COVID-19: tavole di mortalità e ricadute socio-economiche

Alla luce dei dati pubblicati dal Ministero della Salute, credo di essere in grado di offrire una prima valutazione.

Caratteristiche dei pazienti deceduti COVID-19 positivi. L'Istituto Superiore di Sanità pubblica due volte a settimana un'analisi sui dati epidemiologici dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia. Ecco le caratteristiche relative al report del 9 aprile 2020 Età media 78 anni Età mediana 80 anni più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione e la cui età media è di 62 anni Sesso uomini 67,1% donne 32,9%. Pensionati in Italia. Pensionati in Italia, sono 16 milioni con un importo medio mensile di 1.410 euro. Nel complesso, la fotografia sulle pensioni scattata dal Settimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano evidenzia ancora forti differenze tra uomini e donne. il risvolto della medaglia di un divario di genere occupazionale. Secondo il rapporto ISTAT per gli uomini l’aspettativa di vita è di 80,8 anni mentre per le donne è di 85,2 anni. A 65 anni di età la speranza di vita residua è di 19,3 anni per gli uomini e di 22,4 anni per le donne. Dobbiamo chiarirci su alcuni concetti. La speranza di vita esprime il numero medio di anni che restano da vivere ai sopravviventi all’età X. Abbiamo detto più sopra che, dai dati pubblicati dal Ministero della Salute, risulta che la vita media dei deceduti per Covid-19 è di anni 78. Dalla tabella ISTAT, sopra pubblicata, risulta che il 78enne aveva una speranza di vita di anni 13. Ne consegue che gli enti previdenziali dovranno erogare un minor numero di annualità di pensione ma, contemporaneamente, la società perderà l’aiuto di altrettante annualità di pensione. Il danno è quindi, per la società, molto rilevante sia per la ricaduta sociale della mancanza dei nonni nelle famiglie sia per il venir meno del loro apporto economico costituito appunto dalle pensioni, in molti casi essenziale per uscire dalla soglia di povertà. Ovviamente ne traggono vantaggio, se così si può dire, solo gli enti erogatori di previdenza ma non certo lo Stato che si troverà a fare i conti con fasce di povertà in aumento. Per ogni tipologia di famiglia esiste una diversa soglia di povertà. La soglia assoluta di povertà nel 2015 era di € 1.050,95 al mese per una famiglia di due persone. Nel 2018 si è stimato che le famiglie in condizione di povertà assoluta siano 1,8 milioni per circa 5 milioni di individui. Ora verranno a mancare molti nonni con la loro funzione di sussidiarietà sin qui esercitata.