Cesare Massimo Bianca

Il diritto non è a portata di mano, ma nemmeno è un fenomeno imperscrutabile. Si può studiare e praticare con impegno e fiducia. Anche concetti vaghi e indeterminati come la buona fede dei contraenti possono essere indagati e chiariti affinché il diritto sia un esercizio dialogico di responsabilità e collaborazione.

Incontrai per la prima volta il Professor Bianca nelle aule universitarie. Prossimo alla laurea, ero uno dei tanti studenti che affollavano un convegno. Ricordo ancora uno sguardo sereno, una voce pacata, e il senso di sicurezza suscitato dalla relazione. Il diritto non è a portata di mano, ma nemmeno è un fenomeno imperscrutabile. Si può studiare e praticare con impegno e fiducia. Anche concetti vaghi e indeterminati come la buona fede dei contraenti, dimostrava la sua conferenza, possono essere indagati e chiariti affinché il diritto sia un esercizio dialogico di responsabilità e collaborazione. Poi lo incontrai di nuovo nelle pagine de Il Contratto, il terzo volume del Trattato di diritto civile. Ero nel corridoio principale del Tribunale di Pescara, impegnato nella pratica forense il libro era esposto nel banchetto della Giuffrè. Come molti altri, ho studiato il diritto civile per il concorso in magistratura su quel trattato, a partire dal terzo volume sul contratto. Ancora oggi ne raccomando lo studio ai miei allievi nelle lezioni di preparazione ai concorsi per le magistrature amministrative. Nelle pagine del Trattato ho sempre ritrovato la prima impressione di quel lontano incontro. Credo che chi lo studia possa raccogliere il messaggio sul diritto una scienza dello spirito che non può essere semplificata e che non è immediatamente disponibile, ma che è dovere del giurista di affrontare in uno sforzo inesausto di riflessione sul concetto e di chiarezza nell’espressione. Specie se quel giurista non è soltanto un magistrato o un avvocato, ma è un professore e un maestro una persona che accetta su di sé il compito di interrogare il diritto e di insegnare il senso di quel domandare. Il diritto è relazione ed è rapporto civile tra le persone. Anche la contesa giudiziaria impone che il contraddittorio si svolga con lealtà e probità. Nel modo di interrogare e di rispondere alla domanda sul diritto è gran parte della ragione fondamentale del domandare e della ragione del rispondere. Ecco perché soprattutto nei volumi del trattato non si dice soltanto del diritto, ma si presenta una precisa idea del giurista. Quando, negli ultimi anni, il Professore mi scriveva per chiedere ospitalità su questa rivista riscoprivo nelle garbate parole di occasione il senso di un insegnamento. fonte giustiziacivile.com foto tratta dal sito dell'Unitelma Sapienza di Roma