Un manuale d’uso per l’implementazione delle Linee-guida in tema di Cyberjustice

Il 13 e 14 giugno a Strasburgo si è tenuta una sessione plenaria della CEPEJ, la Commissione per l’Efficienza della Giustizia, istituita presso il Consiglio d’Europa. Fra i documenti approvati durante la plenaria si trova anche un toolkit, un manuale d’uso, per l’implementazione delle Linee-Guida sulla c.d. Cyberjustice.

Il documento è stato redatto dal Gruppo di Lavoro sulla qualità della Giustizia GT-QUAL del CEPEJ ed è basato sui lavori preparatori di Harold Epineuse, esperto scientifico francese. Il caso. Si sente spesso discutere di un futuro dove le sentenze verranno emesse sulla base di sillogismi giuridici prodotti attraverso reti neurali artificiali ed algoritmi predittivi. Talvolta i dibattiti sfociano nella fantascienza senza inquadrare anzitutto lo scopo dell’innovazione tecnologica applicata al sistema giuridico, vale a dire garantire un’efficienza che troppo spesso non viene considerata come prioritaria per tutelare il diritto fondamentale di ogni cittadino europeo di avere risposte chiare in tempi ragionevoli. La tecnologia come strumento al servizio del cittadino. Leggendo il documento appare chiaro, ancora una volta, come il ruolo delle Istituzioni Europee sia quello di sapiente garante dei diritti umani sotto ogni punto di vista. Infatti, non solo è chiarito che tra gli obiettivi del documento ci sia quello di fornire una roadmap per supportare la pianificazione e la gestione di una strategia IT nel sistema-Giustizia, ma viene anche dedicato un intero paragrafo a cybersecurity e data protection in coerenza con tutti i principi già sanciti dal GDPR . Lasciando poco spazio ai già citati allarmismi che vedrebbero i cittadini europei giudicati da un robot, dal documento emerge come un miglioramento tecnologico del sistema-Giustizia sia necessario per tutti quei procedimenti di tipo bagatellare in cui il valore aggiunto della sensibilità umana di un giudice potrebbe non essere così essenziale soprattutto se il beneficio fosse quello di avvicinarsi gradualmente ad una ragionevole durata del processo. Non è un caso, dunque, che il manuale sia stato approvato dal gruppo di lavoro qualità” della giustizia e che la Commissione sia stata, invece, preposta all’ efficienza” della stessa, perché i due aspetti vanno di pari passo ed avvicinano il cittadino alle istituzioni. In ultimo è opportuno interrogarsi sul ruolo che l’avvocato deve assumere in questo processo evolutivo. Nel corso di un dibattito, lo scorso 10 giugno a Milano, è stato affermato che nel perseguimento dell’efficienza delle professioni giuridiche il ruolo dell’avvocato è di estrema rilevanza, ma come tale deve essere orientato dai principi di riservatezza e protezione dei dati e della tutela dei diritti soggettivi nel web.