Dal CNF un caso di “Giustizia creativa”

Caso bizzarro quello riportato nella newsletter n. 330 del 23 gennaio 2017 del Consiglio Nazionale Forense ove la Camera penale di Bologna ha segnalato, tra gli altri, al Ministero della Giustizia un esposto circa l’esecuzione di una notifica della decisione del Tribunale del Riesame, presso l’avvocato difensore, il giorno prima dell’udienza dibattimentale giustizia creativa o buona fede dei giudici?

Prima la sentenza poi l’udienza. La prima notizia della newsletter del CNF evidenzia il caso esploso a seguito della segnalazione della Camera Penale di Bologna al Ministero della Giustizia, al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, al CSM, al procuratore generale di Bologna e al presidente del Tribunale circa la notifica di un provvedimento del Tribunale del Riesame. La denuncia scatta nel momento in cui l’atto è stato eseguito, via PEC, il giorno prima dell’udienza fissata per la discussione, integrando una lesione del diritto di difesa. Ciò nonostante, l’ANM risponde affermando che non c’è alcun elemento che possa mettere in dubbio la buona fede dei magistrati coinvolti e che, il diritto di difesa, non avrebbe subito in concreto né danni né limitazioni . Fatto sta però che la decisione era già stata presa prima che il contraddittorio si realizzasse. Antitrust e CNF. Sempre all’interno della newsletter è riportata la notizia del convegno tenutosi tra l’Autorità garante della concorrenza e del mercato e il Consiglio Nazionale Forense dove i due rispettivi esponenti Mascherin e Pitruzzella sono convenuti nella volontà di trovare un percorso comune. La strada da percorre è quella del dialogo tra le due diverse culture. La giurisprudenza europea afferma che le professioni sono attività economiche assimilabili all’impresa ed è importante coniugare la natura economica di queste con la tutela di fondamentali interessi pubblici. L’irrinunciabilità dell’equo compenso. Infine vi è l’intervento del Ministro Orlando in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario ove afferma l’irrinunciabilità dell’equo compenso per la professione forense. Il Ministro della Giustizia afferma di voler portare fino in fondo l’impegno preso per assicurare compensi decorosi agli avvocati, contrastando le posizioni dominanti che limitano e comprimono l’autonomia dei professionisti.