e soprattutto la qualità della giustizia non sono perseguibili solo con l'ennesima riforma delle norme di rito in cui, ancora una volta, sono i cittadini a rischiare di pagare il tributo più alto. In nome di una presunta riduzione dei tempi del processo il rischio è quello di sacrificare il diritto di accesso alla giustizia e le garanzie di difesa .