Cassa Forense e l’istituto della retrodatazione

La retrodatazione è un istituto previsto dalla vigente normativa di Cassa Forense, molto costoso per Cassa Forense ma poco conosciuto.

L’istituto della retrodatazione. In base all’art. 3 del regolamento di attuazione dell’art. 21 della l. n. 247/2012 gli iscritti agli Albi, entro sei mesi dalla ricezione della comunicazione di iscrizione alla Cassa, possono richiedere la retrodatazione dell’iscrizione per gli anni di pratica, per un massimo di cinque a partire da quello del conseguimento del diploma di laurea in giurisprudenza e con esclusione degli anni in cui il tirocinio sia stato svolto, per più di sei mesi, contestualmente ad attività di lavoro subordinato. A pena di decadenza dal diritto, l’interessato dovrà procedere al pagamento dei contributi dovuti per gli anni di pratica richiesti, in unica soluzione entro sei mesi dalla comunicazione della Cassa o in via rateale. La rateazione è concedibile senza limiti di importo e può essere richiesta in tre anni, con la maggiorazione degli interessi nella misura del 2,75% annuo, mediante emissione di bollettini MAV con scadenza 31 ottobre. Quando, come e a che prezzo. L’Avvocato che, per la prima volta si iscrive alla Cassa, purché non abbia compiuto il quarantesimo anno di età, sia in regola con l’invio delle comunicazioni obbligatorie -invio del modello 5 e non sia soggetto al procedimento di iscrizione d’ufficio, può chiedere la retrodatazione dell’iscrizione. L’istituto della retrodatazione è contemplato dalla l. n. 576/1980 come modificato ed integrato dalla l. n. 141/1992. Detta facoltà si esercita, a pena di decadenza, mediante espressa richiesta, da formulare nella domanda di iscrizione, utilizzando e compilando il modello reperibile sul sito www.cassaforense.it alla voce modulistica”. Sono retrodatabili l’anno o gli anni di praticantato con patrocinio fino ad un massimo di sei, al primo anno di iscrizione all’albo avvocati, al secondo ed al terzo anno, purché, relativamente a questi ultimi due, vi sia una produzione di reddito professionale di qualsiasi entità. Il costo della retrodatazione è contenuto perché il professionista è tenuto a versare il contributo identico a quello originariamente previsto per l’anno di riferimento. Si tratta di una facoltà esercitabile solo all’atto della prima iscrizione e permette di conseguire, con costi contenuti, anni validi a tutti gli effetti, ai fini pensionistici, ringiovanendo figurativamente l’età professionale dell’avvocato, con conseguenziali benefici connessi proprio all’età. Il contributo da pagare è fisso perché non entra in gioco il calcolo della riserva matematica previsto invece per gli istituti della ricongiunzione e del riscatto della laurea. Tenuto conto delle gravi difficoltà economiche in cui versa l’Avvocatura italiana, oggi non sarei contrario a una riapertura per tutti gli iscritti dei termini di retrodatazione onde consentire di tappare buchi contributivi” altrimenti non sanabili se non attraverso la onerosa procedura del Regolamento per il recupero di anni resi inefficaci a causa di parziale versamento di contributi per i quali sia intervenuta prescrizione. Si tratta di fare una valutazione a tavolino dei relativi costi spalmandoli in parte sulla Fondazione, che potrebbe destinare a ciò una parte dei fondi assistenziali, e per la parte residua sui beneficiari abbassando magari il tasso di interesse dal 2,75% al 1% e aumentando il periodo di rateizzazione da tre a nove anni. Si dovrà, ovviamente, fare attenzione ai costi perché la sostenibilità economico finanziaria della Fondazione non può essere messa a repentaglio. Necessaria una riforma strutturale Di fronte alla pesante flessione dei redditi della avvocatura italiana e allo incertissimo quadro macro economico generale del paese sarebbe necessaria una riforma strutturale con il passaggio al criterio di calcolo contributivo, allineandosi al sistema paese e alla stragrande maggioranza delle altre Casse, in pro rata alla quale agganciare la riapertura dei termini della retrodatazione evitando interventi spot che non giovano alla causa della sostenibilità economico-finanziaria di lungo periodo e alla adeguatezza delle prestazioni. Essenziale sarebbe anche procedere rapidamente verso lo accorpamento delle casse, quantomeno per specificità professionali ,al fine di meglio affrontare i rischi demografici e reddituali. Difficile? Si! impossibile? No.