Anche i COA della Lombardia invitano all’attuazione dell’equo compenso

L’Unione Lombarda dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati ravvisa la necessità di garantire, nel rispetto del valore sociale ed economico delle prestazioni professionali degli avvocati, la corretta determinazione dei compensi e l’esclusione delle clausole vessatorie nell’ambito delle procedure di acquisizione di servizi professionali istruite dalle pubbliche amministrazioni . Lo ha fatto sapere tramite una delibera dello scorso 17 marzo.

L’attuazione dell’equo compenso continua a far parlare di sé”. Già un mese fa, il 6 marzo scorso per la precisione, la Giunta Regionale della Toscana ha approvato le linee guida in materia di procedure di acquisizione di servizi professionali attuando il c.d. equo compenso come definito dal d.l. n. 148/2017, conv. in l. n. 172/2017, e definitivamente disegnato” dalla legge di bilancio 2018. Poi, il 15 dello stesso mese, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Velletri ha richiamato l’attenzione di tutte le pubbliche amministrazioni ed degli istituti bancari e assicurativi operanti nel circondario del Tribunale di Velletri sul tema dell’affidamento degli incarichi legali e della relativa remunerazione invocando il rispetto del c.d. equo compenso. Il 17 marzo, infine, la questione viene affrontata anche dall’Unione Lombarda dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati Milano, Monza, Busto Arsizio, Como, Varese, Pavia, Sondrio, Lecco, Brescia, Bergamo e Mantova , riunitasi a Lodi. Attuazione dei principi di trasparenza da parte della PA. L’Unione, come si legge anche nella stessa delibera pubblicata, oltre a sottolineare che il compenso si considera equo quando risulta proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale, e conforme ai parametri previsti dal regolamento di cui al decreto del Ministro della Giustizia adottato ai sensi dell'art. 13, comma 6, d.m. n. 55/2014 , ricorda che al comma 4 del d.l. n. 148/2017, conv. dalla l. 172/2017, si definiscono come vessatorie le clausole che determinano - anche in ragione della non equità del compenso pattuito - un significativo squilibrio contrattuale a carico dell'avvocato. Corretta determinazione dei compensi. In pratica, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero della Giustizia firmato l’8 marzo 2018 - che modifica il d.m. n. 55/2014 in materia di parametri forensi, introducendo la regola generale per cui le previste riduzioni del compenso non possano in ogni caso andare oltre le percentuali fissate dallo stesso decreto - l’Unione Lombarda dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati ha ravvisato la necessità di garantire, nel rispetto del valore sociale ed economico delle prestazioni professionali degli avvocati, la corretta determinazione dei compensi e l’esclusione delle clausole vessatorie nell’ambito delle procedure di acquisizione di servizi professionali istruite dalle pubbliche amministrazioni . Ed è proprio con il documento in questione che la stessa Unione invita le pubbliche amministrazioni lombarde a dare attuazione al principio dell’equo compenso in conformità ai parametri di cui al d.m. n. 55/2014 e successive modifiche, tramite specifiche direttive agli uffici competenti affinché i compensi siano utilizzati quali criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara .

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