I 209 miliardi del recovery plan resteranno un miraggio se non…

Nel testo proposto dalla Commissione UE il 20 maggio scorso e approvato dal Consiglio dell'Unione europea il 20 luglio scorso, vengono indirizzate all'Italia quattro raccomandazioni specifiche.

Nel dettaglio 1. Implementazione di tutte le misure necessarie per il sostegno all’economia e al sistema sanitario durante e dopo la pandemia. In linea con la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, la Commissione raccomanda all’Italia di adottare tutte le misure necessarie per sostenere l’economia e favorire la ripresa successiva alla pandemia. Nel quadro di queste misure la Commissione raccomanda di perseguire politiche fiscali finalizzate al sostegno delle imprese e di rafforzare gli investimenti. Al contempo il sistema sanitario nazionale, messo a dura prova dall’epidemia, dovrà essere rafforzato in termini di personale, di infrastrutture e di macchinari essenziali per la sanità. La resilienza e capacità del sistema sanitario dovranno essere rafforzate per contrastare future epidemie nel quadro di un coordinamento tra istituzioni nazionali e regionali. 2. Attuazione di adeguate misure di sostegno al reddito e per l’accesso alla protezione sociale. Si raccomanda che l’accesso alla protezione sociale ed ai sussidi, soprattutto per i lavoratori atipici, vada garantito. L’impatto della crisi sull’occupazione va attenuato e vanno rafforzate la didattica e la formazione a distanza. In un quadro di supporto attivo all’occupazione e di sostegno alle figure atipiche del mondo del lavoro vanno utilizzate eventuali forme di contrattazione più flessibile. 3. Introduzione e attuazione di misure in favore delle piccole e medie imprese e adozione di tecnologie green e sostenibili in materia ambientale. La Commissione richiede l’adozione di misure efficaci per garantire liquidità all’economia reale. L’accesso al credito è di vitale importanza per le piccole e medie imprese, per le aziende innovative e per i liberi professionisti , così come la certezza nei tempi di pagamento. Sia gli investimenti pubblici che quelli privati vanno favoriti e sostenuti per aiutare la ripresa economica. Gli investimenti vanno orientati su una produzione più pulita ed efficiente, sul trasporto pubblico sostenibile, sulla gestione efficiente delle risorse idriche, dell’energia e sulla transizione green e digitale. Le infrastrutture digitali dovranno essere rafforzate per assicurare la fornitura dei servizi essenziali. 4. Miglioramento dell’efficienza del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione. La Commissione raccomanda di migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e l’efficacia della pubblica amministrazione. Relazione per paese relativa all'Italia 2020 La Commissione europea ha pubblicato il 26 febbraio 2020, nell'ambito del Semestre europeo, il pacchetto d'inverno winter package contenente l'analisi della situazione economica e sociale negli Stati membri. Qui di seguito si espongono, in sintesi, alcuni elementi riguardanti la Relazione per l'Italia. Secondo quanto esposto nella Relazione, l'Italia rientra tra i paesi che presentano squilibri eccessivi insieme a Cipro e alla Grecia . In un quadro macroeconomico globalmente debole - come emerge dalle Previsioni economiche d'inverno - l'economia italiana, nonostante alcuni elementi di miglioramento specialmente nel mercato del lavoro, mostra scarsi segnali di ripresa rispetto al rallentamento del 2018. Dall'esame approfondito condotto dalla Commissione si rileva che permane la vulnerabilità dell'economia italiana in relazione al debito troppo elevato. A breve termine i rischi di sostenibilità sembrano contenuti, risultando alti nel medio e lungo periodo. Alcune recenti riforme pensionistiche, osserva la Commissione, potrebbero erodere ulteriormente la crescita potenziale e la sostenibilità del debito, se prolungate oltre la fase iniziale di sperimentazione. Quanto alle componenti del PIL, la Commissione evidenzia che al calo della spesa per i consumi, registrato nel 2018, non sia seguita alcuna apprezzabile ripresa nel 2019. In particolare nella prima metà del 2019 la spesa per alcuni beni di consumo, in particolare alimenti, abbigliamento e trasporti, è stata inferiore rispetto allo stesso periodo del 2018. Alcuni elementi di sostegno alla spesa per le famiglie potrebbero comunque derivare dalle forme di sostegno ai redditi più bassi ad esempio con l'introduzione del reddito di cittadinanza e dalla flessione dei tassi di interesse, che potrebbe liberare risorse per i consumi delle famiglie. Si assottigliano, osserva la Commissione, i margini di profitto delle imprese. La formazione lorda di capitale fisso, al 18,1% del PIL nel terzo trimestre del 2019, è ancora nettamente inferiore sia all'ultimo picco del 2007 22% che alla media dell'UE 20,6% . Tuttavia, le condizioni di finanziamento favorevoli sostengono gli investimenti. Continua l'andamento negativo della produttività del lavoro, sempre inferiore rispetto alla media UE l'efficacia delle misure adottate in materia, quali incentivi agli investimenti e all'innovazione, è stata limitata da ritardi nell'attuazione, dall'incertezza delle politiche e dalla mancanza di una strategia organica . La diminuzione -0,3 % a fronte di un aumento dello 0,5% nella zona euro è ricondotta al calo della produttività del lavoro nelle regioni meridionali e nel settore dei servizi, e al rallentamento della crescita della produttività nel settore manifatturiero rispetto alla media della zona euro. Nel 2019 sono stati registrati miglioramenti nel mercato del lavoro. Tuttavia i tassi di disoccupazione rimangono superiori alla media UE, con particolare riferimento alla disoccupazione giovanile, che sta calando a ritmo troppo lento. Rimane tra i più alti in ambito UE il numero di giovani non occupati né inseriti in un percorso di istruzione o formazione 19,2 % nel 2018 . Inoltre, la crescita dell'occupazione si osserva soprattutto nei settori ad alta intensità di manodopera e basso valore aggiunto. Nonostante alcuni risultati positivi, quindi, la Commissione sottolinea che il ristagno del mercato del lavoro resta considerevole e che la scarsa produttività mette comunque a rischio la possibilità di compiere progressi ulteriori. Peraltro le politiche sociali rimangono scarsamente integrate con altre politiche, comprese le politiche attive del mercato del lavoro. Riguardo al settore bancario, la Commissione registra alcuni miglioramenti in termini di maggiore resilienza, sebbene si registrino alcuni elementi di permanente vulnerabilità rimane alta la quota dei crediti deteriorati, comunque in apprezzabile calo rispetto agli anni precedenti. Non è stata pienamente attuata la riforma delle grandi banche popolari mentre è giunta a compimento la riforma del credito cooperativo e quella della disciplina fallimentare. Permangono difficoltà, a giudizio della Commissione, per l'accesso al credito bancario ed è ancora scarsamente sviluppato l'accesso al credito non bancario. In materia fiscale, la Commissione giudica troppo elevata la tassazione del lavoro. Ancora basso il livello di adempimento degli obblighi fiscali nonostante l'introduzione di alcune misure per favorire l'adempimento degli obblighi tributari, l'evasione fiscale resta elevata. La Commissione, inoltre, giudica eccessivo il ricorso alle aliquote IVA ridotte. La legge di bilancio 2020 ha comunque compiuto alcuni progressi nella riduzione delle agevolazioni fiscali e del cuneo fiscale sul lavoro. Non vi è stato alcun spostamento, continua la Commissione, della pressione fiscale sui beni immobili, e non è stata avviata l'auspicata riforma del catasto. Ulteriori elementi di criticità sono individuati nel settore dell'istruzione rispetto alla media UE, l'Italia ha un tasso molto più elevato di giovani che abbandonano la scuola precocemente e hanno risultati insufficienti, in particolare nel Sud del Paese. Nel complesso, secondo la Commissione, l'Italia ha compiuto alcuni progressi nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche del 2019. Progressi significativi si sono osservati nella lotta contro l'evasione fiscale, anche grazie al rafforzamento degli obblighi dell'uso dei pagamenti elettronici. Alcuni progressi sono registrati nei seguenti ambiti i integrazione tra le politiche attive del mercato del lavoro e le politiche sociali, coinvolgendo soprattutto i gruppi vulnerabili ii politiche economiche relative agli investimenti incentrate sulla ricerca e l'innovazione e sulla qualità delle infrastrutture iii una maggiore efficacia della pubblica amministrazione iv la promozione della ristrutturazione dei bilanci delle banche v il potenziamento dell'accesso al credito non bancario per le imprese più piccole e innovative. Progressi limitati sono registrati nei seguenti ambiti i spostamento della pressione fiscale dal lavoro, nonché la riduzione delle agevolazioni fiscali e la riforma del sistema catastale ii lotta al lavoro sommerso iii sostegno alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso una strategia globale iv miglioramento dei risultati scolastici, anche mediante investimenti adeguati e mirati, e la promozione del miglioramento delle competenze v riduzione della durata dei processi civili, con particolare riferimento al miglioramento della disciplina procedurale vi lotta contro la corruzione, mediante la riforma delle norme procedurali, al fine di ridurre la durata dei processi penali. Nessun progresso è stato registrato nei seguenti ambiti i riduzione del peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e la creazione di margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita La predetta raccomandazione muoveva dall’analisi del Consiglio, in base alla quale si rilevava che la spesa dell'Italia per le pensioni, pari a circa il 15 % del PIL nel 2017, è tra le più elevate dell'Unione ed è destinata a crescere nel medio periodo a causa del peggioramento dell'indice di dipendenza degli anziani. Il bilancio 2019 e il decreto legge di attuazione del nuovo regime di pensionamento anticipato del gennaio 2019 tornano indietro su elementi delle precedenti riforme delle pensioni, aggravando la sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche. Queste nuove norme aumenteranno ulteriormente la spesa pensionistica a medio periodo. Tra il 2019 e il 2021 il nuovo regime di pensionamento anticipato quota 100 consentirà alle persone che hanno versato 38 anni di contributi di andare in pensione a 62 anni. È stato inoltre esteso l'ambito di applicazione delle disposizioni vigenti in materia di pensionamento anticipato, in particolare sospendendo fino al 2026 l'indicizzazione alla speranza di vita del requisito contributivo minimo, introdotta dalle precedenti riforme pensionistiche L'elevata spesa pubblica per le pensioni comprime altri elementi della spesa sociale e di spesa pubblica a favore della crescita, come l'istruzione e gli investimenti, e riduce i margini per diminuire la pressione fiscale complessivamente elevata e il consistente debito pubblico. Inoltre, l'ampliamento della possibilità di pensionamento anticipato potrebbe ripercuotersi negativamente sull'offerta di lavoro, in un contesto in cui l'Italia è già al di sotto della media dell'Unione per quanto riguarda la partecipazione dei lavoratori anziani 55-64 anni all'occupazione, il che ostacolerebbe la crescita potenziale e aggraverebbe la sostenibilità del debito pubblico. Al fine di limitare l'aumento della spesa per le pensioni, dovrebbero essere pienamente attuate le già adottate riforme pensionistiche volte a ridurre le passività implicite derivanti dall'invecchiamento della popolazione. Si potrebbero inoltre conseguire risparmi intervenendo su pensioni di importo elevato che non corrispondono ai contributi versati, nel rispetto dei principi di equità e di proporzionalità. La relazione per Paese relativa all’Italia 2020, sulle prescrizioni della predetta Raccomandazione numero 1 del 2019, registrava, peraltro, nessun progresso nella riduzione del peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica”, ed anzi, nella valutazione degli squilibri dell’Italia, si prevedeva che nel 2020 i nuovi regimi sociali introdotti nel 2019 andranno a gravare ulteriormente sulle finanze pubbliche e le norme pensionistiche peggioreranno la tendenza a destinare sempre più la spesa pubblica alle pensioni di vecchiaia e di anzianità. ii rimozione delle restrizioni alla concorrenza, anche mediante una nuova legge annuale sulla concorrenza. Il Pacchetto d'inverno si sofferma, altresì, sui progressi fatti dall’Italia riguardo alle raccomandazioni specifiche della Commissione dal 2011 al 2019. In particolare, dall'inizio del semestre europeo del 2011, la stessa Commissione ha ravvisato che, di tutte le raccomandazioni specifiche indirizzate all'Italia, nel 68% dei casi si sono registrati alcuni progressi . Nel 4% dei casi si è ottenuta la piena implementazione delle direttive, nel 28% dei casi il progresso è stato sostanziale, nel 36% dei casi è stato medio, nel 30% dei casi insufficiente e, infine, nel 2% non c’è stato alcun progresso. Senato della Repubblica, Servizio studi, ufficio per le ricerche nei settori economico e finanziario .