E’ il momento delle scelte anche nell’avvocatura italiana

Di questi tempi sui social abbondano le foto di colleghi spensierati al mare o ai monti il che confligge con la realtà dell’avvocatura italiana chiamata, per sopravvivere, a una drastica riduzione dei numeri.

In un post del 27 luglio 2020 l’avv. Salvatore Lucignano di Napoli si spinge oltre perché non vede alcun futuro per l’avvocatura di massa e per l’ordine forense. Il futuro prossimo, scrive, può contenere al massimo 50 – 60 mila avvocati, il resto dovrà fare un altro lavoro. Eppure nessuna istituzione forense si occupa di questa realtà che travolgerà nel breve la categoria forense. Un tempo si scriveva Sono gli avvocati, difensori dei diritti nello Stato democratico, a ricordare che la globalizzazione economica non può travolgere i diritti delle persone, specie là dove essi vantano una risalente tradizione, tanto da costituire la cifra più significativa del modello storico politico dell’ Occidente. Neppure la grave crisi che ha colpito l’intero globo e il nostro Paese può giustificare l’abbandono di quel modello. Anzi. Proprio quando si è voluto discostarsi da quel modello dando la prevalenza ai valori e alle categorie dell’economia si è verificato il disastro le lacune del diritto consentite da una concezione liberista del mercato del tutto indifferente ai diritti umani e patrimoniali degli individui hanno condotto alla drammatica situazione in cui siamo costretti a vivere, una sorta di rivoluzione non dettata dalla politica, non dettata dalle rivendicazioni sociali ma voluta da chi tiene i fili del mercato finanziario. Questa matrice economico-finanziaria, dovuta agli errori degli economisti e dei poteri forti decisi a non prevenire il credit crunch ed ora indecisi sui rimedi da introdurre, ha avuto precedenti nella storia umana da cui si è saputo uscire con il recupero dei valori di una democrazia condivisa, partecipata, verificata, fondata sul diritto e sui diritti . È ancora così o è davvero tutto cambiato?